Capitolo 87

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«Lo voglio.»

Due parole, otto lettere, che però racchiudono così tanto da sembrare qualcosa di infinito, non misurabile, non una semplice frase che rimbomba in una chiesa, pronunciata con le lacrime agli occhi.

Mia madre pronuncia quelle parole nel suo lunghissimo e scintillante abito da sposa mentre tiene la mano all'uomo che ha realizzato il suo sogno e che la guarda con gli occhi dell'amore, la osserva come solo un principe potrebbe fare con la sua principessa.

Perché Josh è un principe. Josh è quell'uomo fantastico che rimaneva ore e ore a fissare la sua sposa in una stanza d'ospedale, è quello che mi ha accolta, che non mi ha mai giudicata e ha sempre provato a capirmi, rivolgendomi un sorriso rassicurante anche nei momenti peggiori.

Quel lo voglio significa casa, significa stabilità, significa che le valige d'ora in poi serviranno solo per qualche viaggio.

Sentire quelle parole mi fa capire che l'amore esiste davvero. A volte, come dimostrano loro, bisogna aspettare per trovare la persona giusta, ma bisogna sempre crederci perché l'amore alla fine arriva, vince, trionfa sempre.

«Vi dichiaro marito e moglie.» sento dire e tutti i miei pensieri vengono sostituiti dall'immagine di mia madre che mi sorride come per dirmi "ce l'ho fatta", tenendo per mano suo marito con gli occhi lucidi, percorrendo la navata a passo svelto e rivolgendo un cenno a tutti gli invitati che applaudono.

Guardo Zayn, di fronte a me, mentre insieme agli altri testimoni si limita ad applaudire e a sorridere, sembra contento anche se non sono sicura che lo sia.

Non ricordavo che questo vestito fosse così scomodo quando l'ho provato ma mi rendo conto che, oltre ad essere così attillato e lungo, è anche pesante per colpa degli Swarowski.

Raggiungo finalmente il giardinetto molto curato, mentre tutti gli invitati stanno conversando amabilmente, facendo foto o congratulandosi con mia madre e Josh.

Il nonno di Zayn mi vede da lontano e mi fa un cenno con la mano, invitandomi a raggiungerlo. Ovviamente faccio come dice e lo saluto con un caloroso abbraccio, ricambiato volentieri da lui.

«Stai benissimo, sei così bella!» esclama lui indicandomi, mentre continua a complimentarsi.

«Grazie, anche tu stai benissimo.» ammetto sincera notando la sua eleganza particolare e il suo papillon uguale a quello di Josh.

«Grazie! Questo è proprio il completo con cui mi sono sposato.» ridacchia lui sistemando meglio la giacca, «Hai visto Zayn?» mi chiede guardandosi intorno.

«No.» scuoto la testa facendo spallucce «Forse è ancora dentro la chiesa.» lui sembra capire immediatamente che non sono la persona giusta a cui chiederlo.

«Sai... Mio nipote ha un carattere particolare, ma ti assicuro che è una brava persona.» sorride con l'angolo della bocca alzato, esattamente come farebbe Zayn, poi si congeda allontanandosi un po' e raggiungendo suo figlio.

La verità è che sono in pensiero per il mio fratellastro, ho paura che non stia bene e vorrei solo assicurarmi che non stia soffrendo troppo.

Trascino i miei piedi stanchi facendo attenzione a non inciampare, soprattutto perché l'erba non è sicuramente l'ideale per un vestito del genere e per le scarpe che indosso. Faccio il giro del giardino in cerca dei suoi capelli perfettamente ordinati, del suo smoking grigio che crea un piacevole contrasto con la sua pelle scura, rendendolo ancora più affascinante.

Finalmente lo trovo e, come immaginavo, non sembra stare bene dato che è seduto su un muretto con la testa tra le mani e l'aria di chi vorrebbe piangere.

«Tutto bene?» mi siedo vicino a lui sul muretto facendo attenzione a non rovinare il mio abito e lui alza il volto guardandomi sorpreso, lasciandomi intuire che non mi aveva sentita arrivare.

«Sì.» annuisce distrattamente ma lo conosco abbastanza bene per sapere che sta mentendo.

«Non sembra.» insisto io ma mi interrompe subito, non lasciandomi il tempo di dire altro.

«Sto bene Chanel, cosa vuoi?» chiede con un pizzico di arroganza e con un'espressione dura.

Sono indecisa se andarmene o meno ma non posso abbandonarlo in questo momento, sono sicura che lui non lo avrebbe fatto. Faccio un lungo respiro e mi costringo a rimanere, proprio come lui era rimasto nella stanza di mia madre quando io ne avevo bisogno, nonostante lo avessi trattato male.

«Non è colpa tua. Sono sicura che tua madre sarebbe contenta in questo momento.» sussurro con cautela e rispetto, ma con affetto.

La sua espressione cambia completamente e sembra davvero stupito, forse pensava che non mi ricordassi delle confidenze che mi aveva fatto, ma non potrei mai dimenticarle.

«Cosa ne sai tu? Non intrometterti per favore, è una cosa che non ti riguarda.» scuote la testa, appoggiandola poi al palmo della mano. Non mi guarda, forse non ne ha il coraggio, o semplicemente è imbarazzato dalla situazione.

«Hai ragione, non mi riguarda ma nonostante tutto quello che è successo tra noi, non riesco a vederti così.»

«Io glielo avevo promesso.» dice con la voce spezzata mentre fissa dritto davanti a lui, ma non credo che stia guardando qualcosa.

«Lo so.» appoggio affettuosamente la mia mano sulla sua coscia, «Tu le hai promesso che nessuna donna avrebbe mai preso il suo posto e, credimi, mia madre non lo farà.»

«Si sono sposati, ha già preso il suo posto.» replica a bassa voce.

«No. Non è un pezzo di carta che può deciderlo Zayn. Tua madre avrà sempre un posto speciale nel cuore di tuo padre e soprattutto nel tuo e nessuno al mondo potrà mai rubare quel posto.» gli spiego io dolcemente accarezzando la sua gamba con il pollice.

Non mi risponde, rimane in silenzio e mi osserva con uno sguardo di gratitudine che dice già tutto. Gli sorrido debolmente e mi alzo per ritornare alla festa, lasciandolo solo con i suoi pensieri. 

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