11.

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La camera di Blake è ancora in disordine: i libri sono sparsi sulla scrivania e sul pavimento, mucchi di camicie giacciono abbandonate in un angolo, accompagnate da scarpe e jeans. Il letto è leggermente disfatto, probabilmente da me, ancora ferma immobile al mio posto, con gli occhi fissi sulla finestra da cui entra la luce del sole.

Ho dormito bene, nonostante la nausea dovuta all'alcol, eppure non ne sono contenta. Se avessi fatto un incubo, per lo meno, oggi sarei stata abbastanza distratta da non pensare a quello che è successo questa notte.
Invece non sono distratta, la mia mente è fissa su un unico ricordo: quel bacio.

Sbuffo, prima di coprirmi il viso con le mani. Perché l'ho fatto? Non potevo semplicemente andare a dormire, invece di saltare addosso al migliore amico di mio fratello?
E il modo in cui mi ha fermata, il modo in cui mi ha guardata incredulo e dispiaciuto!
Che vergogna.

Non mi soffermo sul fatto che, nonostante l'imbarazzo, nel mio ricordo sia stato un bel bacio, che il mio stomaco fosse ribaltato da un'emozione strana, che il profumo di Blake mi riempisse i polmoni, che le sue mani mi stringessero i fianchi togliendomi il respiro, che le sue labbra sembrassero tanto morbide e... oddio, basta.
Ero ubriaca, per questo mi è sembrato tanto intenso.

Ricacciando indietro l'imbarazzo che mi attanaglia, mi alzo finalmente dal letto e mi avventuro in cucina, barcollando sui miei passi e deglutendo per combattere la nausea. Non berrò mai più.

Anche la cucina e la sala sono altamente illuminate, il che fa aggiungere un bel po' di emicrania al voltastomaco che già sento. Chiudo gli occhi, facendo dei respiri profondi per cercare di riprendermi. Poi, un pensiero improvviso mi fa risollevare le palpebre: Blake ha dormito sul divano?

Immediatamente mi avvicino ad esso e guardo oltre la sua spalliera, ma il mio amico non c'è. Dov'è andato?

« 'Giorno.» sento grugnire e, quando mi volto, mi trovo di fronte alla versione sfinita di Simon. Indossa solo i pantaloni del pigiama, i capelli castano chiaro sono più scompigliati che mai e non la smette di stropicciarsi gli occhi con le mani. Per lo meno finché il suo sguardo non si concentra su qualcosa alle mie spalle e poi su di me, confuso. « Hai dormito in camera di Blake?» domanda lasciandomi interdetta, soprattutto per il fatto che pronunci le parole tenendo i denti stretti neanche fosse furioso.

Annuisco, per poi affrettarmi a spiegare. « Me l'ha lasciata ed è sparito.» dopo che gli sono saltata addosso.

Simon alza un sopracciglio, prima di superarmi ed affacciarsi sulla soglia della camera incriminata. Dopo un paio di secondi si rivolge di nuovo alla sottoscritta. « Molto bene.» sospira, evidentemente più rilassato. « Vado a farmi una doccia.» detto ciò sparisce verso il bagno, si chiude dentro e in poco tempo fa partire il getto d'acqua.

Io rimango al mio posto, perplessa, ma dopo nemmeno un secondo la porta d'ingresso viene aperta e ciò mi costringe a voltarmi di scatto. Per un attimo vedere Blake è un sollievo tanto forte da portarmi a sorridere nonostante tutto, poi torna l'imbarazzo.

Sento le guance avvampare mentre torno seria, ben presto noto che nemmeno Blake è tranquillo. I suoi occhi verdi sono cerchiati da ombre scure e profonde, mentre l'accenno di barba che gli percorre la linea della mandibola non riesce a celare il suo pallore. « Ho... ho portato la colazione.» annuncia, mostrandomi il sacchetto che tiene in mano, subito dopo lo posa sul bancone della cucina, ma nessuno dei due accenna ad avvicinarvisi.

« Grazie.» sussurro in risposta.

Blake annuisce, abbassa gli occhi per un secondo e poi li riporta sul mio viso.
« Hai dormito bene?»

« Sì.» cinguetto all'istante, annuendo vigorosamente con la testa. Non so perché, ma comincio a sentire uno strano groppo in gola. Non c'è mai stato tanto imbarazzo tra di noi, mai tanta tensione e mai tante parole inespresse. Cos'ho combinato?

Flecks Where stories live. Discover now