•Trenta•

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Beatriz

Con così poco preavviso non mi lasciano prendere dei giorni liberi per andare da Adele, riesco ad organizzarmi solo per il sei, che però è dopo la partita.

Ok.. Ora vedo come fare..

Cazzo.
Sbuffo sonoramente guardando Isco che continua a correre in giardino. Non posso lasciarla sola, non posso e non voglio.
Potrebbe andare mamma, ma forse non è il caso.
Cristo.
Mi passo una mano tra i capelli
Devo trovare un modo per andare da lei, devo andare in Italia prima di quanto dovrei. Mi rigiro il telefono tra le mani e poi apro la rubrica.
Batto ritmicamente il piede a terra e poi mi alzo dalla sedia con il telefono all'orecchio.
"Che succede?" - "Ho bisogno di andare in Italia prima" porto lo sguardo su Isco che sta esultando dopo aver calciato una palla in porta "Scusa?" - "Adele, la mia ragazza. Lei.. Cristo. Sua mamma è morta e suo papà è finito in coma dopo un incidente.." - "Ok, vai. Ma ricordati che ti voglio in campo" chiudo la chiamata e cerco su internet un volo.

"Non voglio andare dalla mamma" guardo Isco mentre chiudo la portiera della macchina e poi salgo "Isco per favore, devo partire un po' prima" È da quando gli ho detto che dovevo portarlo da Victoria che continua a piangere e sbuffare perché non vuole andarci. Lo porterei ma non posso. Non posso portarlo e poi lasciarlo ad Adele. "Ma io non voglio" Vorrei solo urlare.
Ed ora devo pure parlare con Victoria.
Cristo.
Suono il campanello ed aspetto che venga ad aprire, ma non lo fa, ed inizio a suonare ripetutamente, prendo il telefono e la chiamo.
"Cosa vuoi?" - "Apri questa maledetta porta. So che sei a casa" la sento sbuffare ed imprecare dall'altro capo del telefono e finalmente viene ad aprirmi. "Devo partire prima per l'Italia, devo partire oggi, quindi ti ho portato Isco" - "Beh, ma non posso, ho da fare" stringo gli occhi e mi passo una mano tra i capelli prendendo un respiro profondo. "Per la prima volta da quando ci siamo lasciati, ti sto chiedendo io di tenere Isco senza preavviso. Dopo tutte le volte che l'hai fatto tu con me, dopo averlo anche lasciato solo a Guadalupe, senza dire niente a nessuno, puoi, per una volta nella tua vita fare la madre e pensare prima agli interessi di tuo figlio e non ai tuoi? Conosce più Ciudad che casa tua. Quindi per la prima ed ultima volta nella tua vita, fammi un favore e fai la madre. Per domani, tranquilla che chiedo ai miei se possono venire qui e stare con Isco, che per sbaglio tu non faccia qualcosa in più" - "Io faccio la madre!" Mi giro e guardo Isco che è imbronciato seduto nel suo seggiolino della macchina. "Senti, per piacere, sii almeno onesta con te stessa! Fai la madre solo a favore del tuo profilo Instagram, perchè pubblicando foto di lui o con lui ricevi più like, più commenti. Soprattutto da quando ci siamo lasciati! Quindi ora, per meno di ventiquattr'ore, prenditi cura di nostro figlio! Pensaci, dai, puoi uscire a farti le foto con Isco! Non sei felice?" La vedo rigirarsi gli anelli che ha alle dita e poi guardo l'orologio, tra meno di due ore parte l'aereo. "Smettila di trattarmi come una puttana!" alzo gli occhi al cielo "Che cazzo dici! Non l'ho mai detto, sei la madre di mio figlio!" - "Quindi non lo dici solo per questo, giusto?" Stringo i pugni ai lati del mio corpo. Ha sempre avuto il potere di farmi saltare i nervi in dieci secondi. "Senti, non ti devo niente, se non fossi la madre di mio figlio, adesso non saremmo qui a discutere! Ora, puoi prendere Isco? Che devo andare?" - "Perché tu devi andare in Italia prima?" Chiudo gli occhi e stringo i denti "Ti ripeto che non ti devo nulla, men che meno spiegazioni" - "Che c'è, la tua piccolina è scappata a casa con i tuoi soldi ed ora vai a riprenderteli?" Le do le spalle e vado verso la macchina "Forse ti stai confondendo, quella di cui stai parlando sei tu. Ma tranquilla, che a breve non avrai neanche più quelli" e poi vado a prendere Isco "Sono arrabbiato con te, io non vado dalla mamma" sospiro prendendolo in braccio e gli lascio un bacio sulla testa "Domani arriva la nonna e venite a vedere la partita, e poi vediamo se riusciamo ad andare da Adele, ok?" Spalanca gli occhi e sorride "Va bene" tiro un sospiro di sollievo e lo lascio andare dentro casa. "Ti faccio sapere a che ora arriva mia mamma domani" faccio per allontanarmi ma mi blocca prendendomi un braccio "Che vuoi dire che non avrò neanche più quelli?" Mi scrollo dalla sua presa e salgo velocemente in auto per andare, finalmente, in aeroporto.

Entro in ospedale portandomi dietro la valigia ed il borsone. E rileggo il messaggio di Beatriz, quinto piano corridoio a sinistra, camera numero 45. Prendo l'ascensore e l'ansia inizia ad attanagliarmi lo stomaco. Appoggio a terra il borsone e mi passo una mano tra i capelli continuando a tamburellare il piede a terra. Le porte continuano ad aprirsi ad ogni piano, facendo salire altra gente. Sospiro tenendo la testa bassa. Finalmente l'ascensore si ferma al quinto piano, riprendo il borsone e mi faccio largo tra le persone rimaste nella cabina. Suono ripetutamente per farmi aprire la porta ed un infermiere compare "Non è orario di visite" merda. Ed ora? L'italiano chi lo sa? Merda, merda, merda. "Adele, Adele Landi" apro internet e cerco il traduttore, digito velocemente e poi gli faccio vedere lo schermo del telefono "Ok, venga, Adele è di qua" mi tiene aperta la porta e lo seguo, mi lascia davanti alla porta della camera 45 completamente aperta. Adele è seduta su una sedia mentre ha la testa appoggiata sulle gambe di suo padre. Appoggio la valigia e il borsone a terra vicino alla parete e mi avvicino a lei, le accarezzo i capelli e le lascio un bacio sulla guancia, si muove sulla sedia e apre pian piano gli occhi. Mi fissa e poi si stropiccia gli occhi "Sei qui" - "Sono qui" allunga una mano e mi sfiora la guancia, le si gonfiano gli occhi ed inizia a singhiozzare "Ehi, no, piccola. Sono qui" la attiro a me e mi stringe continuando a piangere sulla mia spalla.




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Non è mai troppo tardi - PER TORNARE AD AMARE DAVVERO Where stories live. Discover now