Twenty-four.

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_Marco's Pov_

«Certo che sei golosa però, eh.» scherzai.

«Solo quando si tratta di pizza.» disse.

«Sto notando.»

«Mi spieghi come fai a mangiare la diavola e la pizza ai peperoni?»

«Io le amo.»

«Io odio i peperoni e la diavola l'ho assaggiata qualche mese fa ed è stata la prima e l'ultima volta, stavo affogando lentamente.»

«A me non crea problemi.»

«A me si.» rise.

Vederla ridere rende felice me stesso.

«Comunque avrei una domanda da farti.» disse.

«Tutto quel che vuoi.» risposi.

«Qualche mese fa mi dicesti che un giorno mi avresti spiegato il motivo del perché mi trattavi male.»

«Beh, dopo le mie ultime due ragazze mi sono chiuso in me stesso in fatto sentimentale. Ho sofferto talmente tanto che ho promesso a me stesso che se avrei provato qualcosa per qualche ragazza dovevo trattarla nel modo meno carino possibile per evitare che si innamorasse di me e che io perdessi interesse per lei. Però come vedi non ci sono riuscito.» spiegai.

«Già, non ci sei riuscito. Però ottima tecnica devo dire.» rise.

«Cioè ti chiedo scusa di nuovo.»

«Tranquillo, acqua passata. A me fa strano essermi innamorata.»

«Perché?»

«Boh, non ho mai provato questo sentimento verso qualcuno. Di solito quando provo qualcosa di nuovo mi fa sempre strano.»

«Quindi si può dire che sono il primo ragazzo nella tua vita visto in quel senso?»

«Si.»

Quelle parole mi fecero sorridere il cuore.

«Che bella sensazione. Ma quando ti sei resa conto di essere innamorata di me?» chiesi curioso.

«Quando mi baciasti iniziai a non capirci più nulla, la stessa sera c'era la festa di Natale e vederti ballare con quelle ragazze mi rattristava. Poi vabbè il bacio...» rispose.

«Che bello.»

_Francesca's Pov_

«Tu invece? Quando l'hai capito?» chiesi.

«Dal primo giorno che ti ho vista, poi c'è stato quel bacio e da lì ho capito tutto.» rispose.

[...]

Cenando e parlando si fecero le 23:15 e i genitori di Marco fecero ritorno.

«Buonasera.» dissero loro.

«Salve.» dissi io.

«Mamma, papà, lei è...» Marco non fece in tempo a finire la frase.

«L'abbiamo incontrata prima e le abbiamo dato indicazioni stradali.» sorrise la mamma.

«Che ragazza educata.» sorrise il padre.

«La ringrazio.» dissi.

«Comunque Francesca ha portato una torta che ha fatto sua zia. Volete assaggiarla?» chiese Marco.

«Che gentilezza, faccio io.» disse sua madre.

Il padre si sedette vicino a me.

[...]

«Davvero buonissima.» disse il signor Cellucci.

«Già, davvero. Beh, tua zia è bravissima a fare dolci ed è anche una bravissima donna, da come mi ha parlato.» disse la signora Cellucci.

«Grazie mille, si lo è. Dopotutto è amica a sua sorella quindi verso la vostra famiglia è molto gentile. Cioè anche con le altre ma essendoci amicizia fa così.» sorrisi.

[...]

«Ti va di uscire un po'?» chiese Marco.

«Dove?» risposi.

«In giardino.»

«Okay.»

Come una scema uscii senza giubbetto.

«Aspetta il giubbetto.» dissi a Marco.

«Non fa molto freddo, tranquilla.» mi rispose.

Ci sedemmo vicino sotto un porticato in legno, vicino la fontana.

«Hai anche l'amaca?» chiesi.

«Si, e guarda.» indicò in alto. «Per vedere le stelle.»

In alto il porticato aveva uno spazio in vetro per vedere le stelle.

«Che bello. Ma ora è nuvoloso non si vede nulla.» dissi.

«Ma voglio stare un po' con te.»

[...]

Ci sdraiammo sull'amaca a raccontare cose successe durante questo anno scolastico.

«Come mai stai tremando?» chiese Marco.

«Ho freddo però tranquillo... e stavo dicendo che la prof...» mi interruppe.

«Aspetta.» mi diete la sua felpa e mi abbracciò.

«Ogni scusa è buona eh.» dissi.

«Certo.»

Sorrisi e lo baciai.

Hate or Love? || M.C//L.SWhere stories live. Discover now