Fifty-seven.

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Le ragazze andarono via insieme a Luciano e la sua ragazza.
Promisi loro che qualsiasi cosa avrei riferito.

«Tesoro, vuoi andare a casa?» mi chiese la zia di Francesca.

«Vorrei restare qui.» dissi.

Si sedette vicino a me.

«È buio fuori, ti riaccompagno?»

«No, resto qui.»

Sorrise e mi abbracciò.

«Va bene ma lascia parlare me con i tuoi.»

Chiamai mamma e per lei fu okay.
La donna le disse di Francesca aggiungendo che fossi rimasto a dormire a casa loro per non farla stare da sola.

«Tesoro, io devo mettere qualcosa sotto i denti altrimenti crollo. Tu vuoi qualcosa?» mi chiese la zia dolcemente.

Il suo volto era triste e stanco e stava a me rimetterla su di morale.
Già, ero distrutto anch'io ma l'unione fa la forza.

«Non vorrei farle spendere i soldi.» dissi.

«Per me è un piacere. Ci metto cinque minuti, vado al bar difronte.» disse mettendo la borsa in spalla.

«Okay se proprio devo acqua gasata e un tramezzino, non fa differenza quale.» dissi sorridendo.

«Se non trovo tramezzini?»

«Faccia lei, mangio tutto.» sorrisi.

Dopo dieci minuti tornò con un sacchetto bianco con dentro almeno sei tramezzini, l'acqua e due cornetti come dessert.

«Erano rimasti due cornetti e li ho presi, se ti vanno.» disse la donna.

I suoi occhi lucidi.
Si sedette.

«Grazie... Signora andrà tutto bene.» le misi un braccio intorno al collo.

«Spero.» disse.

La feci calmare e mangiammo con calma.

«Io vado un attimo dal dottore, se vuoi vai da lei.» mi propose la donna.

«Ehm okay, ma é successo qualcosa che non so?» chiesi.

«Per fortuna niente di negativo ma voglio andare a vedere se hanno un qualcosa per dormire. Insomma, almeno una sedia allungabile...»

«Va bene, faccia con comodo.»

Lei andò dal dottore.
Io buttai le carte del cibo e andai da Francesca.
Direte: perché non sei andato prima?
I dottori non volevano ma ora tutto okay.

Andai da lei, la sua stanza aveva la porta chiusa e, per fortuna, non a chiave.

Poggiai la mia mano sulla maniglia e iniziai a tremare.
Feci un respiro profondo, acquistai coraggio ed entrai.

Mi avvicinai al suo letto.
Vederla lì, stesa sul letto, con gli occhi chiusi e un tubo che le manda l'aria nei polmoni mi fa malissimo.

Le strinsi la mano e le diedi un bacio sulla guancia.
Evitiamo le labbra, non voglio abbia qualche problema con la respirazione dato che aveva le labbra semi chiuse.

«Sono qui, non ti lascio.» dissi.

Mi scese una lacrima.

«So che sono stato uno scemo o forse non c'è parola per definirmi. Non so cosa mi sia preso e mi dispiace tantissimo. Io non voglio perderti per nessuna ragione al mondo e non saranno di certo il mio carattere e la mia gelosia a farti allontanare da me.»

Ero in lacrime.
Le accarezzai la testa e le diedi un bacio tra la guancia e l'orecchio sussurrandole un dolce e sincero ti amo.

Hate or Love? || M.C//L.SМесто, где живут истории. Откройте их для себя