62. Lavinia ♀ Il Marchio dell'Angelo

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«Si chiama "il Marchio dell'Angelo" e può contare su qualche migliaio di agenti sparsi in tutto il mondo. La loro identità è un segreto al quale hanno accesso solo i vertici dell'Organizzazione. Si tratta di una precauzione, così, se un agente venisse catturato, non potrebbe tradire i compagni, nemmeno sotto tortura.»

Le rivelazioni di Chris sono sconcertanti e l'ultimo riferimento alla tortura mi fa rabbrividire.

Dopo aver narrato l'episodio che ha segnato la sua infanzia, il mio amico ha caricato la lavastoviglie e ci siamo trasferiti in salotto, insieme a due grosse tazze di tè. Ne prendo un lungo sorso e cambio posizione sul divano, che non è comodo come sembrava. «Di che si occupa questa Organizzazione?»

Chris si allunga per posare la sua tazza sul tavolino, prima di voltarsi verso di me. «So che sei entrata in contatto con delle streghe ultimamente.» Non mi stupisce che ne sia a conoscenza, immagino glielo abbia detto Michele, perciò annuisco e lui prosegue: «Forse non sai che le loro congreghe costituiscono solo una minima parte della comunità magica mondiale. Il numero delle creature dotate di poteri soprannaturali che abitano sulla Terra è cresciuto molto negli ultimi anni. Non è mai stato fatto un censimento, ma è probabile che la cifra si aggiri intorno ai cento milioni.»

Resto a bocca aperta. Cento milioni?! È vero che la popolazione mondiale è composta da oltre sette miliardi di individui, ma mi sembrano comunque tantissimi.

«La maggior parte conduce un'esistenza tranquilla e perfettamente integrata con gli esseri umani. Talvolta avvengono anche dei matrimoni misti, sebbene non siano frequenti» continua Chris, apparentemente ignaro del mio turbamento. «L'Organizzazione si preoccupa della loro sicurezza, veglia sulle singole comunità e appiana i dissapori che insorgono tra di esse.» Sono sbalordita. «Una specie di polizia segreta» concludo. Nonostante la morbidezza del tessuto, sento le ferite prudere sotto il maglione e devo resistere all'impulso di grattarmi.

Osservo Chirs passarsi una mano tra i capelli in un gesto abituale. «In un certo senso. Il suo compito principale, tuttavia, consiste nel monitorare l'attività dei Demoni sulla Terra: seguirne le mosse, scoprire i loro piani e sventarli. Come puoi immaginare, non è un'impresa facile: i nemici sono scaltri, ben addestrati, e le loro tattiche cambiano in continuazione, così come i luoghi in cui si infiltrano e le identità che assumono.»

Deglutisco a fatica e ripenso alla descrizione che Chris ha fatto dello sconosciuto che Tiziana Ilardi ha pugnalato a morte, provvisto di un paio di corna che lo rendevano palesemente "non umano".

«Quando dici "demoni", tu...»

Il suo sguardo si assottiglia. «Non uso una metafora».

Inspiro a fondo e cerco di metabolizzare queste informazioni. Solo qualche ora fa, ho visto con i miei occhi i mostri spaventosi che hanno tentato di ucciderci, cionondimeno riesco ancora a sorprendermi. Esistono creature magiche - demoni! - che si nascondono tra le persone normali e se ne vanno in giro per il mondo a piede libero... Oddio, potrei persino averne incontrato qualcuno!

Torturo con le dita l'orlo del maglione. Ci sarebbero così tante domande da fare, eppure l'unica che riesco ad articolare è: «Se l'Organizzazione combatte contro i demoni - e i demoni sono cattivi, questo lo sanno tutti! -, allora i suoi agenti sono i buoni, giusto?» Quando Chris annuisce, seppure in modo impercettibile, tiro un sospiro di sollievo. «Perciò è questo che faceva tua madre quando era lontana da casa? Combatteva i demoni?» Sono consapevole del fatto che il mio tono trasuda incredulità. Spero di non essere troppo indiscreta, ma la curiosità mi divora.

«Faceva ciò che le veniva ordinato» è la secca replica. Lo vedo alzarsi e raggiungere la porta finestra che dà sul terrazzo. Siamo molto in alto e anche dal punto in cui mi trovo scorgo in lontananza le luci della città. Contemplo il suo profilo, lo sguardo accigliato, perso nei ricordi. Mi mordo le labbra e sono sul punto di scusarmi quando Chris aggiunge: «Quasi sempre, almeno». Dopo una breve esitazione, prosegue: «Essere un membro dell'Organizzazione è pericoloso, si rischia la vita di continuo. Per questo, a chi ne fa parte è severamente vietato stringere legami di qualsiasi natura. Si può dire che Tiziana, sposando mio padre e dandomi alla luce, abbia violato la più elementare regola di condotta imposta dall'Organizzazione ai suoi affiliati.»

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