Capitolo 34

2.5K 102 24
                                    

-Azzurra, vuoi fermarti?- Continuo a camminare imperterrita, nonostante senta le urla di Paulo. Non ho voglia di parlare nè con lui nè con nessun'altro. Asciugo le lacrime che stanno solcando il mio volto e porto dietro all'orecchio alcune ciocche di capelli che si stanno quasi appiccicando alla guancia bagnata.
-Azzurra, fermati- Sento la sua mano stringermi il polso, cosa che mi costringe a voltarmi verso di lui. Accarezza il mio volto bagnato con il palmo della mano, ma io mi allontano. -Lasciami!- Scuoto la testa e continuo a camminare verso la fermata della metropolitana. -Azzurra, fammi parlare- Mi fermo, sapendo che non mi darà pace fin quando non lo farò. -Paulo, hai avuto la possibilità di farlo, ma non lo hai fatto- Mi mordo il labbro inferiore, facendo cadere altre lacrime. Sta per parlare, quando il mio cellulare squilla. Stefania è ciò che appare sullo schermo del mio cellulare. -Devo rispondere- Mi schiarisco la voce e respiro profondamente.

📲:Pronto?

📲:Azzurra, mi dispiace tantissimo di averti chiamata, ma sono stata costretta

📲:Tranquilla, dimmi!

📲:E' necessario che tu rientri a Torino appena possibile.

📲:E' successo qualcosa di particolare?

📲:Sei sicura di volerlo sapere per telefono?

📲:Stefania. Parla.

📲:Domani pomeriggio si terrà una riunione. Beh, l'ordine del giorno è...

📲:Stefania!

📲:Si parlerà del futuro di Dybala

📲:Prenotami un aereo per domani mattina, poi mandami una e-mail con i dettagli

📲:Mi dispiace..

📲:Anche a me

📲:
Chiudo la telefonata e rivolgo il mio sguardo verso Paulo. -Domani si terrà una riunione con l'obiettivo di decidere il tuo futuro-

-Come puoi pensare che io voglia partire?- Cerca di abbracciarmi, avvicinandosi a me, ma lo allontano. Cerco di chiamare un taxi, ma me lo impedisce.
-Paulo, mi sembra tutto piuttosto chiaro- Un tassista, che andrebbe fatto santo, si ferma, così salgo sul taxi. Purtroppo non riesco a chiudere la portiera in tempo. -Paulo- Lo fulmino con lo sguardo, ma lui non fa altro che dire all'autista il nome del nostro albergo. -Non proferir parola fin quando non arriviamo in albergo, chiaro?- Gli ordino, cercando nella casella di posta le informazioni del volo di domani mattina.

Dopo una decina di minuti arriviamo in albergo. Salgo in ascensore, diretta in camera. -Paulo, dimmi che non hai accettato il contratto- Mi siedo sul letto, nascondendo il viso tra le mani. -Dimmi che non lo hai fatto davvero!- Grido, tra le lacrime, anche se le parole mi muoiono in gola, facendo uscire solo un piccolo sussurro. La mia voce è rotta dal pianto, ma non riesco a calmarmi. -Azzurra, io...- Sospiro distrutta, sentendo le sue parole. -Se tu mi amassi come dici, non avresti mai pensato di discutere e accettare quel fottutissimo accordo!- Lo spingo via da me. -Ricordi quando ti chiesi quanto sarebbe durata questa volta? Mi rispondesti che sarebbe potuta durare anche per sempre, solo se fossimo stati entrambi convinti. La verità è che non siamo più convinti. Non lo sei più, Paulo. Capisco che la vita lavorativa di un calciatore non sia lunghissima, soprattutto per un attaccante. Capisco la tua voglia puntare in alto. Ma cazzo, Paulo! Sono la tua ragazza! Potevi almeno coinvolgermi nella tua decisione. Sapevi cosa avrebbe significato per me lasciare Torino un'altra volta!- Non riesco a smettere di piangere e la sua faccia completamente assente non fa altro che innervosirmi di più. -E purtroppo, non è un passo che io sono pronta a fare. Non ho intenzione di lasciare il mio lavoro, mio fratello, i miei amici. Non ho intenzione di lasciare la mia mia vita per seguire te!-

-Ma noi stiamo insieme!- Credo che il mio sguardo stai parlando per me. -Ripensa a quello che hai appena detto. Poi chiediti cosa avresti fatto se fossi stata io quella che voleva partire- Lo fisso per qualche altro secondo, per poi andare verso la porta. -Dove vai?- Mi chiede, senza spostarsi dalla parete.
-A prendere un pò d'aria- Esclamo, per poi uscire e sbattere la porta dietro di me. Scendo in strada e a dire la verità non so dove andare. L'unico posto che conosco è casa di Alvaro.

E' un casa veramente bella, è circondata da un giardino immenso. La siepe è tagliata alla perfezione, cosa che non permette di vedere bene l'interno. Suono al citofono, aspettando dietro al cancello in ferro battuto. -Chi è?- Chiede il padrone di casa, dall'altra parte del filo.

-Alvaro, sono Azzurra- Non sento nessuna risposta provenire dal citofono, se non il cancello che si apre. Percorro il vialetto piastrellato, il quale attraversa tutto il giardino per poi giungere alla porta d'entrata. Il sole sta tramontando ed i suoi raggi di un arancione intenso colpiscono il prato, creando un effetto stupendo. Quanto mi piacerebbe saper dipingere, per poter racchiudere all'interno di un quadro tutto ciò che i miei occhi possono vedere in questo momento. Ma niente dura per sempre, neanche il tramonto. Cerco di scacciare questi pensieri, avviandomi verso la porta, dove Alvaro mi sta aspettando. E' appoggiato allo stipite e mi guarda leggermente confuso. -Mi dispiace per prima. Pensavo che Paulo te lo avesse detto- Incrocio il suo sguardo e scuoto la testa. -Non sono venuta qui per questo motivo- Entra dentro casa ed io lo seguo. -Ho bisogno di sapere perchè sei venuta qui- Afferma, deglutendo rumorosamente.

-Avevo bisogno di parlare con qualcuno. Forse-

-Rendi tutti più difficile, Azzurra- Inizia a camminare avanti e indietro per il soggiorno. Questa cosa mi mette agitazione. -Alvaro! Fermati, ti prego!- Inizio a ridere, andando verso di lui. In qualche millesimo di secondo mi ritrovo con la schiena appoggiata al muro. -Cos'è che rendo più difficile?- Chiedo retorica.

-Rendi più difficile mantenere la promessa che ho fatto a me stesso, ovvero che non avrei ceduto alla voglia immensa che ho di baciarti- Sorrido, ma lo allontano. -Alvaro, non credo sia giusto- Scrolla le spalle e abbassa lo sguardo. -Non fare così, ti prego-

-Che c'è? Ti dispiacerebbe per lui? Lui che ti ha trattata da schifo? Ti ama davvero uno che agisce alle tue spalle? Azzurra, svegliati! Sto dicendo queste cose contro il mio migliore amico per un motivo preciso! E' stato uno stronzo. Ma è lo stronzo più fortunato del mondo! E sai perchè?- Lo bacio. L'ho baciato. Le nostre labbra si muovono in sincro. C'è una cosa di cui ho molta paura. Temo di fare tutto ciò per ripicca. Io voglio che impazzisca all'idea di me che sfioro qualcun altro. Se un secondo fa ero in dubbio, adesso ne sono certa.. Non posso fare questo ad Alvaro. O forse è quello che vuole anche lui?


Nota Autrice
Ciaoooo! Per prima cosa, vorrei ringraziarvi per il sostegno delle votazioni negli "Italian FanFiction Awards". Le votazioni finali sono state aperte oggi, quindi se volete continuare a sostenere la storia, passate dal profilo di DaisyYrral . Troverete tutte le informazioni necessarie!

Seconda cosa: ho avuto modo di confrontarmi con _AliceRaeken_ (PS: grazie infinite), per quanto riguarda il seguito della storia. Preferireste che finisse a breve per poi avere un sequel oppure che proseguisse ancora un pò prima del sequel? Fatemi sapere!!!

Bacixx

Tu Presencia Mi Mundo Completa ~Paulo Dybala~ #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora