Capitolo 44

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-Azzurra, vuoi che lo faccia io?- Propone Alvaro, porgendomi la mano. Paulo ha lo sguardo fisso sul pavimento. Non si muove e ciò non fa altro che aumentare la mia ansia. -No, Alvaro. Devo farlo io- Affermo aprendo la busta e facendo un respiro profondo. Richiudo la lettera e mi alzo in piedi. -Che fai?- Mi chiede lo spagnolo, non capendo le mie intenzioni. -Volevo dirvi che vi voglio bene, anche se in due modi completamente diversi- Sussurro, cercando però di farmi sentire da entrambi. Paulo alza leggermente la testa e non riesce a non sorridere, anche se per pochi secondi.

-Alvaro, sei il bambino fosse tuo, cercherei ovviamente di dargli la famiglia che si merita, ma non riuscirei mai a provare per te qualcosa che vada oltre l'amicizia- Si avvicina a me e mi abbraccia.
-Stai tranquilla- Mi lascia un bacio tra i capelli e mi accarezza la schiena. Paulo si schiarisce la voce, il che mi porta a sciogliere l'abbraccio. -Paulo- Riesco a dire solo questo. -Dammi la lettera, per favore- L'argentino me la strappa di mano e la apre. Scorre lo sguardo su di essa e la sua espressione cambia velocemente. Cosa c'è scritto su quel foglio? La lascia cadere in terra ed esce. Insieme ad essa cade anche tutto il mio mondo. La sua reazione è dovuta alla risposta che neanche io volevo? Guardo Alvaro e neanche lui pare messo molto bene.

Raccolgo il foglio e leggo la risposta. -Azzurra- Sorrido istintivamente e Alvaro mi prende in braccio. -E' giusto così- Sussurra lui, rimettendomi in terra. -Non avrei mai potuto pensare di aver rovinato in qualche modo una storia come la vostra- Mi asciugo un paio di lacrime che sono scese, un po' per la tensione un po' per la felicità del momento.
-Perché allora è scappato così?- Chiedo confusa. -Vai a chiederglielo- Mi suggerisce il mio amico, così non perdo tempo ad indossare il cappotto ed uscire dalla stanza, non prima di avergli lasciato un bacio sulla guancia. -A dopo- Esclamo, correndo nel corridoio, sempre cercando di non cadere. Non è da nessuna parte e ciò mi sta facendo preoccupare. Non sto pensando che lo abbiano rapito o una cosa del genere, mi sto preoccupando per quello che potrebbe accadere quando lo incontro. Se è uscito in quel modo, significa che non è felice della notizia che ha avuto.

-Paulo!- Grido, vedendolo seduto su una panchina del parco dell'ospedale. Si volta verso di me con uno sguardo dispiaciuto. -Perché sei scappato? Mi dispiace che la risposta che hai avuto ti abbia deluso...- Non faccio in tempo a continuare, perché sento le sue labbra sulle mie. Quanto mi è mancato. Il suo cuore sta battendo velocemente e lo stesso il mio. Mi è mancato il suo profumo e il suo tocco delicato. -Paulo- Gli accarezzo il volto, vedendo scendere qualche lacrima. -Ho pensato a mio padre- E così tutto si fa chiaro. -Ho paura- Non posso fare altro che abbracciarlo. In questo momento tutto quello che posso fare è questo. Nessuna parola potrebbe essere abbastanza per mostrargli tutto l'affetto che provo nei suoi confronti. -Insieme ce la faremo- Sentire il suo respiro sul mio collo, mi fa venire la pelle d'oca e non potrei desiderare di meglio. -Ti amo- Affermo, senza allontanarmi da lui neanche per un attimo.

-Anche io- Socchiudo gli occhi mentre lui poggia le labbra sulla mia guancia, lasciandoci un bacio umido. -Quando avrai voglia di parlare, lo faremo- Dico, accarezzandogli i capelli. Lui annuisce in risposta, fissando un punto indefinito dietro le mie spalle. Mi volto e vedo Alvaro venire verso di noi.
-Sono felice per voi- Paulo gli va in contro e lo abbraccia. Finalmente sono tornati ad avere il rapporto che avevano mesi fa. In fondo, un lieto fine questa storia ce l'ha. Anche se ancora è necessario sciogliere un nodo difficile... Paulo deve sapere tutta le verità e non credo che raccontargli tutto sarà semplice. Per niente.

Mi avvicino a loro e li abbraccio. Tutto intorno a noi si spegne. Ci siamo solo noi. Noi da soli contro il mondo. -Alvaro, tu cosa hai intenzione di fare?- Lui cerca qualcosa sul cellulare, per poi incrociare il mio sguardo. -Io devo tornare a Madrid subito, perché domani ho una partita-

-Ma che sei scemo? Cosa avresti fatto se il bambino...- Lui poggia una mano sulla mia spalla.
-Sapevo che non sarebbe successo- Spiega, allontanandosi da noi alla ricerca di un taxi. -Ah, mi raccomando... Alice, non sa niente!- Conclude, prima di salire sulla macchina bianca, diretto all'aeroporto. Che matto! Paulo mi cinge la vita con il braccio e mi accarezza la testa. -E' andato tutto bene, no?- Annuisco, anche se, a differenza sua, so che questa situazione incantevole non durerà per molto.

-La sai una cosa?- Esclama, facendomi fare un salto sul posto. Ero compresa nei miei pensieri e non mi aspettavo che parlasse così all'improvviso. -Ho una domanda da porti...- Arriccio il naso, capendo un po' le sue intenzioni. -Ma possiamo recuperare il tempo perduto, anche se c'è fagiolino?-

-Non chiamare fagiolino, il mio piccolo cupcake- Mi accarezzo la pancia e lui fa lo stesso, mettendo la mano sopra la mia.

-Ma quale cupcake! Questo è Dybalino- Mi fa l'occhiolino e capisco che non si è minimamente dimenticato della domanda che mi ha fatto prima.
-Comunque la risposta è sì. Ma devi andarci piano, Dybala-

-Affare fatto- Mi prende in braccio, facendomi perdere per qualche momento l'equilibrio, per poi appoggiarmi sul sedile della macchina. -Andiamo a casa, coglione-

Nota Autrice

Allora, oggi non potete odiarmi! Non ho lasciato la situazione in sospeso, anzi. Non mettetevi troppo tranquille, però! Dal prossimo capitolo torneranno ad accadere tante cose!! Commentate in tante! Voglio sapere cosa ne pensate del capitolo!!

Dedico questo capitolo pieno di dolcezza a GiadaSemenzato0 e sofygiorgy

Allyxx

Tu Presencia Mi Mundo Completa ~Paulo Dybala~ #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora