Capitolo 8

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«No Zayn!» lo prego io e lui annuisce impassibile, «A mia madre no, ti prego.» continuo a supplicarlo mettendomi seduta meglio.

«Sì, se non glielo dirai tu lo farò io, non mi interessa, puoi continuare a fare tutte le storie che vuoi.» replica con sicurezza, sistema velocemente i suoi capelli passandoci la mano tatuata e appoggia la schiena e la testa al sedile dell'auto.

«Perché sei così stronzo?» lascio uscire dalle mie labbra insieme ad un sospiro.

«Stronzo?» ripete stranito come se non credesse alle sue orecchie, ha ricominciato a guardarmi ed ha aggrottato la fronte in un'espressione seria.

«Sì. Senti Zayn questo non è uno dei tuoi giochetti,» replico puntandogli il dito contro furiosa, «non è un modo per far sparire la tua odiosa sorellastra dalla tua vita. Non ti permetterò di usare questa cosa per far soffrire me o mia madre.»

«Ma cosa stai dicendo?» scuote la testa rapidamente sgranando gli occhi e sembra realmente incredulo.

«A te non frega nulla di me o della mia salute, quindi smettila di far finta che ti importi qualcosa e fatti semplicemente i cazzi tuoi. Io non sono la tua famiglia e tu non sei la mia. Non impicciarti.» scandisco bene le ultime parole per poi girarmi dall'altra parte.

«Beh purtroppo vivi con me ora e devo abituarmi ad essere visto con te. Non voglio di certo essere associato ad una bulimica.» ribatte senza scrupoli, senza incrociare lo sguardo con il mio.

«Wow.» sorrido nervosamente e continuo a guardare fuori dal finestrino. Sono talmente impressionata dalle sue parole che sono rimasta in silenzio, ma una lacrima ha percorso il mio viso arrivando fino alle mie labbra e lasciando un fastidioso sapore salato.

«Fatti solo curare ok?» abbassa lo sguardo per un attimo per poi riposarlo sui miei occhi gonfi e stanchi dal pianto.

«Non mi serve aiuto!» mi volto di nuovo verso di lui, mi ritrovo ad urlargli contro tanto che la mia voce risulta spezzata.

«Ah no? E come pensi di guarire?» domanda, ora innervosito mentre qualche linea si forma sulla sua fronte quando la aggrotta.

«Grazie al mio protettivo e amorevole fratellastro, ovviamente!» esclamo con sarcasmo e un finto sorriso.

«Ricordati che se non lo dirai tu a tua madre lo farò io, quindi forse ti conviene iniziare a cercare le parole giuste.» mi consiglia senza guardarmi.

«Domani sera ci sarà il suo evento! Tu non puoi rovinarglielo così!» esclamo cercando di persuaderlo.

«Bene, vuoi festeggiare prima? D'accordo, glielo dirai dopo l'evento. Non un giorno più tardi.»

Per un attimo il suo obbligarmi a dirlo a mia madre mi sembra quasi un modo protettivo e interessato a farmi guarire, ma mi basta pensare che è Zayn a pronunciare quelle parole per essere immediatamente riportata alla triste realtà.

Non appena arriviamo a casa io corro in camera e mi chiudo dentro, cercando di riflettere su ciò che è accaduto, finché mi addormento e mia madre viene a svegliarmi, obbligandomi a cambiarmi e a scendere per la cena.

«Non mangi Chanel?» interviene Josh indicandomi il piatto ancora pieno.

«Non ho molta fame, ho fatto un pranzo molto abbondante.» mi limito a rispondere lanciando un'occhiataccia a Zayn ma in realtà vorrei alzarmi e urlare a tutti di smetterla, di lasciarmi stare.

«Io vado a prepararmi.» comunica Zayn alzandosi, subito dopo avermi squadrata un paio di volte.

«Per andare dove?» suo padre si volta e lo blocca alzando una mano.

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