25.

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Vorrei che i telefoni non fossero mai stati inventati, lo giuro, perché se non fosse successo in questo momento non mi sentirei uno schifo, non avrei un groppo in gola e gli occhi lucidi alla semplice vista di un nome sullo schermo, non avrei un vuoto allo stomaco dovuto al senso di colpa e probabilmente, anche se una parte di me si rifiuta di ammetterlo, starei ancora baciando Blake senza dover fare i conti con le conseguenze delle mie azioni.

Non ho pensato a Scott nemmeno per sbaglio da quando sono arrivata a Portal Road, e in realtà quello che è successo la notte dell'homecoming ha smesso di preoccuparmi nel momento in cui ho incontrato Blake in biblioteca. La rabbia, l'imbarazzo e la delusione per ciò che era accaduto sono semplicemente sparite, trasformandosi in completa indifferenza mentre era ben altro a preoccuparmi e mentre, con ogni probabilità, Scott impazziva tentando di mettersi in contatto con me. Me ne sono andata chiedendogli spazio, ma neanche per un secondo ho pensato a come potesse sentirsi lui, comportandomi da totale egoista. So che all'inizio avevo tutto il diritto di esserlo, di arrabbiarmi e di allontanarlo, però non dargli mie notizie per più di ventiquattro ore dopo che me ne sono andata da casa sua ad un orario improponibile, e mentre una violenta tempesta di neve è in corso, è proprio da stronza. Per non parlare di quello che succede con Blake, di quello che ho capito, del fatto che dopo questi giorno non riuscirò mai e poi mai a ricominciare con Scott. Mai.

« Non rispondere.» esordisce Blake, quasi fosse un ordine. Sento le sue mani premere sui miei fianchi come a costringermi a voltarmi, mentre ho gli occhi fissi sullo schermo già decisa a fare il contrario di ciò che mi ha chiesto. Devo rispondere a Scott, farlo per lo meno tranquillizzare ed aspettare di potergli parlare di persona per dirgli la verità. « Rose, ti prego, attacca.» aggiunge Blake, costringendomi a voltarmi nella sua direzione. E' vicino, lo so e non ho il coraggio di guardarlo in faccia. « Rosie...» sussurra, sfiorandomi il mento con l'indice per obbligarmi ad alzare gli occhi. Quando lo faccio me ne pento, perchè vedere le iridi verdi di Blake mi tranquillizza e spazza via il senso di colpa, anche se so che non è giusto.

La vibrazione cessa, per riprendere dopo nemmeno un minuto. « Devo rispondere.»

« No.» afferma nervoso.

« Blake, fino a prova contraria Scott è ancora il mio ragazzo.»

« Non sei seria.» ribatte, lasciandomi andare ed incrociando le braccia al petto. « Non puoi esserlo.»

« Non lo sento da più di un giorno, c'è una tempesta in corso e sicuramente è preoccupato. Devo dirgli che sto bene.»

« Non gli devi proprio niente.» sibila lui a denti stretti. Gli lancio un occhiataccia, perché deve comportarsi come un bambino? Capisco che sia geloso, persino arrabbiato forse, ma per lo meno potrebbe capire che parlare con Scott è necessario per evitare che gli venga un infarto. E poi lui non ha ancora preso una decisione, mi ha "solo" baciata cogliendomi alla sprovvista e questo non gli dà nessun diritto nei miei confronti. Sospiro, prima di riconcentrarmi sul cellulare pronta a rispondere, ma ovviamente Blake me lo impedisce: mi sottrae il telefono dalle mani ad una velocità impressionante e comincia ad allontanarsi prima ancora che mi sia resa conto di ciò che sta succedendo.

« Cosa stai facendo?» sbotto, seguendo i suoi passi. Lui non mi risponde e mentre lo raggiungo apre il pensile più alto della cucina, tira fuori la scatola dei biscotti al burro, nascosta perché Andrew non la possa trovare, e ci infila dentro il mio cellulare che continua a vibrare insistente. Sono di sasso, lui ne approfitta per completare l'opera e richiudere la scatola al suo posto, lontana da me, troppo in alto perché la raggiunga.

Sento il groppo in gola farsi più pressante, mentre mi ritrovo impotente di fronte a Blake, al fatto che Scott probabilmente cercherà Jane, o la polizia, al fatto che nonostante tutto il ragazzo di fronte a me ha un sorriso furbo e soddisfatto in volto. « Faccio la cosa giusta.» mi risponde compiaciuto. Sono completamente bloccata, nel pallone, che diavolo sta combinando? Ha detto che è un errore, ha detto che non può farlo, eppure mi ha baciata in quel modo poco fa ed ora si comporta da ragazzo geloso, si diverte a confondermi? « Rose?» mi chiama, tornando serio tutto d'un colpo ed osservandomi ansioso. « Ehi, che succede?» domanda, posando una mano sul mio fianco e l'altra sulla mia guancia. Solo quando l'accarezza per asciugarmi una lacrima capisco di star piangendo, per la terza volta in nemmeno due giorni. Sto battendo un record.

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