•Nove•

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L'ho baciato.
Mi ha baciata.
Ci siamo baciati.
Non ci credo ancora, non capisco da dove mi sia arrivata quella scarica di adrenalina che mi ha portato a baciarlo.
Mi rigiro nel letto all'infinito, sento ancora le sue labbra sul mio collo, le sue labbra sulle mie, e il rumore del piatto che si frantuma a terra mi risuona ancora nelle orecchie.
Alle sette mi alzo dal letto, non sono riuscita a dormire neanche cinque minuti.

FRANCISCO

Sei già sveglia?

Si

Sono qui

Apro la porta di casa e me lo ritrovo davanti "Ti ho preso una brioche" gli sorrido e lo faccio entrare per poi prendergli dalle mani il sacchetto che tiene in mano, ci sediamo sul divano e lo apro "Io e te abbiamo una concezione diversa delle quantità" Lo guardo e sorrido, è bello da morire, anche con la tuta del Real Madrid addosso. "Non sapevo quale preferissi, allora ne ho presa una per tipo" alza le spalle per poi guardarsi attorno, "Cioccolato tutta la vita" ne prendo una e gliela porgo "No, ho già fatto colazione e poi c'è la partita oggi.." è teso, lo vedo, continua a muoversi sul divano in cerca di una posizione da tenere "Cosa c'è che non va? Hai ripensato a quello che è successo ieri? Ti sei pentito? O è per la partita? Se vuoi non vengo" mi alzo dal divano e vado a posare il sacchetto e la brioche che avevo appena morso sul tavolo, non ho più fame. Il solo pensiero che lui abbia preso in considerazione il fatto che tutto ciò che è successo e che ci siamo detti sia un errore, mi fa stare male. Anche se non dovrebbe essere così. Sposto la tenda e guardo fuori dalla finestra. Lo sento, è dietro di me, ad un tratto mi prende i fianchi e mi avvicina a lui "Niente di tutto quello che hai detto. Avrei continuato a baciarti tutta la notte, se avessi potuto, tanto non ho chiuso occhio. Ti voglio alla partita, infatti ero passato per darti il biglietto. È che sono uscite delle nostre foto" appoggia la sua fronte sulla mia spalla e gli prendo le mani per stringermi di più a lui e per cercare di dargli un po' di conforto. "Siamo venuti fuori così male?" Lo sento trattenere una risata e mi giro tra le sue braccia per guardarlo negli occhi "Fammi vedere" prende il suo telefono dalla tasca e lo sblocca, facendomi vedere delle pagine di giornali scandalistici "Dai su, non siamo così male" Lo guardo e lui mi sorride scuotendo la testa "Pensavo la prendessi male" gli accarezzo una guancia "Penso fosse inevitabile, non mi interessa ciò che dicono, te l'ho già detto" mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi guarda negli occhi "Quindi tutto ok?" Annuisco "Avevo paura fosse cambiato qualcosa, un conto è parlarne ipoteticamente, un conto è quando succede realmente" porto anche l'altra mano sul suo viso "Francisco, davvero, non c'è nessun problema, ecco magari la prossima volta che usciamo portati una sciarpa" ride, ed è il suono più bello che io abbia mai sentito "Ora che so che è tutto ok, ho bisogno di te" Lo guardo cercando nel suo volto una qualsiasi risposta, ma poi lo vedo avvicinarsi a me, e capisco, gli sorrido e poi si fionda sulle mie labbra.

La partita è finita, e sono ancora seduta sulla mia poltroncina, mi ha detto di aspettarlo qui.
Mi guardo attorno ed ormai non c'è più nessuno, mi suona il telefono così lo prendo dalla tasca della giacca.
Beatriz. Avrà letto gli articoli, avrà visto le foto, faccio un respiro e poi accetto la chiamata.
-Va bene non dirmi che vi vedete, va bene non dirmi che uscite assieme, va bene non dirmi che state assieme. Ma non puoi non aprirmi la porta di casa
Sospiro e alzo gli occhi al cielo
-Non ti posso aprire, non sono neanche a casa!
Mi sento prendere la mano così mi giro spaventa "Mio dio!" Mi guarda e ride "Scusa!" Per poi trascinarmi via da lì.
-Cos'è successo? Adele! Dove diavolo sei?!
Beatriz urla dall'altro lato del telefono, ed in questo momento vorrei solo buttarle giù il telefono in faccia, ma mi trattengo e salgo in macchina.
-Non è successo niente! Calmati! Ero allo stadio
Mi giro verso Francisco e lo vedo concentrato a guidare.
-Tu allo stadio? Sei con lui? Oh mio dio sei con lui! Esigo un autografo, suo e di Nacho, mio dio ma quanto è bello? E di Marco! Anche lui! E Sergio, e poi..
Sospiro rassegnata per poi interromperla
-Si, si e no, ora ti lascio
Faccio per allontanare il telefono dal mio orecchio, ma Beatriz parla ancora
-Eddaiiii! Almeno il suo!
-No
E così chiudo la chiamata. Nel frattempo Francisco ha spento la macchina e mi sta aprendo la portiera, ha già il borsone sulle spalle.
Da quanto è che siamo arrivati? Mio dio che vergogna.

"Ehi" scendo dalla macchina e gli sorrido "Scusami, è che Beatriz alle volte è impossibile" chiude la portiera e mi prende la mano "Tranquilla, e poi avevamo detto che quando sei con me la parola 'scusa' non dovevi più usarla" annuisco per poi entrare a casa sua, mi tolgo la sciarpa e la giacca e le appoggio sull'appendiabiti per poi sedermi sul divano ed aspettare che lui mi raggiunga.

"Piaciuta la partita?" Sento la sua voce ancor prima di vederlo scendere le scale mentre si infila la maglia. È bello, anzi bellissimo, e non so cosa fare. È bello da morire, forse troppo per me. "Ehi" mi si avvicina ed io gli poso la fronte sul petto. "Puoi avere chiunque, perché stai perdendo tempo con me?" Non lo guardo, continuo a fissare la sua maglia blu "Perché con te non sto perdendo tempo" mi accarezza la schiena e fa combaciare i nostri petti "Non ti vengono i dubbi o i ripensamenti se finiamo sui peggiori giornali, ma poi il tuo macchinoso cervello si crea delle paranoie, basate su cosa poi?" Mi stringo a lui e respiro il suo profumo per poi staccarmi e mettermi davanti a lui "Per tutto questo, per tutto ciò che sei" lo dico sottovoce, indicandolo con le mani, che poi mi prende e fa scontrare le nostre labbra "Sei bella, dannatamente bella, te lo potrei dire ogni giorno se questo servisse a cambiare qualcosa" lo dice guardandomi negli occhi, e alle sue parole mi si forma un buco gigantesco allo stomaco.




Questa storia mi sta prendendo, più del previsto.
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