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« Mi 'to 'noiando.» sbiascica Jane dall'altra parte del telefono. Ha la bocca piena, quindi faccio fatica a distinguere le parole. « E quando mi annoio mangio, e non va bene.»

« Vuoi venire qui?» le propongo, girandomi nel letto e guardando la leggera pioggia ghiacciata che bagna il vetro della mia finestra.

« Non ci penso neanche.» borbotta la mia migliore amica, ancora con la bocca piena. Corrugo la fronte attendendo una spiegazione, ma l'unica cosa che riesco a sentire è un sussurro appena udibile di cui fanno parte le parole "Simon" e "odio".

« Non mi hai ancora detto perchè la settimana scorsa stavi litigando tanto pesantemente con mio fratello.» rispondo, sperando che mi dia finalmente una spiegazione. Non ho idea del perchè fossero insieme, né del motivo per cui ultimamente sembrino azzuffarsi più del solito. Eppure la mia ustione di secondo grado sembra aver monopolizzato l'attenzione di chiunque, persino di Jane, che la usa per cambiare argomento piuttosto frequentemente.

« Come va il polso?» ecco, appunto. Alzo gli occhi al cielo e sospiro, di modo che anche lei possa sentirmi. « Perché non vieni da me? Mia mamma è a lezione di yoga, possiamo mangiare popcorn e guardare un film. Oppure possiamo stalkerare la gente su Instagram.»

« Va bene.» accetto rassegnata. « Dammi un'ora però, devo farmi una doccia.»

« Sarò qui a mangiare.» risponde, di nuovo con la bocca piena. Subito dopo attacca.

🍂

Il dottor Darcy si è preoccupato di far sostituire il nostro scaldabagno difettoso con uno funzionante, il giorno dopo il mio incidente. Nonostante sulle prime la nonna fosse restia ad accettare un regalo del genere, lui è riuscito a convincerla usando come argomentazione il mio polso. Per questo mi è possibile godermi una lunga doccia calda senza il rischio che l'acqua passi da bollente a ghiacciata nel giro di un secondo, per questo ci metto più del previsto. In fretta mi asciugo i capelli, e solo dopo essermi lavata i denti esco dal bagno, ancora avvolta dall'asciugamano. Non appena mi ritrovo nel corridoio, però, lo scricchiolio delle scale attira la mia attenzione e subito dopo Blake compare al piano di sopra. Mi rendo a malapena conto del fatto che abbia le guance arrossate ed il fiato corto come se avesse salito i gradini di corsa, ho solo un secondo per notare i suoi occhi verdi che brillano ed il sorriso luminoso che mi rivolge, prima che con pochi passi copra la distanza che ci separa, mi avvolga la vita con entrambe le braccia ed abbassi il suo viso sul mio. Senza nemmeno rendermene conto mi ritrovo talmente coinvolta nel bacio che mi dà, da posargli le mani sulle spalle per sorreggermi ed avere il respiro persino più affannoso del suo. Blake mi stringe al suo corpo, ben presto mi rendo conto che la sua pelle sta andando a fuoco e che per qualche ragione a me sconosciuta non riesce a smettere di sorridere.

« Che succede?» chiedo, non appena mi lascia andare per farmi riprendere fiato.

Posa la fronte contro la mia e mi guarda a lungo negli occhi, prima di rispondere. « Ho passato "Fisiopatologia Generale"» spiega compiaciuto. Sorridendo più di lui gli lascio un altro bacio, e poi un altro ancora, finché un pensiero improvviso mi porta a liberarmi della sua presa in fretta e furia. Blake mi guarda confuso per qualche secondo, prima di capire il motivo della mia preoccupazione improvvisa. « Tua nonna ha portato Andrew al Wiggle Room*, mentre Simon sembra irritato e si sta abbuffando di muffin in cucina.»

« Oh.» sussurro confusa. Non posso fare a meno di pensare che lui e Jane abbiano più cose in comune di quante pensino. « Come mai è irritato?»

« Non lo so.» risponde con un'alzata di spalle. « Ma ne ho approfittato per correre di sopra. C'è la partita dei Dolphins*, però magari avremo un po' di tempo per...»

Flecks Where stories live. Discover now