Sorgente

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Ayumi si risvegliò all'interno di un letto totalmente differente da quello in cui si era addormentata: era un enorme letto bianco, lei era coperta fino alla testa. Al suo fianco, vi era una donna dai capelli castano scuro raccolti in una complicata acconciatura e una corona, occhi neri e un vestito estremamente elegante.
- Svegliati, piccola mia. Oggi è un grande giorno! – disse dolcemente la donna al suo fianco.
La ragazza intuì che quella donna doveva essere sua madre - anche se lei la ricordava leggermente diversa - e vide che si avvicinò a lei e la prese in braccio.

Ma ho diciannove anni. Come fa a portarmi in braccio?

La donna la portò nel bagno vicino e la lavò, la sistemò e la vestì: dopo, la lasciò andare verso lo specchio. La ragazza andò a specchiarsi e si rese conto di essere leggermente diversa da come era davvero: davanti a lei vi era la figura di una bambina di circa cinque anni, con gli occhi viola e capelli blu.

Da quando ho i capelli blu?

Ayumi si ritrovò a pensare a dove si trovasse e come mai lei avesse i capelli di quel colore ma la signora, che era sua madre, la risvegliò dai suoi ragionamenti.
- Figlia mia, oggi è un grande giorno: incontrerai due persone importanti. - le rivelò lei, prendendola per mano dolcemente e le due uscirono dalla grande stanza della qui bambina. Appena usciti, Ayumi si ritrovò in questo corridoio immenso, dalle pareti marroni, dalle grandi finestre, dal tappeto rosso che dominava tutto. Sembrava il suo castello ma più illuminato.
Lei seguì fedelmente la madre fino ad una grande porta di legno che, appena furono lì davanti, si aprirono da sole. Secondo la vista di Ayumi, che era estremamente bassa in quel "sogno": infatti, due soldati che lei non vide aprirono le porte e lei entrò in questa enorme sala, dominata da un enorme lampadario, un tappeto giallo, tende rosse e diversi disegni. La "bambina" conosceva bene quei disegni: erano lo stemma della sua famiglia, dei Miyazaki.
La bambina voltò lo sguardo verso un giovane uomo dai capelli blu e corse tra le braccia di quest'uomo.
- Papà! – urlò quindi felice.
- Piccolina, ciao! Dormito bene? – sorrise l'uomo, abbracciandola dolcemente.
- Si! -

Papà?

L'uomo abbracciò teneramente la figlia e poi le fece vedere due persone che erano appena arrivate: la bimba li osservò bene e notò diversi particolari.
Vi era una bambina come lei: aveva la pelle blu chiara, i capelli azzurri come i suoi, e aveva un vestito bianco e nero, che era tipico delle cameriere. Al suo fianco, vi era un ragazzino molto più alto di lei: aveva la pelle viola chiaro, i capelli corti bianchi e indossava una divisa militare. Entrambi avevano le orecchie a punta.
- Avvicinatevi e presentatevi alla Lady. -

La Lady?

I due elfi si avvicinarono quindi alla bambina e iniziarono a presentarsi, prima abbassarono la testa in segno di rispetto.
- Io sono Aria, sarò la vostra cameriera per tutta la durata della vostra vita. - iniziò a presentarsi la bambina dalla pelle blu, sorridendo timidamente. - E ho 205 anni. La mia città di provenienza è il Quartiere Sud della Dimensione Oscura. -
- Quanti anni? - Ayumi urlò sorpresa. Ma la sua mente sapeva un dettaglio che l'altro le avrebbe rivelato poco dopo: gli Elfi vivevano molto più a lungo degli esseri umani.
- Io mi chiamo Zen. Apparteniamo entrambi al clan Mayer. - iniziò invece il ragazzo dalla pelle viola, serio. - Ho 210 anni, ma è come se ne avessi dieci per gli esseri umani. Sono diventato soldato un anno fa. Anche io provengo dal Quartiere Sud. -

Soldato? A nove anni?

Appena i due si presentarono, il padre ordinò ad una badante che era lì vicino di portare Zen e Ayumi in una stanza, per effettuare l'incantesimo: la anziana donna prese per mano la bambina e l'Elfo seguì entrambe e si rivolsero verso un altro corridoio, molto più stretto rispetto a quello che aveva percorso prima la ragazzina.
- Dove stiamo andando? - chiese Ayumi, intimidita.
- Mi hanno scelto come tuo futuro marito. Quindi adesso stanno per creare il segno tangibile di questo legame. - spiegò Zen, arrogantemente. Provocò una antipatia immediata alla bambina che non gli rivolse più la parola, anche quando arrivarono in una stanza buia per creare questo tatuaggio della predestinazione. Ayumi credeva che sarebbe stato doloroso, in realtà, non fu che un semplice e lungo incantesimo di legame imposto sia a lei sia all'Elfo accanto.
Dopo circa due ore, i due uscirono e non parlarono nemmeno una volta: non scambiavano sguardi o anche una sola sillaba. Lei aveva preso in antipatia lui e lui odiava il fatto di essere costretto, in futuro, a sposarsi con qualcuno che neanche conosceva.
I due, quindi, arrivarono verso un bel cortile: il giardino del Palazzo era straordinariamente pieno di rose, siepi e una fontana dominava il tutto.
- Che bello! - urlò Ayumi, che corse verso la fontana e si specchiò sull'acqua e si rivide nuovamente con i capelli azzurri. Era davvero confusa.
- Ehi! -
La bimba si girò e notò che vi era Aria che la salutava: le due bambine iniziarono a parlare e Zen si limitava semplicemente ad ascoltarle; iniziarono a parlare dei propri poteri. Aria aveva i sigilli dell'acqua, Zen quelli oscuri ma Ayumi non ne aveva.
- Non li hai sbloccati ancora? A cinque anni, io già sapevo tutto sui miei poteri! - esordì l'Elfo di sesso maschile, in atto di vantarsi.
- Beh, considera che noi abbiamo duecento anni in più di lei. Questo è normale. - la difese Aria, mostrando la lingua al cugino, in segno di dispetto.
Nonostante lei li conoscesse da qualche ora doveva dire che la sua cameriera era davvero simpatica, a differenza di quell'arrogante del cugino.
Mentre i due litigavano, Ayumi iniziò a sentire una strana e forte energia. Una forza che voleva uscire da lei, una sensazione di limitazione e di enorme potenza, un sentimento di paura.
Lei sapeva cosa fosse quella sensazione.
Li stava liberando.
Stava sbloccando i suoi poteri.
I due Elfi si voltarono verso di lei e videro la bambina volteggiare in aria, con gli occhi illuminati da una luce azzurra e un forte vento usciva da lei: tutto il paesaggio iniziò a cambiare, gli alberi vennero spazzati via, i fiori seccarono, la fontana venne distrutta e una forte energia si diffuse per chilometri e chilometri.
La bimba urlava dal dolore, ma non si rendeva conto di ciò che stava accadendo: sentì solo una persona che sbloccava un sigillo, "Umbra Ignis", e Zen davanti a lei. Poi chiuse gli occhi.
Ayumi si risvegliò nel letto bianco in cui si trovava prima e notò che, attorno a lei, vi erano il Re, la Regina, diversi servitori e Aria.
- Si è svegliata! -
Tutti iniziarono ad urlare dalla felicità e iniziarono a fare mille domande ad una povera bambina che non stava capendo nulla. Lei tentò di alzarsi, ma vide che c'erano circa dieci limitatori, cinque per ogni braccio.
- Non alzarti. Il potere che hai liberato era così forte che ci sono voluti dieci limitatori per farti calmare. - spiegò la madre che, rivolgendosi a tutti quelli presenti, ordinò di andarsene via. Solo Aria doveva rimanere a vegliare la piccola Lady.
Quando tutti uscirono dalla stanza, Ayumi cercò di girarsi sul fianco e iniziò a parlare con la sua nuova cameriera.
- Cosa è successo? – chiese timidamente la bimba dai capelli azzurri.
- Hai sbloccato i tuoi poteri ed è stato tremendo. - iniziò a raccontare Aria, tristemente. - Hai iniziato ad urlare e io sono corsa a chiamare aiuto. Zen, invece, è rimasto lì con te. Ha usato il suo potere e ha iniziato a fare incantesimi su incantesimi, per limitare i danni. -
- Zen? - chiese sorpresa la bimba. Non si aspettava che lui, così antipatico, l'avesse salvata.
- Sembra cattivo, ma è una bravissima persona, devi solo dargli tempo. Non ti conosce e lui è distante con chi non conosce. -
Ayumi, però, richiuse gli occhi per un attimo e quando li riaprì, si ritrovò davanti allo specchio: lei vide una figura completamente diversa da prima. Una figura più slanciata, più alta e più femminile.
- Cosa? - iniziò a chiedersi Ayumi, ma venne interrotta da un'altra persona.
- Lady! Siete pronta? -
Lei si girò e vide Aria. Le sembrava di ricordare quando lei aveva quindici anni: aveva lo stesso e identico aspetto.
- Si... - rispose lei, leggermente titubante.
- Qualcosa non va? - chiese la cameriera, preoccupata.
- Tutto bene. -
- Avete quindici anni, potete dire quello che volete. Poi adesso, incontrerete Zen! -

Un salto di dieci anni?

Ayumi annuì semplicemente e aggiustò il vestito lungo viola che aveva, dopo di che, seguì Aria che la portò verso il cortile: arrivati lì, la ragazza si ricordò come lo avesse distrutto prima ma adesso sembrava tutto tranquillo. Sembrava tutto troppo reale. Notò, però, che un Elfo era seduto su una panchina marrone e stava dormendo: Aria e la Lady si avvicinarono al ragazzo e la cugina cercò di svegliarlo in tutti i modi ma non ci riuscì. Ad un certo punto, Ayumi allungò la mano destra e creò una palla d'aria e, appena si formò, la scagliò contro il dormiente Zen, che venne scagliato a qualche metro di distanza.
- Ma che...? - urlò il povero Elfo, leggermente disorientato da ciò che era accaduto ma, vedendo Ayumi davanti a lui e una ferita sanguinante sullo stomaco, capì benissimo cosa successe.
- Non potevi svegliarmi come tutti normalmente fanno? - urlò arrabbiato.
- Non ti svegliavi, dovevamo far qualcosa no? - si difese la Lady, fingendo di essere innocente.
Zen si alzò e si diresse verso la sua promessa sposa per ribattere, ma poi alla fine non disse nulla. Aria si allontanò con la scusa di dover fare alcune cose e lasciò i due soli.
Il ragazzo dai capelli bianchi notò che la ragazza avesse un ciondolo particolare: era di colore verde ed emanava un particolare tipo di energia.
- Cos'è? - chiese, indicando l'oggetto.
Ayumi seguì lo sguardo di lui e si rese conto di avere al collo la Sorgente.

Come l'ho avuta? Non dirmi che sto sognando...

- Volevo parlarti proprio di questo oggetto.Vieni, andiamo a farci due passi. - lo invitò lei e iniziarono a camminare all'interno della residenza.
Dopo qualche minuto di silenzio, Ayumi decise di parlare e dire ciò che aveva creato.
- Ricordi quando io sbloccai i miei sigilli? -
- Sì. - rispose lui.
- Se tu non mi avessi salvata, io sarei morta. Ho un potere estremo, non sarei stata in grado di gestirlo. - poi prese il ciondolo che portava al collo. - Ho ragionato su ciò che hai fatto. Hai presente come si creano gli oggetti magici? -
- Certo, è la base. - annuì Zen.
- Ho ragionato su quell'avvenimento: tu cosa hai fatto? - chiese la Lady, per far ragionare il ragazzo.
- Ho creato prima un muro di fuoco, poi ho recitato degli incantesimi di limitazione. -
- Ecco! - lo interruppe lei, estasiata. - Mi hai limitata. Hai limitato il danno. Io sono stata fortunata perché c'eri tu: se tu non ci fossi stato, sarei morta come quasi il 50% dei bambini che sbloccano il proprio potere. -
Poi mostrò il pendente all'elfo.
- Ho inserito tutti gli incantesimi di limitazione e assorbimento, in modo tale che possa assorbire e limitare il danno che potrebbe causare il potere rilasciato dai ragazzi. -
- Questo significa che salverai tutti, ma significa anche che questo gioiellino inizierebbe ad avere un potere enorme. - dedusse Zen, abbastanza preoccupato da quell'oggetto.
- Proprio per questo dovrò essere la sua guardiana. -
- Ma morirai, prima o dopo.- la interruppe lui, seriamente preoccupato per ciò che diceva.
- Ho fatto in modo che, chi nasce con un forte potere, possa gestirlo. Insomma... - e qui Ayumi perse un po' della sua sicurezza. - Io ho cinque sigilli, tu quattro oscuri. Quando ci sposeremo, creeremo una famiglia piuttosto forte e i bambini... - iniziò a parlare con un tono sempre più debole e Zen a malapena la sentiva.
- Cosa? -
- Niente. Comunque hai capito no? Adesso dico a mio padre e mia madre di questo oggetto. - disse lei, rivolgendosi verso la grande sala.
Un paio di ore dopo, quando la luna era alta nel cielo, Ayumi decise di andare nel suo cortile, a contemplare la voce del silenzio: quando arrivò lì, vide che Zen stava guardando le stelle pacificamente.
- Zen? -
L'elfo si girò verso la Lady e le sorrise. Poi la invitò a fargli compagnia a guardare le stelle.
- Vedi? Lì su, non c'è guerra. C'è solo pace e calma. -
Fra qualche ora, lui sarebbe dovuto andare nuovamente al campo di battaglia.
- Questa guerra secolare tra Elfi Solari e del Buio sembra non finire mai. -
- È proprio questo il motivo per cui dobbiamo sposarci. - disse lentamente la Lady, guardando a sua volta il cielo.
- Io ho i miei personali motivi per il quale voglio sposarti. -
La ragazza sussultò a quelle parole e guardò l'elfo: la pelle viola assumeva un pallore quasi lunare sotto quella luce, i capelli bianchi che incorniciavano la carnagione, il fisico allenato dal duro allenamento che imponeva a se stesso e dalla guerra e battaglie che doveva condurre. Nonostante tutto, Zen era davvero un bell'uomo e lei si ritrovò a pensare che, forse non era poi così male sposare un Elfo del Buio cadetto con un forte potere oscuro.

Ayumi si risvegliò improvvisamente, stavolta nel suo letto nero e viola: si alzò lentamente, cercando di capire cosa stesse succedendo. Poi si accorse che aveva tra le mani la lettera di Zen.

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