Conoscenze

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Ayumi si svegliò improvvisamente: si trovava nella sua stanza, lei respirava in modo incontrollato e agitato e le coperte erano a terra.
Lei, agitata come non mai, si alzò dal letto e si rivolse verso lo specchio che aveva poco più lontano. Accese delle candele per donare la luce a quella stanza e poi rivolse il proprio sguardo allo specchio: notò i capelli castani disordinati, il corpo che tremava e, soprattutto il volto rosso. Era imbarazzata, troppo imbarazzata.
E lo sapeva bene da cosa era causato.
Per cercare di distrarsi e non pensare a quel sogno, Ayumi andò a indossare una divisa diversa da quella che usualmente indossava: era una tuta intera, completamente nera. Solo le maniche erano di velluto trasparente azzurro. Poi indossò degli stivali dello stesso colore della tuta, sistemò i suoi capelli in modo da averli ben mossi e poi uscì dalla sua stanza.
Appena uscita, vide una bambina piccola che la stava aspettando poco più lontano.
- Ayu, che ci fai qui? - chiamò preoccupata Ayumi, avvicinandosi al piccolo Soldato Nero.
- Mi sento sola! - sussurrò tristemente la bimba, con gli occhi pieni di lacrime - E annoiata. -
La ragazza dai capelli castani, quindi, si abbassò e abbracciò teneramente la bambina; poi le accarezzò la testa.
- E cosa vuoi fare per non annoiarti? - chiese.
La bimba alzò lo sguardo verso il tetto del castello e iniziò a riflettere su cosa rispondere, poi improvvisamente guardò Ayumi e rise.
- Posso teletrasportarti! -
- Dove? -
- Alla Fenice! Così li distruggi! -

Aria era ritornata alla cattedrale, quello stesso posto in cui aveva incontrato Iosif. Infatti, lei sperava di incontrarlo e parlare nuovamente con lui.
Non lo vedeva da qualche giorno e già aveva la sua nostalgia. Dopo aver nuovamente contemplato l'enormità di quel posto, si sedette su una panca posta davanti la statua enorme in marmo bianco di un angelo e si fermò ad osservarla: era quasi realistica, completamente bianca, pura, e trasmetteva un senso di calma che ormai l'Elfo aveva perso da tanto, troppo tempo.
Non stava più sognando la sua vita precedente: Zen le aveva detto che doveva aspettare che "qualcun'altro ricordasse". Molto probabilmente, doveva aspettare Ayumi.

Ayumi...

Quanto le mancava quella ragazza, la sua migliore amica. Avrebbe tanto voluto abbandonare tutto e andare da lei, ma sapeva bene che la ragazza non l'avrebbe perdonata.
Lei voleva che Aria vivesse tutta la sua vita al meglio, senza soffrire ma non era facile. Ormai lei aveva iniziato quel percorso di ricordi, sapeva che ciò l'avrebbe portata ad un vortice pieno di sofferenza e dolore. Ma Aria era pronta e, pur di salvare Ayumi, era pronta a tutto.

Zen era rimasto nella Fazione: era nel cortile, seduto su una panca di legno, sotto l'ombra di un enorme albero. Aveva con sé una lettera, scritta da Ayumi: lei aveva scritto come quei sogni man mano la mettevano in imbarazzo, che stava iniziando a capire il legame che univa lei e Zen, di come lei stava iniziando a creare un legame particolare con lui.
Lui rise quando lesse questo. Ayumi era agitata nello scrivere e lui sapeva che cosa lei avesse ricordato quella notte.
Quello era il ricordo più prezioso che potesse mai avere, ciò che continuava a ricordargli di andare avanti e non mollare mai.
Lui ripose la lettera in tasca e continuò ad osservare l'enorme albero che si innalzava davanti a lui: iniziò a ricordare come la Fazione sia nata.
La Fazione era un'organizzazione abbastanza vecchia, fondata da un membro di una famiglia nobile. Era nata con lo scopo iniziale di prevenire guerre, aiutare i bisognosi, essere sempre in prima linea per gli altri e combattere per degli ideali. Collaborava in parte con l'esercito, tanto da essere considerata come una forza paramilitare; inoltre, era nata assieme alla fazione del Drago e dell'Unicorno, ed erano considerate non solo come le Fazioni più antiche ma anche quelle più importanti. Questa caratteristica si era però persa con Vulpi. Lui aveva rovinato quello che era il motivo principale della nascita della Fenice, lui stava causando un'altra guerra e se non veniva fermato in quel momento, nessuno più sarebbe stato in grado di eliminarlo.
Ma come potevi eliminare una minaccia esistente da mille anni? E, considerato quel lungo tempo, era davvero solo o qualcuno o qualcosa aveva collaborato con Mitchell?

Iosif era nella sua stanza: non era uscito molto, considerando che il Re non era a palazzo. Una guardia del corpo che non sa dove sia colui che deve proteggere. Che paradosso.
Quindi stava seduto su una sedia di legno pregiatissimo, con in mano un libro preso a caso dalla libreria che aveva in quella stanza.
Gli mancava Aria. Erano giorni che non la vedeva e lui aveva estrema nostalgia di lei: non sapeva o non voleva ammettere ciò che provava, però sapeva che lei era molto importante per lui e necessitava di vederla. A qualunque costo.
Improvvisamente, accadde qualcosa di estremamente strano: vide delle luci, piccole e poi iniziarono a moltiplicarsi, prima distanti, infine si avvicinarono e iniziarono a formare una figura. Una figura umana.
Una luce potentissima, quindi, avvolse l'intera stanza, tanto che Iosif dovette chiudere gli occhi per la troppa intensità.
Quando la luce sparì, lui aprì lentamente gli occhi e vide ciò che non si sarebbe mai aspettato di vedere: vide una donna, una ragazza. Sembrava avesse la sua stessa età, o più grande. Aveva i capelli lunghi castani, occhi viola. Indossava una divisa da combattimento nera e maniche azzurre.
Riconobbe la persona, nonostante non la conoscesse.
- Ayumi? -
Ayumi era particolarmente sorpresa di trovarsi in una stanza sconosciuta, con un ragazzo sconosciuto davanti a lei, che la fissava in modo strano.
Lei credeva che Ayu l'avrebbe teletrasportata nella Fazione, non in un luogo completamente differente.
- Dove sono? - si chiese, poi vide un ragazzo biondo che la fissava in modo estremamente preoccupato.
Nemmeno il tempo di capire, che lui immediatamente andò velocemente verso di lei e puntò un pugnale dalla lama lunga sulla gola.
- Che ci fai qui, Ayumi? – chiese in modo aggressivo lui.
Ayumi sparì da lì e si materializzò poco più lontano, poi con la mano sinistra si toccò il leggero taglio che lui le aveva procurato.
- Stai attento! Tu chi sei? - urlò lei nervosamente, sottolineando la domanda, e in atto di attivare qualche sigillo ma si bloccò immediatamente quando lui rivelò la sua identità.
- Mi chiamo Iosif Petrova, guardia del Re. -
- Ah. - prima sospirò e ricordò chi fosse - Zen mi ha parlato di te, nelle lettere. - sorrise poi, andando verso il ragazzo e gli tese la mano destra, continuando a sorridere. Iosif, conoscendo la storia da Zen e notando l'assoluta non pericolosità di Ayumi, le strinse la mano in segno di saluto.
- Una nuova conoscenza. -

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