26. Lavinia ♀ Il rapimento

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Dopo il breve siparietto con Adriana, il clima alla festa si è guastato e il mio mal di testa è peggiorato al punto che sono stata costretta a rientrare in camera per mettermi a letto.

Prima però ho fatto una lunga doccia calda e buttato giù un analgesico, sperando che passi in fretta. Non ho intenzione di rinunciare al mio appuntamento con Alexis, per nulla al mondo.

Un appuntamento con Alexis... stento ancora a crederci e se non fosse per il dolore alla testa giurerei che sto sognando. Mi agito sotto le coperte, ma vengo interrotta da un miagolio risentito.

«Scusa, Nemo, non ti avevo visto.» accarezzo il gattone acciambellato ai piedi del letto e lui ricambia facendo le fusa.

Lo sguardo mi cade di nuovo sullo strano tatuaggio apparso chissà come sul mio avambraccio. Devo assolutamente trovare il modo di rimuoverlo, altrimenti la prossima volta che verrà a trovarmi mia madre potrebbe dare di matto. Un ringhio improvviso mi fa riscuotere dai miei pensieri. Nemo ha smesso di fare le fusa e ora mi osserva con le orecchie appiattite sul cranio e il pelo ritto. «Ehi, che ti prende..?» non faccio in tempo a ritirare la mano che me la graffia.

«Ahi! Perché lo hai fatto?» Mi sento tradita, mentre lui con un balzo si allontana dal letto. Eva sceglie proprio questo momento per aprire la porta e Nemo si fionda attraverso l'apertura, più veloce di un ghepardo e scuro come un'ombra.

«Nemo? Che è successo, perché è scappato via in quel modo?»

Mi stringo nelle spalle, sorpresa quanto lei. «Non lo so. Lo stavo accarezzando e all'improvviso mi ha graffiata.»

Una ruga di preoccupazione le solca la fronte. «Fammi vedere.»

Prima che possa ritrarmi, mi afferra il polso e il suo sguardo si posa sul mio tatuaggio nuovo di zecca. Il rosso dell'inchiostro ora tende al cremisi, ma forse è solo un effetto della luce. «Cos'è questo?» domanda con un filo di voce. Alzo le spalle. «Me lo sono ritrovato dopo il risveglio in ospedale. Non ricordo nemmeno di averlo fatto, anzi, non è che sapresti consigliarmi qualcuno che sappia toglierlo? Mia madre impazzirà se lo scopre...» le mie parole cadono nel vuoto. Eva continua a fissare il tatuaggio, pare sconvolta.

«Eva? Che ti prende? È solo uno stupido tatuaggio...» La sento tremare e le sue mani mi lasciano il braccio come se scottasse. «Perdonami...» sussurra, un attimo prima di voltarsi e infilare la porta, sparendo nel corridoio.

Confusa, rimango a fissare l'ingresso sperando di vederla riapparire da un momento all'altro, ma poiché ciò non avviene, mi alzo e vado in bagno. Immersi nell'acqua fredda, i tagli smettono di sanguinare. Giuro che è l'ultima volta che permetto a quel gattaccio di salire sul letto.

Ancora scossa per lo strano comportamento di Eva, frugo nell'armadio in cerca di qualcosa da mettere. Tra poco più di un'ora Alexis verrà a prendermi e io devo essere uno schianto, mal di testa permettendo. Sono tentata di chiamare Mel per chiederle di darmi una mano col trucco, ma poi dovrei darle troppe spiegazioni, perciò preferisco arrangiarmi. Dopo aver scartato un'infinità di capi, opto per un vestito a fiori con lo scollo a V, e un leggero cardigan a maniche lunghe che mi serve più che altro per coprire il tatuaggio.

Sono in anticipo di dieci minuti, ma non posso rischiare che Eva rientri proprio adesso e mi chieda spiegazioni, perciò afferro la borsa ed esco.

Il retro del dormitorio è deserto. Mentre mi guardo attorno con circospezione, il mio cellulare trilla all'improvviso dentro la borsa, facendomi sobbalzare. A quanto pare, qui c'è campo.

Sto arrivando.

A.

Non ho il numero memorizzato, ma può trattarsi di una sola persona. Sorrido al display come una scema e sono tentata di rispondere, ma sento il rumore di un'auto che si avvicina e dopo appena un istante un grosso SUV nero con i vetri oscurati accosta davanti all'ingresso.

Spalanco la portiera lato passeggero e mi fiondo sul sedile. «Ho ricevuto il tuo messaggio, non credevo fossi già...» le parole mi muoiono sulle labbra insieme al sorriso. L'uomo al volante non è Alexis, ma uno sconosciuto che mi osserva attraverso un paio di lenti dalla montatura nera, che incorniciano inquietanti occhi a mandorla, dalle iridi talmente chiare da confondersi con la sclera.

«Buonasera Signorina Coletti, lieto di incontrarla.» anche la voce mette i brividi. «Allacci la cintura e si metta pure comoda, sarà un viaggio lungo.» La mia mano scatta verso l'apertura, ma lo sportello è bloccato. L'uomo accanto a me mi rivolge un sorriso sprezzante. «Non le conviene riprovarci, o sarò costretto a prendere provvedimenti.» Sembra trovare allettante l'idea.

Il mio cervello è momentaneamente fuori uso per lo shock e non riesco a impedirmi di domandare: «Che genere di provvedimenti?»

«Nulla che troverebbe di Suo gradimento, temo.»

L'auto riparte sgommando e in breve si lascia alle spalle gli edifici dell'università, togliendomi così ogni possibilità di ottenere aiuto immediato. Studio il volto ora impassibile del mio sequestratore, ma non ricordo di averlo mai visto. Capelli biondo cenere dal taglio militare, mascella squadrata, indossa un lungo trench nero che gli arriva fino alle caviglie. A parte gli occhi dal colore insolito, non possiede alcun segno distintivo. Anche se... il mio sguardo si posa sulle mani strette sul volante. All'indice destro noto un anello con lo stemma: un pentacolo inscritto in un cerchio.

«Visto qualcosa di interessante?» A quanto pare si è accorto del mio esame, anche se non ha smesso un attimo di guardare la strada.

Nonostante la situazione, decido di non lasciarmi intimidire. «Chi è Lei? Cosa vuole da me? Il rapimento è un reato, se ne rende conto?»

«Stai tranquilla, Lavinia, non ti sarà fatto alcun male. Diciamo che ci sono delle persone che vorrebbero la tua collaborazione per una questione di vitale importanza inerente alla salvezza del mondo. Se darai loro le risposte che cercano sarai libera tornare all'università stasera stessa.» Ora siamo passati al tu.

La salvezza del mondo? In cosa diamine ti sei cacciata Lavinia?

Deglutisco. «E se invece non fossi in grado di aiutarvi?»

«In questo caso» l'uomo sospira in modo teatrale «morirai


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Ehi, ma dico, avete visto la nuova copertina?

Ehi, ma dico, avete visto la nuova copertina?

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Non è a dir poco favolosa?? Io la adoro e per questo devo ringraziare enormemente @Maggie_Maeg bravissima grafica (e finanche troppo modesta) e brillante scrittrice (da non perdere il suo "Angeli della Morte"!).

Cosa accadrà ora alla nostra Lavinia?

Se volete scoprirlo, restate sintonizzati... a presto con i prossimi aggiornamenti!

Baci,

C.

Luce alle tenebre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora