Capitolo 36

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Ho paura di voltarmi.

Continuo a fissare il letto dalle lenzuola bianche di fronte a me, mia madre sdraiata, il muro che le fa da sfondo e la finestra dalle tapparelle abbassate, che nascondono una Parigi notturna, illuminata da qualche luce di palazzi e locali ancora accese, chissà per quale motivo. Forse alcune persone si stanno divertendo in qualche pub o in discoteca, mentre altre stanno cullando il loro bambino che fa i capricci ed hanno acceso la luce. Qualcuno potrebbe soffrire d'insonnia o qualcun altro potrebbe essere ancora a casa di amici, protraendo le chiacchiere del dopocena fino a tarda notte.

So di essere costretta a girarmi, faccio un lungo respiro, forse per prendere un po' di tempo e finalmente mi volto: i suoi tratti perfetti, i suoi occhi luminosi e le sue labbra piegate in un sorriso mi fanno istintivamente capire che, se mi ha ascoltata, non deve essere deluso.

Non ci servono parole, i nostri sguardi che si incrociano parlano da soli, si dicono tutto ciò che probabilmente le parole non riuscirebbero mai a dire.

In silenzio mi alzo e aspetto che lui mi prenda la mano e mi trascini fuori dalla stanza. I miei occhi stanchi trasmettono imbarazzo, curiosità e nervosismo; i suoi, come sempre indecifrabili, in questo momento brillano ancora di più del solito.

Mentre raggiungiamo il freddo corridoio, superati da alcuni medici, iniziamo a guardarci intensamente. Non riesco a distogliere lo sguardo dai suoi occhi perfetti, dalla sua mascella scolpita, dalla sua tenera espressione.

«Ti ho sentita prima,» inizia a parlare lui con voce bassa, «non volevo origliare ma ti ho sentita.» alza le spalle quasi come se si stesse scusando.

«Perché sei venuto qua?» chiedo io, estremamente a disagio mentre torturo una ciocca di capelli.

«Perché non potevo lasciarti venire da sola, te l'ho detto.»

«Grazie.» sussurro e i suoi occhioni scuri sciolgono la mia tensione come neve al sole.

«Non ringraziarmi.» mi tira leggermente a sé con le mani sui miei fianchi.

Le sue mani a contatto con il mio corpo mi provocano sempre una scarica di energia, un brivido lungo la schiena freddo e potentissimo che mi fa quasi scuotere.

«La ragazza di prima-» provo a chiedere mentre, inevitabilmente, l'immagine della moretta mezza nuda mi ritorna i mente ma lui mi interrompe immediatamente e mi tira ancora più vicina a lui.

«Ero geloso.» mi spiega mentre morde nervosamente il suo labbro inferiore.

«Geloso?» ripeto io confusa.

«Sì.» annuisce appena ed abbassa lo sguardo, «Sei uscita con Cameron ed io ero geloso. Forse per la prima volta nella mia vita sono stato geloso di una ragazza.»

«Anche io sono gelosa di te.» gli rispondo con un'espressione dolce, non riesco ad evitare di sorridere. Gli butto le braccia al collo stringendolo più che posso, forse addirittura facendogli male ma lui non si lamenta. Mi solleva leggermente mentre affondo la testa nell'incavo del suo collo, sentendo quell'intenso e piacevole profumo che potrebbe essere la mia droga.

Mi stringe tra le sue braccia e subito ho la sensazione di protezione che solo lui è capace di darmi, infondendomi tutta la sicurezza di cui ho bisogno in questo momento. Mi appoggia a terra e lentamente io mi stacco da lui, mentre il mio cuore non smette di battere all'impazzata, le ginocchia mi sembrano cedere e le mani tremare. La mascella inizia a farmi male, probabilmente perché ho sorriso troppo.

«Devo tornare da mia madre ora.» gli prendo le mani per un attimo per stringerle tra le mie e lui annuisce mentre io mi avvio verso la stanza.

«Chanel!» non ho mai sentito la sua voce pronunciare il mio nome in questo modo e un leggero brivido mi percorre il corpo. Adoro da sempre il mio nome, ma non l'ho mai amato così tanto come in questo momento.

Mi volto, lo osservo con aria contenta, con un sorriso dolce e lui non ci pensa un attimo, mi prende dalla mano e mi fa completamente voltare e allo stesso tempo finire attaccata a lui. I nostri corpi attaccati l'uno all'altro, come quella volta in cui ci siamo baciati, mi fanno capire che sta per succedere la stessa cosa.

«Non posso più resistere.» sussurra con il viso vicinissimo al mio, le labbra che sfiorano le mie mentre i suoi occhi le fissano come se non potesse farne a meno, con quel desiderio che sembra crescere di secondo in secondo.

In un attimo la sua bocca morbida, carnosa e soffice si posa sulla mia premendo così delicatamente che sembra uno Zayn diverso dall'altra volta. Le nostre lingue si fanno spazio per incontrarsi, le sue mani mi avvicinano sempre più a lui e, intanto, mi accarezzano i fianchi con i pollici insinuandosi da sotto alla mia maglia.

Il cuore sembra uscirmi fuori dal petto, la mia mano si addentra tra i ciuffi dei suoi morbidissimi capelli che scompiglio leggermente, per poi scendere dietro, accarezzandogli la testa e poi il collo, passando davanti fino alla guancia.

Lui sorride mentre mi bacia e lo percepisco nonostante gli occhi chiusi, mentre assaporo le sue meravigliose labbra che vorrei non si staccassero mai più dalle mie. Nessuno dei due sembra avere intenzione di fermarsi. 

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