Non avrei mai creduto...

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Ayumi stava rinchiusa nella sua stanza da ore: stava ideando un piano molto importante, cioè come salvare Zen e come liberarlo da quella maledizione. Come lei aveva già visto, quei sigilli erano sovrapposti, quindi fatti da qualcuno che normalmente non poteva imporre maledizioni, come Vulpi.
La ragazza ricordava molto bene che il suo nemico non era molto bravo con questo particolare tipo di incantesimi, quindi spesso sovrapponeva molte cose diverse per avere la stessa potenza di un sigillo oscuro imposto da lei.
Lei aveva distinto in quella maledizione 89 sigilli differenti e ognuno aveva un'energia diversa, una composizione diversa: ci sarebbero voluti anni per rimuoverli tutti, ma lei non aveva a disposizione tutto quel tempo. Doveva farcela almeno in qualche mese, giusto per poter evitare che accadesse qualcosa al Quartiere o peggio a lei stessa.
Quindi scrisse su un foglio tutto ciò che riguardava quella maledizione e poi continuò a lavorarci su, però sia per la stanchezza e sia a causa di quel veleno che ancora circolava in lei, crollò in un sonno estremamente profondo.

Iosif era nella sua stanza nuova, data dal Re: molto grande, tende gialle, pavimento rosso con pietre incastonate, un armadio d'oro. C'erano troppe cose che lui a malapena sopportava, venendo da una situazione di povertà.
Lui era sdraiato sul letto enorme che c'era in quella stanza e non riusciva a prendere sonno: si interrogava sull'assenza del Re, ma probabilmente il giorno dopo lo avrebbe ritrovato, quindi non aveva nulla da preoccuparsi.
Mentre tentava di prendere sonno, il ragazzo guardò il balcone lì presente e si immaginò Aria lì fuori: sotto la luce della luna, i capelli corti che le stavano benissimo, quell'abbigliamento semplice e bello, quegli occhi, quel sorriso che lui avrebbe voluto vedere continuamente.
Era bello vederla, anche se era frutto della sua immaginazione. Era bello averla davanti a sé, nonostante non fosse reale. Era bello poterla abbracciare. Lui quasi arrossì al pensiero e sorrise, pensando di essere un maniaco. Si addormentò dopo qualche minuto.

Aria non sentiva più quell'insistente dolore al braccio: aveva trovato in quella giornata un olio particolare e aveva notevolmente alleviato il dolore. Si osservò il braccio e vide che vi erano alcune bolle in quella ferita: avrebbe voluto dirgliene quattro a Kanata, ma non poteva fare nulla, almeno in quel momento.
Poi vide la luna che dominava il cielo e notò che mancava qualche giorno al ritorno della luna piena: si sarebbe dovuta preparare ad un'altra notte insonne.

Anche Zen era nella sua stanza, sdraiato e in attesa che qualcuno di addormentasse e ricordasse la loro storia: chiuse gli occhi e iniziò a vedere ciò che Ayumi stava "sognando" in quel momento.

Ayumi si ritrovò in quel cortile nel quale si svolgevano gran parte dei suoi ricordi: era lì con una veste blu molto semplice e carina, non troppo stretta e lunga. Un grembiule bianco macchiato di sangue, i capelli legati. Lei si guardò e si chiese dove fosse stata, per essere in quelle condizioni, poi vide la sua cameriera che arrivava da lontano.
- Lady! - chiamò l'Elfo, quando la vide. - Dovreste cambiarvi, la gente si potrebbe spaventare! Mica tutti possono sapere che ti occupi dei feriti di guerra! -
Lei annuì, ma non si cambiò e non disse nulla: si sedette sopra la parte in marmo della fontana, si sistemò il grembiule e non disse una sola parola.
- Come sta andando la guerra? - chiese nuovamente Aria, preoccupata.
- Le notizie che arrivano sono poco rassicuranti: la guerra si fa sempre più cruenta e non c'è modo di fermarla. Dobbiamo accelerare il matrimonio tra me e Zen, in modo tale da fermare la guerra. - rispose lei, preoccupata. Poi si toccò i capelli azzurri e poi guardò verso il cielo.
- Non so nemmeno se Zen sia vivo o meno. - sospirò alla fine.
Le due ragazze si irrigidirono e poi non parlarono più: quell'argomento era estremamente complicato, soprattutto per la Lady, considerando che il suo "probabile marito" combatteva ed era fuori ormai da quasi due anni.
I due si erano scambiati delle lettere, ma era quasi sei mesi che lui non le rispondeva e non le mandava nulla, quindi lei era ogni giorno sempre più preoccupata che gli fosse accaduto qualcosa.
Improvvisamente, le porte del Palazzo si aprirono e si sentirono violenti rumori e molte urla: le due scattarono immediatamente e corsero verso l'entrata del castello e videro cosa stesse succedendo. Videro diversi soldati feriti che a malapena camminavano, tantissimi cadaveri, carri pieni di corpi, di creature magiche. Alcuni cavalli trascinavano dei corpi irriconoscibili e solo pochi erano quelli feriti gravemente.
Aria, quindi, corse immediatamente in infermeria per avvisare i vari medici di prepararsi, mentre Ayumi rimase lì, a vedere e osservare.
Andò verso i carri dei morti e cercò qualcuno che lei ben conosceva, andò in ogni corpo che vedeva, per vedere se lui ci fosse. Anche tra i feriti, lei non vedeva colui che stava cercando.
Il cuore quasi le si era fermato.
Le lacrime erano pronte ad uscire.
Se lei non riusciva a vederlo e non era né tra i feriti e né tra i morti significava che era disperso?
Mentre già stava iniziando a piangere, vide in lontananza un Elfo del Buio, ferito ma non troppo, che trainava un carro pieno di altri cadaveri.
Lei lo riconobbe immediatamente.
Iniziò a correre verso quell'Elfo e, arrivata davanti a lui, gli saltò al collo.
- Zen! - urlò, piangendo. - Credevo non saresti più tornato! -
- Te lo avevo promesso. - rispose lui, abbracciandola più forte che poteva. Non la vedeva da due anni, quindi lei doveva avere circa vent'anni.
Lei gli accarezzò il volto, poi lo abbracciò nuovamente. Notò però che lui era estremamente ferito, quindi decise di allontanarsi e portarlo nell'infermeria: arrivati lì, fu la Lady stessa a occuparsi totalmente di lui, a guarirlo attraverso i suoi poteri.
Lei impiegò qualche ora a guarire tutte le sue ferite e, appena Zen si riprese del tutto, lei andò ad assistere anche gli altri feriti.
Quindi i due non parlarono molto effettivamente, infatti lui poi preferì lasciare la ragazza sola a fare il suo dovere. Dopo un paio di ore, quando Ayumi terminò il suo compito, venne avvicinata da Aria, che le comunicò che il Re aveva appena stabilito un ballo in onore del ritorno dei soldati: così la Lady, accompagnata dalla sua cameriera, andarono nella stanza di lei per potersi sistemare.
- Bene, come vuoi vestirti? - chiese l'Elfo, appena arrivato.
- Qualsiasi cosa. Basta che sia elegante e non sia di un colore strano. - rispose la ragazza, poi andò verso il suo armadio e vide i tantissimi vestiti che aveva e ne prese tre: uno viola dal corsetto stretto e una gonna lunga vaporosa con tanti brillanti sopra; uno nero con le maniche larghe bianche e uno azzurro dal corsetto estremamente decorato, una gonna piena di strass, un velo che si divideva in tre di dietro.
L'amica la aiutò poi con l'acconciatura, il trucco e tutto ciò che serviva per essere la più bella in quella sala. Verso le nove di sera, tutti gli invitati arrivarono al Palazzo e si radunarono nella Sala dedicata alla festa: il Re affiancava la Regina, che indossava un vestito lungo rosso e bianco, e accolse i vari soldati rimasti in vita dopo due anni di assenza. Presentò i vari capitani, sottotenenti, colonnelli e poi presentarono il capitano, un uomo anziano di quasi settant'anni e il diretto sottoposto del capitano. Quest'ultimo era Zen, appena promosso.
Infatti il capitano aveva notato le enormi abilità fisiche e magiche di quell'Elfo, tanto che lo volle come "Generale di incarichi speciali.": quindi, si poteva occupare anche di missioni di spionaggio o di supervisione. Aveva pieni poteri, non al livello del Capitano Generale, ma molto simile.
Quando presentarono Zen, dopo qualche minuto, presentarono un'altra persona.
- Accogliamo con devozione e rispetto la Principessa di Meral, figlia del Re e Regina di Meral, duchessa delle popolazioni del Nord, ambasciatrice presso le altre specie esistenti e il popolo, infermiera ufficiale del Regno, futura Imperatrice di Meral e la Dimensione Oscura: la Lady Miyazaki. -

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