Lettera

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  - Cugina. -
Aria rivolse lo sguardo verso l'Elfo dai capelli bianchi che l'aveva chiamata.
- Zen, giusto? -
L'uomo annuì, poi lentamente si avvicinò alla parente e le sorrise.
- Sei vicina alla verità. - sussurrò rassicurante, sorridendo per cercare di tranquillizzare la cugina, la quale era un po' disorientata.
- Insomma: tu saresti mio cugino ma conoscevi la Lady, che è morta mille anni fa. E nessun elfo vive così tanto. - spiegò dubbiosa lei, sfiorando con ansia i lunghi capelli blu.
- Saprai tutto fra poco, non preoccuparti. - le disse Zen, poggiando una mano sulla spalla di lei. - Ma ti avviso: non credere a Vulpi, è pericoloso. -
- E cosa dovrei fare? Lui è il Capo della Fazione, dopotutto. -
- Ascoltami attentamente. - sussurrò l'Elfo, avvicinandosi ancor di più alla cugina - Al momento non ti posso dare dettagli, ma ti consiglio di andare negli archivi che ci sono al palazzo reale. Scoprirai alcuni dettagli che non conosci al momento. -
- Come posso fare? – domandò quasi urlando Aria, ma venne interrotta da un arrivo inaspettato: senza bussare, entrò Kanata che, vedendo i due Elfi insieme, ringhiò.
- Elfo! Hai una missione, lo hai dimenticato? - disse lui, ferocemente.
- No, sto partendo. - rispose Zen che, dopo aver salutato la cugina, andò via.

Ayumi si stava allenando, come era solita fare da quando era arrivata nella Dimensione Oscura: la stanza buia, illuminata da tante piccole candele, conferivano un'atmosfera tutt'altro che rassicurante. La giovane donna stava lì, a combattere contro un Soldato Bianco che aveva chiamato per farsi aiutare. Lei era abbastanza abile nel combattimento corpo a corpo, era un'appassionata di combattimenti e sapeva alcune tecniche fisiche molto potenti, che le permettevano una buona padronanza delle lotte. Il soldato bianco la colpì alle spalle, ma Ayumi reagì allontanandosi leggermente dall'avversario, per poi avvicinarsi velocemente e colpendolo al collo con il braccio destro. L'allenamento venne interrotto da Miyu, che entrò nella stanza.
- Ayumi, dovreste interrompere l'allenamento. Dovreste riposarvi. -
- Mi sono riposata abbastanza. Devo riuscire ad essere ancor più forte per battere quel disgraziato. - la interruppe la ragazza dai capelli castani, con fare aggressivo.
Il Soldato Nero sospirò pesantemente: sapeva che la sua padrona era estremamente testarda e nessuno sarebbe stato in grado di farle cambiare idea, nemmeno se questo significava salvare la vita a qualcuno.
- Ayumi, devo comunicarti che è arrivato Stefan. -
Chi era Stefan? Stefan era l'ultimo dei tre Soldati Neri creati da Ayumi: Ayu era la bambina e stava perennemente dentro il castello; la veggente meditava e, raramente, dava le sue previsioni ad Ayumi ma non era stata creata da lei, ma fu trovata direttamente dentro al castello; Miyu era come un'assistente e Stefan, invece, era il "vagabondo". Lui non tornava mai al Castello se non ci fosse stato un vero e urgente motivo. Era stato creato per aiutare gli abitanti del Quartiere Nord, in modo tale che non ci fossero mai dei pericoli.
- Cosa sarà successo? – chiese a sé stessa Ayumi, abbandonando l'allenamento e iniziò a seguire preoccupata Miyu, che la portò nella sala principale. Stanza ampia, buia senza nessun tipo di colore. Trono di marmo che quasi stonava in quella stanza. Ma lei non si sedeva mai sul trono.
Ayumi, quindi, si rivolse verso un ragazzo dai capelli biondo scuro, piuttosto alto e la solita armatura nera che contraddistingueva i Soldati Neri.
- Stefan, cosa è successo? - chiese lei, severa e attenta.
L'uomo abbassò inizialmente la testa in segno di rispetto, poi la guardò dritta negli occhi.
- Abbiamo un problema nel confine. -
Vulpi stava leggendo un libricino quando qualcuno bussò alla sua porta: appena diede il permesso di entrare, quel qualcuno si rivelò essere Aria.
- Aria, ciao. - salutò il ragazzo, poggiando il libro sul tavolo.
- Vulpi, scusa se disturbo...- iniziò a parlare l'elfo, timidamente - Ho bisogno che tu mi faccia un permesso scritto per andare al palazzo reale. -
- Per fare? - chiese stranito il castano, guardando interrogativo l'interlocutrice.
- Devo... beh...- iniziò a balbettare Aria, cercando una scusa da poter dire.

"Devo inventarmi qualcosa. Ma cosa? Lui capirà che mento".

- Ho scoperto un dettaglio strano della mia famiglia, quindi sto indagando sul mio clan -
Una scusa migliore non poteva inventarla: Vulpi la guardò attentamente, come se volesse analizzarla ma poi sorrise e prese un foglio dal cassetto della scrivania.
- Va bene, ti farò il permesso. - decise lui, sorridendole. Il permesso per andare al palazzo reale era necessario anche solo per una visita di qualche minuto: poteva essere rilasciato solo dai Capi di organizzazioni o da membri della famiglia Reale.
- Aria, sei fortunata: non sono solo il Capo della Fazione, ma faccio parte anche della famiglia Reale. Appena leggeranno il mio nome, entrerai immediatamente. - ridacchiò Vulpi, firmando il documento e lo consegnò ad Aria, che sorrise a sua volta.
Quando l'Elfo uscì e fu abbastanza lontana dall'ufficio di Vulpi, lei iniziò a sospirare pesantemente: come Elfo, lei non era molto brava a mentire, ma era riuscita a farsi fare il permesso. Era stata convincente, forse.
Lei guardò il foglio e si accorse che aveva validità di 24 ore: quindi, Aria poteva guardare gli archivi tranquillamente. E, magari, avrebbe capito ciò che voleva dirle Zen.
- Una crepa? -
Ayumi e Stefan si erano diretti verso il confine tra la Dimensione Oscura e quella della Luce - Meral - e la ragazza notò che vi era una profonda crepa in quel muro invisibile.
- Ho notato che, durante il mio viaggio, vi era una fuga di energia e sono andato a controllare e ho visto questo. - spiegò preoccupato Stefan, indicando con la mano sinistra il punto di rottura.
- Perché non lo hai riparato? - chiese Ayumi, severamente come sempre.
- Non ho potuto. - rispose lui - Ci ho provato: è una magia estremamente antica e non sono in grado di annullarla. -
L'ex guardiana della Sorgente lo guardò come se avesse appena detto una eresia: una magia antica? E chi sarebbe stato in grado di farla?
Lei attivò il suo sigillo oscuro, iniziò a fluttuare nell'aria e si diresse nell'esatto punto in cui vi era quella profonda crepa: allungò la mano destra e provò ad assorbire quell'incantesimo. Ma non ci riuscì, anzi, ricevette una scossa da quella crepa. Ayumi sgranò gli occhi spaventata: quello era davvero un incantesimo antico e, quindi, estremamente difficile da rimuovere ma era anche una magia oscura. E lei non poteva assorbire i sigilli oscuri.
- Qualcuno è stato furbo, devo dire. - ridacchiò malignamente lei, ma poi fu distratta da un piccolo dolore nel suo polso sinistro. Lei andò a guardare il braccio e notò che quel tatuaggio che le era apparso quando incontrò Zen stava pulsando.
- Cosa...? -
Ayumi scese a terra, preoccupata: nonostante fosse esperta in arti magiche, quella crepa era davvero qualcosa di estremamente misterioso. E lei odiava quando non riusciva a comprendere la natura di certe cose.
Improvvisamente apparve davanti a loro una lunga figura: pelle viola chiaro, capelli lunghi bianchi, e una divisa che Ayumi conosceva troppo bene.
La divisa della Fenice, della Fazione.
- Ciao, Ayumi. -
- Zen. -
Stefan si mise sull'attenti, ma Ayumi lo fermò prima che potesse attaccare e gli ordinò di tornare al Quartiere Nord e proteggerlo insieme agli altri tre Soldati Neri. Nonostante lui non volesse, obbedì e si allontanò dai due.
- Come mai sei qui? - chiese Ayumi, interrogativa. - Non credevo fossi un membro della Fenice.-
- Vorrei non esserlo.- sospirò Zen, guardando in basso. - Vorrei non essere qui. -
La donna sgranò gli occhi, come se fosse sorpresa da ciò che lui le aveva detto.
- Preparati.-
Zen sussurrò questo e immediatamente una fiamma violenta nera accerchiò Ayumi.
- Cosa sta...? -
Zen saltò davvero in alto e sbloccò il suo primo sigillo "Umbra Ignis".
Iniziò a materializzare nella sua mano piccole fiammelle di fuoco nero e li lanciò tutti verso la ragazza, creando una vera e propria pioggia di fuoco. Colpì in pieno Ayumi, che venne coperta dal fumo e dalle fiamme.
Zen, quindi, tornò nuovamente sul terreno; ma appena poggiò i piedi, si rese conto che si stava creando un ciclone, quindi si allontanò da quel punto.
Dopo di che, diverse palle d'aria iniziarono ad andare velocemente verso la sua direzione: l'Elfo iniziò a schivarle tutte, per quanto gli era possibile; ma una palla lo sfiorò e gli lacerò leggermente la pelle.
Il fumo e le fiamme iniziarono a placarsi e si intravide Ayumi, ma con un abbigliamento diverso: quando lei sbloccava i primi quattro sigilli, cambiava abbigliamento. Lei, infatti, indossava un top azzurro che le lasciava scoperto il ventre e delle maniche di velluto coprivano a metà le braccia; i leggins neri erano stati sostituiti da dei pantaloncini corti blu scuro. Solo gli stivali neri erano rimasti del precedente abbigliamento.

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