Perche è ambientato nel futuro

286 20 0
                                    

Perché la morte di Hannah Baker è ambientata nel futuro? Lo showrunner di 13 Reasons Why spiega la vera motivazione di questa scelta.

13 Reasons Why è stata sicuramente una delle serie rivelazioni dell'anno e uno degli show più discussi. La serie è stata analizzata da diversi punti di vista e sono molti i critici e, addirittura, gli psicologi e gli psichiatri che hanno espresso la loro opinione su alcune scelte. Nel bene e nel male, il valore dello show è stato pienamente riconosciuto, anche se alcuni aspetti sono stati aspramente criticati (come il fatto che clinicamente non sia stata menzionata la probabile depressione di Hannah per questo la sua scelta sia apparsa ad alcuni insensata o addirittura infantile).

I produttori si sono dilungati, spiegando il perché di alcune scelte stilistiche rispetto ad altre, e così anche gli attori. C'è un aspetto della serie che spesso viene trascurato ma che in realtà, ha una spiegazione molto più profonda di quanto potrebbe sembrare. Stiamo parlando della linea temporale e più precisamente, di quando sono avvenuti gli eventi che ci hanno mostrato durante i vari episodi.

Vediamo cos'è saltato fuori dalle analisi e qual è la spiegazione!

Lo show è palesemente ambientato ai giorni nostri, ma nell'ultimo episodio scopriamo che non solo gli avvenimenti del telefilm sono tutti ambientati tra il 2016 e il 2017, ma molti di questi devono ancora accadere. Durante le testimonianze dei ragazzi infatti, scopriamo che l'indagine finale della polizia si sta svolgendo il 10 novembre 2017, ossia otto mesi dopo il rilascio originale di 13 Reasons Why stesso. Questo dettaglio potrebbe sembrare apparentemente insignificante, contiene in realtà l'intero senso dello show.

Noi sappiamo che Clay ha bisogno di circa un mese per ascoltare tutte le cassette, e all'inizio del pilot apprendiamo che Hannah è morta da circa due settimane, dunque più o meno a fine settembre 2017.

Ecco il frame dell'ultimo episodio in cui scopriamo che le scene de "presente" di 13 Reasons Why si svolgono in realtà nel futuro.

Ecco il frame dell'ultimo episodio in cui scopriamo che le scene de "presente" di 13 Reasons Why si svolgono in realtà nel futuro

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

E ora, scopriamo insieme qual è il senso che i produttori hanno dato a questa scelta.

Ciò che il telefilm vuole mostrare, è come ognuno di noi sia in parte anche minima responsabile di determinati eventi o azioni. Se noi vivessimo nel mondo di 13 Reasons Why, a quest'idea Hannah Baker sarebbe ancora viva, esattamente come Jeff. Ne Jessica ne Hannah sarebbero ancora state violentate da Bryce e Clay potrebbe ancora salvare Hannah.

Questo significa che gli eventi non sono ancora stati scritti ma c'è un ampio margine decisionale per i personaggi della storia. Ovviamente noi sappiamo come andrà a finire e che il finale è già stato scritto, ma ciò che ci colpisce è il fatto che, se i personaggi di 13 Reasons Why fossero a conoscenza del futuro, potrebbero cambiare il corso della storia.

Così come loro, anche noi non sappiamo cosa ci riserverà il futuro e come le nostre scelte incideranno sulle vite di altre persone: ciò che possiamo fare però, è comportarci bene, trattare gli altri con rispetto, aiutare chi ne ha bisogno ed evitare il più possibile che la storia di Hannah Baker si ripeta. Noi vorremmo cambiare la storia di 13 Reasons Why e non possiamo, ma possiamo stare attenti nella nostra storia e in quella di coloro che ci circondano.

Ed è proprio ciò che lo showrunner vuole per gli spettatori...

Ecco il significato di questa scelta registica, spiegato con le parole di Brian Yorkey, ideatore dello show di Netflix.

"Il messaggio principale, che mi piacerebbe servisse da monito, è che ciò che facciamo ha un effetto sugli altri. Quando diciamo o facciamo qualcosa, non possiamo sapere come l'altra persona la prenderà, perché in conosciamo i suoi trascorsi."

E ancora:

"Questo ovviamente non si applica solo alle cose cattive che diciamo o facciamo. Non sappiamo neanche come un gesto gentile o una parola carina possono influire sulla vita di qualcuno".

Insomma, il messaggio è chiaro: anche se conosciamo la storia di Hannah Baker e sappiamo come andrà a finire, non conosciamo il finale delle storie delle persone che ci circondano.
L'unica cosa che possiamo fare, è cercare di influire positivamente sulle loro vite e dare loro coraggio, gentilezza, affetto e sostegno.

13 reasons whyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora