Rifiuto

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Aria si stava dirigendo verso l'infermeria, dove credeva ci fosse Vulpi: aveva in mano un documento davvero particolare, infatti parlava dell'ufficiale morte di Ayumi Miyazaki. Lui come poteva esserne così sicuro? Come poteva effettivamente sapere che lei era morta se, in realtà, stava benissimo e li aveva affrontati direttamente qualche giorno prima?
Mentre si dirigeva verso l'infermeria, vide tantissime reclute ferite che stavano andando nella sua stessa direzione, in condizioni serie ma non eccessivamente gravi; altri erano lì con un telo che li copriva, pronti per essere seppelliti: la guerra è tremenda e sbagliata, pensava lei, soprattutto se morivano così tante persone senza un motivo ben precisato. Esitò quindi un po' prima di entrare, ma decise ugualmente di farlo: entrò in quell'enorme stanza verde, piena di letti e feriti. Odiava quella stanza, soprattutto per il colore delle mura; si avvicinò ad un lettino in particolare, in cui un ferito era stato guarito da Vulpi.
- Ehi. - chiamò Aria, appena notò che il ragazzo aveva finito.
- Aria, va tutto bene? - chiese lui, mostrando un ampio sorriso. Aria, però, non era in vena di scherzare o di parlare tranquillamente e chiese un favore.
- Possiamo parlare fuori? -
- Va benissimo per me. -
Il capo della Fazione avvisò quindi un'infermiera che si sarebbe allontanato qualche minuto e la ragazza annuì: lui allora si allontanò insieme ad Aria. Camminarono a lungo senza parlare e finirono per andare nel cortile della Fenice.
- Allora... cosa devi dirmi? - chiese gentilmente il ragazzo dai capelli castani, sorridendo ancora.
- Prima cosa: l'incantesimo che mi hai fatto. -
Infatti, poco prima che lei leggesse quel documento così importante, nella sua mente si era ricreata l'immagine nel quale il suo amico pronunciò alcune parole in una lingua ormai scomparsa e ciò era parecchio sospetto, oltre ai segreti che lei aveva trovato nell'ufficio.
- L'ho fatto perché soffrivi troppo. - la interruppe immediatamente Vulpi.
- Non è questo... Voglio chiederti perché hai fatto l'incantesimo in latino. - riprese il discorso l'elfo, e iniziò ad esporre i suoi dubbi. - Il latino si usava mille anni fa, quando ancora i Miyazaki governavano, non ora. Nessuno, nemmeno gli anziani sanno gli incantesimi in latino. Come fai a saperlo? -
- Ho semplicemente fatto qualche ricerca nei libri di incantesimi. - cercò di spiegare lui, guardando altrove.
- Ma non esistono più i libri di incantesimi in latino! Vulpi, devi essere sincero. – interruppe ancora lei, in cerca della verità e anche piuttosto arrabbiata dal comportamento evasivo dell'interlocutore.
- Ho un libro in latino. Ti va bene ora? - sbuffò lui, poi chiese se adesso poteva andare. Aria negò e gli consegnò un foglio, che lui riconobbe subito. Lo afferrò e lo strinse tra le mani.
- Perché hai dichiarato la morte di Ayumi? Perché hai dichiarato che avevamo fatto delle ricerche? - urlò l'elfo, disperato - Se avessimo fatto anche una sola ricerca, io sarei stata la prima persona avvisata! Ero la persona più vicina a lei! -
- Ho dovuto farlo, anche se ora avrò delle noie per aver dichiarato il falso. - cercò di spiegare Vulpi, ma venne interrotto ancora.
- Avresti dovuto fare davvero delle ricerche e salvarla! Ma a te non importa! Hai goduto quando l'hai umiliata, vero? - urlò lei e poi si allontanò, in lacrime.
Appena Aria andò via, Vulpi strinse il documento che aveva in mano e sussurrò qualcosa a denti stretti.

"Ignis"

Si creò sul palmo della mano una piccola fiammella di fuoco che bruciò totalmente il documento, la cenere rimasta seguì il vento e si disperse.

Aria era scappata in un luogo particolare: una cattedrale. A Meral vi erano molte cattedrali, alcune dedicate direttamente alla divinità Meral ed altre dedicate a divinità minori o a spiriti di un particolare luogo o generalmente all'universo. In antichità, erano usate anche come luogo di incontro tra la casata reale e il popolo; infatti, i Miyazaki erano estremamente amati dalla loro popolazione.
La cattedrale in cui si rifugiò Aria era enorme: vi erano tantissime panche, un trono enorme che dominava tutto l'edificio, decorazioni in oro e vetrate enormi, da cui entrava la luce. Lei si sedette su una panca e iniziò a piangere.

Ero appena tornata nella mia stanza quando vidi Ayumi seduta, intenta a scrivere delle cose. Mi avvicinai silenziosamente per farla spaventare ma non ci riuscii, dato che lei poteva percepire la mia energia - infatti non avevo messo il mio limitatore -.
-Non puoi spaventarmi! - ridacchiò lei, senza distrarsi minimamente dalla sua attività. Io mi avvicinai curiosa, e notai che vi erano dei nomi particolari.
-Non sono i nomi dei tuoi attacchi? – chiesi parecchio incuriosita.
- Si: voglio provare a fonderli con il mio sigillo oscuro. -
Era da qualche mese che lei aveva scoperto quel potere: si stava allenando e Kanata, come al solito, la prendeva in giro e lei perse completamente il controllo. Si avvicinò a lui e gli impose un sigillo oscuro, bloccando i suoi poteri, e ne assorbì una minima parte.
Da quella volta in poi, lei cercò di allenare sempre di più i suoi poteri, sempre più forti, per gestirli al meglio.
- Se ti dovessero scoprire...- sospirai io, ma fui interrotta da un rumore.
- Hanno bussato, vado ad aprire. - disse Ayumi e si rivolse verso la porta. Quando aprì, notai che lei rimase impietrita. Mi sporsi un po' e vidi che era Vulpi colui che aveva bussato: notai anche che Ayumi era completamente arrossita e balbettava.
- Ragazze, volevo chiedervi una cosa: Kanata è malato e io ho una missione. Mi dareste una mano? - chiese lui, ma venne subito interrotto da un "sì!" di Ayumi. Ricevuto la risposta, lui ci salutò e andò via.
- Sei, per caso, innamorata di Vulpi? - chiesi io, scaturendo la reazione imbarazzata della mia amica. - Sembri una bambina di sette anni, invece di una ragazza di diciassette.- ridacchiai poi. Lei mi guardò dolcemente e mi supplicò di non dirlo a nessuno. Io promisi: la volevo bene e poco importava se Vulpi incuriosiva anche me, Ayumi era la mia migliore amica ed ero estremamente leale con lei.

Aria si distrasse un po', mise la propria mano dentro una manica e afferrò una fascia per capelli: la prese e la portò sul petto e ricordò ancora.

Due anni dopo, io ero cambiata: ero diventata più forte e più alta. Ma quella che subì il cambiamento radicale fu Ayumi: iniziò a portare nuovamente i capelli lunghi, iniziò a cambiare abbigliamento - anche se continuava ad indossare abiti neri o scuri - e iniziò a prendersi cura di sé. Divenne molto più "cattiva": si costruì una personalità ancora più forte, era rude contro chi non le piaceva, sarcastica. ma sapeva essere molto gentile. L'unica cosa che non cambiò fu la cotta per Vulpi. Quella sera, era prevista una festa per il nuovo capo della Fazione, cioè Vulpi stesso: eravamo tutti estremamente eleganti, ma Ayumi ed io avevamo gli occhi puntati addosso. Io indossavo una tuta elegante bianca e azzurra e delle scarpe col tacco; Ayumi aveva un vestito viola corto e dei stivali neri. Aveva anche una fascia viola sui capelli.
Fin da quando uscimmo dalla stanza, tutti facevano le loro congratulazioni ad Ayumi, definendola "la fidanzata del capo" o altre frasi simili. Lei era particolarmente infastidita da ciò: sapeva, infatti, che Vulpi non la ricambiava e le sembrava ingiusto il fatto che mettessero a disagio sia lei che lui. Arrivati alla sala da ballo, notammo che vi era una confusione enorme e a malapena riuscivamo a vedere l'enorme lampadario di cristallo.
Ayumi, dopo qualche ora, mi disse che voleva parlare con Vulpi e io la seguì per un po', poi mi chiese di essere lasciata sola. Io, allora, rimasi lì e notai che, al mio fianco vi era Kanata che ridacchiava.
- Ehi Kanata... Come mai ridi? - chiesi.
- Adesso assisterai ad una cosa meravigliosa. - ridacchiò ancora lui, rivolgendo lo sguardo verso Vulpi. Notai che Ayumi era lì, davanti a lui. Non so cosa gli chiese o cosa stesse dicendo ma, improvvisamente, sentii la risata di lui.
- Credi che io possa volerti? Guardati! -
Cosa stava dicendo? Di cosa stava parlando?
- Adesso arriva il bello: abbiamo programmato tutto ciò da mesi. - mi disse Kanata, ridendo.
- Oddio. - urlai. Avevo appena realizzato qual era il piano di Vulpi e Kanata. Cercai di andare verso Ayumi, ma la folla era troppa e io non riuscivo a passare.
- Secondo te, io posso essere attratto da te? Insomma, sappiamo tutti chi sei. - iniziò a parlare Vulpi, ridendo sempre di più. - Nata nella famiglia Miyazaki, esiliata, ex Guardiana della Sorgente e così stupida da darla al primo che vedi! -
- Cosa? -
Ayumi aveva ceduto la Sorgente? Quel ciondolo era qualcosa di estremamente potente e prezioso: come aveva potuto cederlo?
- Mandata in una scuola di magia, vittima dei tuoi compagni. Nessuno ti vuole in questo mondo! Io potrei mai stare con te? Con un'emarginata, una pazza, una disagiata come te? Neanche la tua famiglia ti ha voluta! Noi ti abbiamo accettata per pena! -
Ayumi scappò via, ricoperta dalle risate di tutti: io la intravidi e iniziai a seguirla. Lei venne bloccata da Kanata, che rise di lei e potei assolutamente vedere che Ayumi lo attaccò violentemente e poi scappò via. Io riuscì a raggiungerla dopo qualche minuto.
- Ayumi! - urlai e, appena la vidi, le afferrai le spalle.
- Lasciami... -
- No! -
Poi lei si voltò: era piena di lacrime, il trucco nero si era sciolto completamente ed era in uno stato pessimo. Io non avevo mai visto piangere Ayumi e quella fu la prima volta.

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