Flecks

7.

La questione Blake- Simon non si è risolta tanto in fretta come pensavo. Credevo che tornati in casa avrebbero ricominciato a scherzare e a prendersi in giro a vicenda, invece non è successo. Blake è rientrato in salotto mortalmente serio, ha mormorato un "ciao" per buona educazione e poi è sparito.
Non è tornato a pranzo da noi, né a cena, né a dormire, e visto come ha sempre evitato di rimanere in casa Darcy per ragioni a me sconosciute, mi ha preoccupato il fatto che ci abbia passato tutta la domenica.
Come se non bastasse, non è tornato a salutarci prima di ripartire per Burlington, è la prima volta che succede.

Affranta e nervosa per tutta questa storia, lascio la bici nel parcheggio della scuola, non sono molto sicura di voler mettere piede dentro l'edificio: non ho dimenticato il mio progetto di evitare Scott Wright, affatto, soprattutto non dopo i mille messaggi di felicità di Jane quando le ho detto che lui le mandava i suoi saluti.

Sospiro cercando di buttare fuori, insieme all'aria, un po' di pensieri. Eppure tutte le preoccupazioni tornano alla ribalta quando mi trovo proprio Scott di fronte, sorridente come non mai. « Ciao Rose.» esordisce in tono stranamente deciso.

« Ciao.» rispondo presa in contropiede, mentre stringo le spalliere dello zaino all'inverosimile.

« Tutto bene?» domanda lui, cercando di portare avanti una conversazione che io non ho intenzione di alimentare, per questo mi limito ad annuire. « Senti, stavo pensando...» comincia poi, nervoso e non più così sicuro di sè. « Potremmo pranzare insieme oggi, che ne dici?» aggiunge ritrovando il sorriso. Io sgrano gli occhi, presa dal panico e con la mente annebbiata: sta succedendo davvero? « C'è una cosa di cui vorrei parlarti e...»

« Guarda, c'è Jane!» lo interrompo spostando gli occhi sulla mia migliore amica, che avanza lungo il corridoio della Montpelier High nella nostra direzione.

Scott corruga la fronte, prima di voltarsi e vederla a sua volta. All'istante, lei gli dedica un sorriso radioso e tutto sul suo viso sembra illuminarsi. Persino gli occhi, che brillano come non mai.
Che amica orribile sono...

« Ciao, Scott.» esordisce Jane, concedendo tutta la sua attenzione al viso perfetto del ragazzo di fronte a sé.

Lui le dedica un breve cenno della testa, prima di voltarsi di nuovo verso di me. « Allora?» chiede poi, pretendendo una risposta al suo invito.

La mia migliore amica mi fissa confusa, Scott mi osserva speranzoso, mentre io sento le gambe deboli ed il cervello momentaneamente in blackout. Poi, la rivelazione. « Pranzare tutti insieme è un'ottima idea, ci vediamo dopo, ragazzi.» mi congedo a voce un po' troppo alta, tanto che un paio di persone nelle vicinanze si girano per guardarmi confuse.
Prima che Scott possa tornare alla ribalta, sorrido a lui e a Jane ed esco di scena.

Solo una volta nell'aula di letteratura mi rendo conto di un piccolo dettaglio: Scott frequenta la mia stessa classe.
Infatti, poco dopo è lui che avanza verso il banco libero accanto al mio, è lui che mi osserva confuso fino all'inizio della lezione, mentre sono io che mi nascondo dietro il libro di letteratura cercando di sparire.

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La campanella suona facendomi sussultare e, soprattutto, ricordare che fra non molto dovrò andare a pranzo insieme a Jane e... e a Scott. E se li lasciassi da soli? Una buona amica lo farebbe, ma una buona amica non avrebbe una cotta per il ragazzo che piace tanto a Jane.

Sbuffo mentre infilo il libro di francese nel mio zaino, subito dopo esco dall'aula seguendo la massa di studenti e, non appena mi ritrovo nel corridoio, una voce familiare chiama il mio nome.

« Rose!» Scott cerca di attirare la mia attenzione, mentre io alzo gli occhi al cielo ed accelero il passo. Perché quando decido di evitarlo lui inizia a seguirmi? « Rose, aspetta.» mi intima, la sua voce è molto più vicina rispetto a prima. Ne capisco il motivo quando mi supera per pararsi di fronte a me, sono costretta a smetterla di scappare e ad arrendermi.