Fifty-eight.

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Non potevo credere al fatto che fosse su quel letto, sdraiata, con una fascia che le circondava la testa e un tubicino nel naso, il quale trasportava ossigeno nei suoi polmoni.

Continuai a stringerle la mano e sorridere nonostante i miei occhi fossero bagnati di lacrime, come essi anche le mie guance.

«Non credo alla storia che se parli ad una persona in coma lei possa sentirti, sai? Ma ti parlo lo stesso.» dissi tirando su con il naso.

Mi venne un'idea: volevo restare se mi sentisse.
Così feci.

«Se mi stai ascoltando stringimi la mano.» dissi.

Dopo neanche tre secondi Francesca mi strinse leggermente la mano.

La guardai, guardai la sua mano: non potevo crederci.

«Allora mi senti, eh?» dissi ridendo.

Le diedi un bacio sulla fronte, la salutai e andai via.

La zia di Fran mi stava aspettando al solito posto.

«Eccoti.» mi disse sorridendo.

«Hey, trovato qualcosa per stanotte?» chiesi.

«Sì, tra una mezz'ora porteranno qualcosa in camera di Francesca. Comunque, cosa le hai raccontato?»

Accennai un sorriso non appena la donna mi porse quella domanda.

«Le ho raccontato qualcosa e... Volevo testare se mi stesse ascoltando.» mi fermai.

«Non hai toccato nulla, vero?» mi chiese la zia allarmata.

«No no, non sono scemo. Semplicemente non credevo, fino ad oggi, che le persone in coma potessero sentire la voce della persona che le sta parlando.» dissi.

«E cosa hai fatto?»

«Le ho detto se mi stai ascoltando, stringimi la mano.» dissi sorridendo.

«Te l'ha stretta?» chiese la zia con il sorriso.

«Sì.» sorrisi.

Mi abbracciò.

«Comunichiamolo al dottore.» dissi.

«No, non c'è bisogno. Non credo sia importante dirglielo.» disse la zia.

«Oh, dico davvero. È un buon segno.» dissi.

«Se vuoi andare, ti accompagno.»

«Okay.»

Ci recammo dal dottore.

«Aspettiamo qui, c'è un paziente in studio.» dissi.

Aspettammo una decina di minuti ed entrammo.

Raccontai tutto al dottore e lui ci rassicurò.

«Beh, le persone in coma sentono tutto. Sono in un sonno profondo ma il loro cervello e attivo e sente tutto. Non si hanno forze alle gambe, al corpo e alle braccia ma alle mani un 5% di forza c'è. Ma è un buon segno. Vuol dire che il suo cervello è in ottimo stato così come i muscoli delle mani. Ci sono molti cari, rari, in cui il paziente in coma non ha il cervello attivo. Ringraziando il cielo lei è a posto.» sorrise il medico.

«Meno male.» dissi.

«La cosa che vi chiedo è di parlarle sempre e mettere sempre in atto la storia del farsi stringere le mani. Almeno il suo cervello rimane attivo.» si raccomandò l'uomo.

«Lo faremo.» disse la zia.

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