...La presi per un braccio e la spinsi nella mia stanza e chiusi a chiave.
«Che ti prende? E perché non mi hai detto che Marco fosse qui?» chiese.
«Devo parlarti.» dissi.
«Dimmi.»
Iniziai a cercare il rossetto che dovevo prestarle e nel frattempo le spiegai.
«Niente prima mi sono messa a pensare a tutto ciò che è successo tra me e Marco in passato e a ciò che sta succedendo ora. Mi sono resa conto di amarlo ma non voglio correre troppo, capito?»
«Beh, almeno provate le stesse cose. Comunque si, non correre troppo. Però ora come ora penso che un suo bacio potresti anche accettarlo. Insomma, volete entrambi dopo tutto.»
Feci cenno di si con la testa.
«Tieni, il rossetto. Puoi tenerlo perché è troppo acceso per me.»
«Grazie mille. Scusa ma ora devo tornare a casa, quindi vado.»
«Certo, ti accompagno.»
Scendemmo.
«Io torno a casa che mi aspettano per cena, ci vediamo.» salutò Sara sorridendo.
«Ciao.» dissero mia zia e Marco sorridendo.
Accompagnai Sara all'uscita.
«Fammi sapere.» disse.
«Certo.»
[...]
Si fecero le 22.10.
«Ragazzi io vado a dormire che domani devo svegliarmi presto. Voi non avete scuola fino a lunedì quindi potete restare fino a tardi.» ci salutò zia.
«Notte.» dicemmo in coro.
«Vogliamo vedere qualcosa?» proposi a Marco.
«Com vuoi.» disse.
«Oppure ho qualche gioco da tavolo.»
«Va benissimo.» sorrise.
Andammo in salotto e presi il gioco Uno.
«Mi piace molto casa tua.» disse Marco.
«Grazie mille.» dissi.
[...]
«Comunque volevo scusarmi.» dissi a fine partita.
«Per aver barato? Tranquilla.» disse Marco ridendo.
«Scemo.» risi.
«Dai dimmi.»
«Insomma...Ti ho etichettato male, ti ho dato uno schiaffo.»
«Cose passate, anche a me dispiace per tutto.»
«Tranquillo, non ci faccio mai caso a queste cose.»
«Anche se ammetto che quel bacio lo volevo davvero.»
Lo guardai e diventai leggermente rossa.
Sorrisi.
«Che c'è?» chiese.
«No, niente.» risposi.
