Capitolo 7

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La flebile luce che entra dal corridoio, per colpa della porta leggermente aperta, mi costringe ad aprire i miei doloranti e gonfi occhi e mi ci vuole un po' di tempo per riuscire a mettere a fuoco la stanza.

Sfilo le braccia dal caldo piumone e sistemo meglio il cuscino sotto alla testa. Ho lo stomaco in subbuglio e sento un po' di nausea, ho mal di testa, i piedi doloranti e non oso immaginare il terribile momento in cui dovrò scostare le tende.

Sono sicura di essermi ubriacata ieri sera sia per le mie condizioni in questo momento, sia perché non ricordo più niente dopo qualche brindisi di champagne e Martini con le altre ragazze. Soprattutto non ricordo chi mi ha portata a casa, chi mi ha spogliata, mi ha fatto indossare la vestaglia e mi ha messa a letto. Sicuramente non posso aver fatto tutto da sola e Zayn non si sarebbe mai preso cura di me.

In questo momento avrei bisogno solo di un bel bagno caldo e rilassante, con sali da bagno profumati e una rivista, ma non posso saltare la scuola, quindi mi costringo a mettermi in piedi e a cercare di sistemarmi come meglio posso.

Non c'è niente che un po' di correttore e uno strato di fondotinta non possano sistemare, mi dico mentre ritorno in camera per poi indossare una maglietta che trovo spiegazzata sulla sedia e una gonna non molto lunga. Tutto sommato, per una che ha i postumi della sbornia, credo di aver raggiunto un risultato soddisfacente.

Lo stomaco mi provoca ancora delle fitte terribili e non ho assolutamente voglia di affrontare una giornata di scuola; mi obbligo a raggiungere la sala da pranzo per salutare mia madre ma il suo solito posto questa mattina è vuoto, mi chiedo se stia ancora dormendo.

C'è Zayn però che, con aria assonnata e i capelli scompigliati, sta facendo colazione da solo.

«Naomi, sai se mia madre sta ancora dormendo?» le domando mentre continua a portare del cibo in tavola.

«No signorina Chanel, mi dispiace ma non ne ho idea.» sorride dolcemente prima di ritirarsi in cucina.

«È uscita a far colazione con mio padre.» borbotta Zayn con una sensualissima voce roca.

«Ok.» mi limito a dire appena prima di lasciarmi cadere sulla sedia di fronte a lui, «Posso chiederti una cosa?»

«Sì.» risponde secco rivolgendomi un'occhiata veloce, per poi concentrarsi di nuovo sul suo cornetto al cioccolato.

«N-non ricordo molto di ieri sera, chi mi ha riportata a casa?» balbetto un po' a disagio.

«Credo Sarah.» fa spallucce, non sembra molto interessato.

«Credi?» lo interrogo appoggiando i gomiti sul tavolo e poi la testa alle mani.

«Quando volevo tornare a casa tu hai iniziato ad urlare che era troppo presto e ti stavi divertendo.» inizia a spiegarmi e si interrompe solo per bere un sorso del suo cappuccino, «Sarah mi ha detto che avrebbe potuto riaccompagnarti lei una volta finita la festa, quindi io sono ritornato a casa e tu sei rimasta lì.»

«Oh.» annuisco io.

«Non mangi?» chiede guardandomi per un attimo e indica il piatto davanti a me.

«N-no, non mi sento bene.» rispondo appoggiando una mano sullo stomaco.

«Postumi?» domanda con un mezzo sorriso e io annuisco appena, «Il modo migliore per far passare la sbornia è mangiare, non lo sai?» mi porge il vassoio con i cornetti.

«No grazie.» rispondo con una smorfia e il mio tono risulta quasi acido senza volerlo.

Lui alza le spalle per farmi capire che non gli importa e ricomincia a dedicarsi alla sua colazione, ignorandomi fino a quando è il momento di avviarci per andare a scuola.

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