27.

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L'auto di Blake procede lentamente, mentre io mi sorreggo il viso con una mano ed osservo le abitazioni di Montpelier ancora coperte di neve. Il fiume è per buona parte ghiacciato, qualche coraggioso si è avventurato in una passeggiata per raggiungere scuola e lavoro, mentre il cielo è azzurro e chiaro ormai da due giorni. Nonostante la tempesta sia cessata e la vita da oggi possa tornare alla normalità, però, a me non è stato permesso di prendere la bicicletta. Simon me l'ha impedito, sostenuto dalla nonna e, con sin troppa foga, da Blake.

« C'è ancora un mucchio di ghiaccio per strada.» ha affermato mio fratello, fermo nella sua posizione. « Potresti scivolare e romperti qualcosa, così come un camion potrebbe sbandare e tirarti sotto.».

Ho alzato gli occhi al cielo ed ho toccato ferro di fronte alla tragicità delle sue ipotesi, mentre la nonna annuiva decisa e Blake sbiancava pian piano, alla fine è stato quest'ultimo a proporre che fosse lui ad accompagnarmi a scuola, ed è stato Simon a decidere che si sarebbe unito al viaggio, di modo che subito dopo entrambi sarebbero potuti tornare a Burlington per seguire gli ultimi giorni di lezione.

Ed ora eccomi qui, in un auto con mio fratello iperprotettivo che non sa assolutamente nulla di quello che è successo negli ultimi giorni, e con il suo migliore amico, il ragazzo di cui sono innamorata e che ho baciato senza sosta per ore ed ore. Come se non bastasse, il pensiero che per i prossimi quattro giorni non potrò vedere Blake mi lascia una strana sensazione di malinconia addosso, tanto che questa mattina ho fatto fatica a toccare cibo, e il fatto che Simon sia qui in auto rende ben chiaro che non potrò salutare Blake come avrei voluto.

Mi schiarisco la voce per cercare di eliminare almeno un po' della delusione che mi attraversa il corpo, ma quando l'auto frena di fronte alla Montpelier High, attirando gli sguardi di tutti gli studenti, alla delusione si aggiunge un briciolo di nostalgia: perchè non ha continuato a nevicare?

« Arrivati.» annuncia Simon, lanciandomi una breve occhiata.

Io mi riprendo dal mio stato di catalessi e sbatto un paio di volte le palpebre, prima di sedermi composta e di afferrare una spalliera dello zaino. « Grazie per il passaggio.» mormoro poco convinta. Simon continua a fissarmi, probabilmente trepidante di vedermi scendere dalla macchina, Blake invece ha lo sguardo fermo sul parabrezza. Deve cominciare a recitare meglio se vuole che mio fratello rimanga nella sua ignoranza, d'altra parte, però, non posso lasciarlo tornare a Burlington in questo stato. Sospiro, prima di prendere una decisione impulsiva. « Ciao Simon.» lo saluto in tono vivace, poco dopo mi sporgo verso i sedili anteriori per lasciargli un bacio sulla guancia, in seguito mi volto verso Blake, ancora immobile. « Ciao Blake.» concludo, gli do un rapido bacio sulla guancia cercando di non soffermarmi troppo sul suo profumo e, quando lo vedo sgranare gli occhi e voltarsi sorpreso verso di me, decido di defilarmi: nel giro di un secondo sono fuori dall'auto, intenta a camminare a passo di marcia verso l'ingresso di scuola e ad ignorare il cuore che mi batte in petto ad una velocità ridicola e probabilmente pericolosa.

Eppure, non appena varco la soglia e sono convinta di essere al sicuro, vengo letteralmente placcata da Jane. La mia migliore amica mi afferra un polso e, senza chiedere alcunché, comincia a trascinarmi verso il lato opposto dell'edificio. « Che stai facendo?» domando nervosa.

« Dobbiamo parlare.» annuncia conducendomi verso la serra della scuola, di cui chiude la porta a vetri una volta entrate. Mi ritrovo a massaggiarmi il polso che lascia andare quasi all'istante, mentre lei mi fissa dapprima furiosa, poi sorpresa; parecchio direi. « Oh...» mormora perplessa.

« Che c'è?»

« Be', tu sei...» sussurra, ma si interrompe per girarmi intorno neanche fosse un avvoltoio. « Sei diversa.»

Flecks Where stories live. Discover now