77. Lavinia ♀ Déjà-vu

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Sono a metà strada dal dormitorio, quando inizia a piovere. Non ho l'ombrello, perciò tiro su il cappuccio e affretto il passo, sperando di arrivare alla mia stanza prima che si scateni un acquazzone.

Non me ne frega niente di cosa pensano le ragazze all'università. L'unica che mi interessa sei tu.

Le parole di Chris continuano a rimbalzarmi nella testa. 

Il nostro legame è cresciuto molto negli ultimi giorni. Le esperienze che abbiamo vissuto ci hanno avvicinati e il fatto che si sia confidato con me riguardo ai suoi genitori e al suo passato, oltre ad avermi rivelato molte cose sull'organizzazione chiamata Il Marchio dell'Angelo, costituisce la prova di quanto sia importante per lui la nostra amicizia.

Chris mi ha mostrato la sua vera natura e desidera che io lo accetti per quello che è, compreso il suo lato più oscuro e nascosto. E ho la sensazione che, se glielo chiedessi, sarebbe felice di trasformare quell'amicizia in qualcosa di più profondo.

Un volto bello e arrogante, dominato da uno sguardo torbido come le nubi che si rincorrono in cielo in questo momento, si fa largo nella mia mente, eclissando ogni altro pensiero.

Scuoto il capo con un sospiro. È inutile che tenti di illudermi. Christofer mi piace, sto bene in sua compagnia, ma finché Alexis continuerà a occupare un posto nel mio cuore, non ci sarà spazio per nessun altro. Anche se lui non ricambierà mai i miei sentimenti.

Uno strano formicolio alla nuca mi induce a sollevare lo sguardo. Alla luce dei lampioni, la strada appare deserta, eppure ho l'impressione che qualcuno mi stia osservando.

Una morsa mi serra lo stomaco. Se adesso un ghul piombasse dall'alto, non avrei scampo.

Il panico prende il sopravvento mentre realizzo che sono sola e distante da qualunque fonte di aiuto.

Mi pare di cogliere un fruscio, poi, nel buio fitto, in mezzo alla vegetazione, scorgo due puntini luminosi, di un rosso brillante. In preda a un forte senso di déjà-vu, e senza nemmeno provare a chiedermi se siano reali o solo il frutto della mia immaginazione, mi volto e inizio a correre. Lo zaino mi rimbalza sulla schiena, mentre gli stivali sollevano schizzi dalle pozzanghere. Le ombre intorno a me sembrano muoversi e prendere vita, allungandosi come dita adunche, pronte a ghermirmi...

Metto male un piede e inciampo, perdendo l'equilibrio, ma una presa ferrea mi impedisce di finire per terra. Ho il cuore in gola quando sollevo lo sguardo: il cappuccio mi è scivolato sulle spalle e il poco fiato rimasto nei polmoni mi sfugge dalle labbra.

Alexis è qui e mi osserva con aria preoccupata. La pioggia gli ha incollato i capelli alla fronte e minuscole gocce gli scorrono tra le ciglia, rimbalzando sul lungo impermeabile.

«Lavinia! Va tutto bene? Stai tremando...» La sua voce è un balsamo che spazza via il terrore, e il sollievo che provo nell'averlo vicino mi fa quasi cedere le ginocchia. Mi aggrappo a lui con entrambe le mani per sentire il suo calore, traendo conforto dalla sua presenza; gli affondo il viso nel petto e lascio che mi stringa a sé. Il fatto che si sia materializzato al mio fianco, proprio quando ne avevo più bisogno, non può che essere un segno del destino.

Oppure no?

Mi tiro indietro, strappandomi dalle sue braccia. «Qualcuno mi stava seguendo.»

Alexis annuisce. «Lo so.»

«Come fai a..?» Un'improvvisa certezza si fa strada nella mia mente. «Eri tu? Tu mi spiavi?!»

Lui distoglie lo sguardo, confermando i miei sospetti. Un'ondata di collera mi travolge. «Accidenti, mi hai fatto prendere uno spavento! Da quanto mi venivi dietro?»

Luce alle tenebre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora