Leggende

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Quella notte Aria non riusciva a dormire: nonostante fosse sdraiata sul suo comodo letto, fosse avvolta dalle pesanti coperte grigie e fosse molto stanca, non riusciva a dormire. Per quale motivo non riusciva a dormire? Vi era la luna piena. Ma cosa aveva tanto di speciale la notte di luna piena? Gli Elfi del Buio erano soprattutto noti nel mondo di Meral come creature magiche che dominavano elementi naturali quali l'aria e l'acqua ma erano famosi anche per un motivo specifico: tre clan appartenenti agli Elfi del Buio dominavano i poteri oscuri, perciò erano molto pericolosi. Questo potere che avevano si raddoppiava nelle notti di luna piena: spesso, durante le guerre contro gli Elfi Solari, attaccavano solo in quelle notti, in modo tale da assicurare la vittoria. Ed era questo il motivo per cui Aria non dormiva: aveva troppo potere sigillato dentro di sé e doveva sfogarlo per, almeno, sentirsi meglio e riuscire a dormire. Il problema però era che, se avesse liberato anche solo per un momento i suoi poteri moltiplicati, avrebbe sicuramente attirato l'attenzione di tutta la Fazione e, soprattutto, di qualche soldato bianco vagante. Preferì, quindi, resistere per quella notte e stringere i denti. Si alzò dal letto e, per far scorrere velocemente il tempo, si avvicinò alla libreria presente vicino alla scrivania e prese un libro: si intitolava "Le leggende: come e quando si è creata la storia.". Quel libro apparteneva ad Ayumi. L'Elfo ricordava bene, infatti, quando la sua migliore amica si lamentasse di quel libro - che sosteneva sapere a memoria - ma lo leggeva comunque. La ragazza dai capelli azzurri, allora, lo aprì e sfogliò il libro, fin quando non arrivò alla sezione "Guerre del Sole e della Luna". Sapeva bene di cosa parlasse quella sezione, cioè delle guerre tra gli elfi Solari e quelli del Buio, ma decise comunque di leggere: almeno, avrebbe dimenticato quel piccolo problema di potere che aveva.

Un tempo, quando ancora governavano i Miyazaki, esistevano solo due creature magiche a Meral: gli stregoni - cioè esseri umani dotati di poteri legati agli elementi o possedevano poteri oscuri - e gli Elfi. Gli Elfi erano a loro volta divisi in due specie: gli Elfi Solari, molto simili agli esseri umani se non per le orecchie a punta e un tatuaggio sul petto ed erano caratterizzati dai poteri legati al fuoco e alla terra; gli Elfi del Buio, facilmente distinguibili tramite il colore della pelle e dai poteri legati all'aria, acqua e, raramente, ai poteri oscuri. Queste due specie vivevano in due zone completamente diverse: quelli Solari vivevano nelle città insieme agli umani; quelli del Buio vivevano nella Dimensione Oscura. Le due specie non sono mai andate d'accordo e i loro attriti aumentavano col passare degli anni: gli Elfi solari erano particolarmente invidiosi della loro controparte perché erano in grado di controllare i poteri oscuri. Questi poteri erano i più pericolosi, non solo perché variavano da Elfo ad Elfo, ma soprattutto perché permetteva al possessore di dominare tutti e quattro gli elementi. Spesso vi erano sanguinose guerre tra di loro e molte volte interveniva la famiglia reale dei Miyazaki per fermarli. Una volta, per indebolire i loro nemici, gli Elfi Solari rapirono la maggioranza delle donne che possedevano il potere oscuro, per portarle con sé: solo alcune bambine si salvarono che, da grandi, permisero la nascita di altri Elfi con gli stessi poteri. Questo avvenimento portò ad una sanguinosissima guerra che coinvolse tutto il mondo di Meral per circa tre secoli, fin quando l'ultimo Re appartenente ai Miyazaki decise di far sposare la Lady, sua figlia, con un Elfo del Buio, per permettere ed iniziare un processo di pace. Ma questo non avvenne: si disse che, dietro lo sterminio della famiglia reale, ci fossero gli Elfi Solari, che non accettavano il matrimonio. A causa di ciò, subito dopo avvenne il cosiddetto "Sterminio del Sole": moltissimi elfi Solari vennero uccisi, mentre alcuni riuscirono a scappare, ma non si seppe niente del loro destino. Quegli Elfi del Buio che erano stati rapiti furono invitati dai compagni a tornare nella Dimensione Oscura, ma si rifiutarono di lasciare quei villaggi che avevano costruito: le due parti si riunirono e non tornarono più nella Dimensione Oscura, già abbandonata da quegli esseri umani che erano dotati di poteri oscuri. Lì rimasero soltanto i cosiddetti "Soldati Bianchi" [...]

Aria richiuse velocemente il libro: non le andava più di leggere, inoltre quella sua sensazione di estremo potere non si era assolutamente fermato. Decise di alzarsi da dove era e si diresse verso la grande finestra che dominava la sua stanza: aprì ed andò sul balcone, ad ascoltare il silenzio e il profumo della notte. Iniziò a respirare profondamente, per godere al pieno della pace garantita dalla notte, ma ci fu qualcosa che la turbò: un lupo albino era sul giardino della Fazione. Un lupo abbastanza strano, l'Elfo percepiva dell'energia provenire da lì. Incuriosita da quel lupo, cercò di avvicinarsi, quando però notò che lui iniziò a guardarla: lei riconobbe quegli occhi azzurri, sapeva di chi erano. Era quel ragazzo che aveva sognato prima, ne era sicura; non poté verificare la propria ipotesi quando sentì dei passi: Aria si nascose e notò che Kanata si rivolse verso il lupo e notò un ringhio da parte sia del lupo che del ragazzo.
- Vieni con me, Zen.- comandò lui, piuttosto irritato e il lupo lo seguì pacificamente. Quando i due arrivarono sotto il balcone di Aria, Zen alzò lo sguardo e si rivolse verso l'Elfo che, tremante, cercava di nascondersi.

"Siamo rovinati, cugina."

Lei sentì queste parole nella propria mente: il lupo aveva creato un temporaneo legame tra loro, in modo tale da parlarle telepaticamente. Una magia antichissima, che neanche Aria conosceva: lei tentò di rispondere, ma il legame si era già infranto. L'Elfo, notando che era rimasta sola, rientrò in stanza: chiuse le finestre e si appoggiò sul vetro, poggiando la propria mano sinistra sul proprio petto, cercando di calmarsi. Cosa stava succedendo? La risposta sarebbe sicuramente stata in quei "sogni".
Zen camminava pacificamente dietro a quel ragazzo: era strano, non sapeva chi fosse, ma sapeva bene che era un suo nemico. Non lo ricordava, ma era strano che uno come Kanata fosse lì, al servizio di quella volpe.
- Eccoci. - disse ancora sprezzante il ragazzo, aprendo la porta. E il lupo si ritrovò davanti qualcuno che non avrebbe mai voluto vedere.
- Vulpi. -
- Ciao Zen. - salutò Vulpi, alzandosi dalla sedia su cui stava riposando - Da quanto tempo! -

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