Affetto

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Aria era rimasta nella stessa posizione: il soldato nero era andato via, ma ancora lei non riusciva a capacitarsi di ciò che le era accaduto. Il sogno e poi questo strano incontro: cosa sarebbe dovuto succedere dopo? La cosa che la scosse moltissimo fu il "consiglio" della creatura a non dire nulla a Vulpi, come se lui fosse coinvolto in tutta quella storia. Era davvero confusa, agitata, spaventata. A distrarla dai suoi pensieri ci pensarono dei ragazzi, che si dirigevano nelle loro stanze: tra loro, c'era anche Vulpi che, quando notò l'elfo, si avvicinò.
- Ciao. - salutò lui, sorridendole. Intravide un senso di disagio nell'amica e si chiese cosa, effettivamente, l'avesse sconvolta così tanto. - Va tutto bene? -
- Si. Semplicemente mi sono addormentata all'improvviso e ora mi sento un po' strana.- spiegò immediatamente Aria, cercando di risultare il più credibile possibile.
- Ah, capisco. -
Il ragazzo allungò la mano e accarezzò gentilmente il viso dell'Elfo dai capelli azzurri, le sorrise e continuò a coccolarla. Lei provava qualcosa per Vulpi, anche se tentava in tutti i modi di sopprimere quel sentimento a causa di Ayumi: quando vide che alcune reclute li guardavano, preferì allontanarsi. Allontanò la mano del ragazzo, lo salutò e andò via, lasciando Vulpi parecchio sorpreso da ciò.

Ayumi si stava guardando allo specchio, in quel momento: indossava il suo usuale abbigliamento da combattimento nero e viola. Ma aveva aggiunto un piccolo particolare, un girocollo con un ciondolo molto piccolo a forma di triangolo. L'aveva visto qualche giorno prima, quando uscì dal suo castello per vedere le condizioni dei soldati bianchi: le era piaciuto immediatamente, tant'è che una creatura dalla forma femminile glielo regalò, come gesto di gratitudine. Sorrise: la amavano più loro, che li conosceva da circa sei o nove mesi circa, che la Fazione da cui era scappata. Sospirò e uscì dalla sua stanza: quel giorno aveva chiesto ai soldati neri, in particolare a Miyu, di stare sola e di non essere disturbata. Decise di andare nel cortile in cui era andata qualche tempo prima e in cui aveva notato una creatura strana. Arrivata lì, attraverso il corridoio dalle sfumature viola, notò che erano cresciute altre rose nere e viola in quel giardino e lei si avvicinò per coglierne qualcuna. Quando andò a raccogliere qualche rosa, vide che vi era il lupo bianco davanti a lei, che la fissava. Provò a voltare lo sguardo altrove e poi riguardò il punto in cui vi era il lupo: convinta che fosse sparito come l'ultima volta, quando lo vide ancora lì che la fissava, si spaventò.
- Non spaventarti. -
Ayumi sentì quella voce maschile, piuttosto profonda secondo lei, che già aveva sentito la scorsa volta: nonostante le sembrasse strano, era proprio il lupo a parlare..
- Ti ho detto che puoi fidarti di me. -
La ragazza si ricordò, infatti, cosa successe qualche giorno prima. Aveva parlato con quella creatura parlante, sebbene per poco tempo.
- Ricordo. - commentò lei, piuttosto incredula. Non riusciva a capire se fosse tutto reale o frutto della sua immaginazione. Il lupo ridacchiò dolcemente e poi continuò a fissare la ragazza.
- Sai che sei sempre più carina? -
- Non far finta di complimentarti per avere la mia simpatia. Fai un commento più profondo. -
- Avrò la forma di un lupo, ma apprezzo la bellezza. La tua in particolare. -
- Smettila, mi infastidisce. -
- Scusami. -
Ayumi era combattuta: si sentiva sempre più infastidita, ed iniziò a muovere le dita delle mani nervosamente, quasi pronta ad uccidere quell'animale che aveva davanti. D'altro canto, era incuriosita da come parlava e come si esponeva la creatura.
- Sei una creatura magica? - chiese lei.
- Non proprio. - rispose il lupo albino, fissandola.
- Sei uno di quelli che cambia forma spesso? Ne ho visto solo uno tanto tempo fa. - chiese ancora.
- No, altrimenti non sarei qui sotto forma di lupo.- rispose lui, ridacchiando.
Ayumi, allora, si sistemò un po' e si accomodò davanti al lupo e guardò più attentamente il suo aspetto: le ricordava qualcosa di familiare, qualcosa di lontano e dimenticato.
- Non dovresti essere qui. Il tuo posto non dovrebbe essere la Dimensione Oscura.- rifletté la ragazza dai capelli castani, ricordando che non vi erano animali in quelle zone.
- Il mio posto è accanto a te.- rispose, senza pensarci due volte, il lupo, avvicinandosi alla ragazza.
- Ma smettila. – commentò la frase lei, abbastanza a disagio e non felice di quello che il lupo diceva. Non apprezzava certi commenti in generale, le sembravano inappropriati e soprattutto quasi denigratori.
Lui la scrutava all'interno dell'anima, attraverso quegli occhi azzurri: erano speciali? Ayumi non lo sapeva, ma aveva ben capito di avere un legame con quella creatura.
- Non hai paura di me. - disse ancora il lupo, poggiando il suo muso sulla guancia di lei.
- Non ho paura di te. - confermò lei.
Gli occhi viola di lei erano incatenati a quelli azzurri di lui e rimasero a fissarsi a lungo.
Dopo qualche minuto, Ayumi si alzò e salutò il lupo, gli accarezzò la testa e poi andò via da quel cortile: lui, allora, si allontanò e si nascose dietro una siepe piena di rose.
La ragazza camminò nei corridoi bui e inquietanti e arrivò in una grandissima stanza: illuminata da qualche candela, vi era il vuoto lì; solo un trono rialzato riempiva un po' il vuoto di quella stanza e lei vi si accomodò. Quando arrivò lì, liberò il suo sigillo oscuro e aprì un portale, diretto verso Melighet, la capitale di Meral. Chiamò moltissimi soldati bianchi e ordinò loro di andare e attaccare la Fazione nel modo più crudele possibile, senza motivo apparente. Comunicò anche che lei non sarebbe andata con loro a guidarli, ma li avrebbe guidati Miyu in quella missione. Detto questo, tutti i soldati bianchi attraversarono il portale e si ritrovarono nella luminosa capitale, proprio di fronte alla Fazione. Dopo che il portale si chiuse dietro le loro spalle, sotto ordine di Miyu, iniziarono ad attaccare: cominciarono con dei civili, uccidendone un paio, per attirare proprio tutte le reclute. Il risultato fu evidente: immediatamente Vulpi e tutte le reclute interferirono nel piano di Ayumi, cominciando ad attaccare quei soldati bianchi che si erano permessi ad uccidere dei civili.

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