Capitolo 33

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-Mi devi spiegare come fai...- Poggio le mani sul suo petto e avvicino il mio viso al suo. -Devi spiegarmi come fai a fottermi il cervello con un solo sguardo- Ribalta la situazione, così mi ritrovo con la schiena contro il muro e il suo bacino contro il mio. -Forse perchè sei innamorata di me. Come io di te, del resto- Sento le sue labbra sul mio collo e non posso far altro che portare le dita tra i suoi capelli, cercando di godermi il momento. Sarà sbagliato, saremo noi quelli sbagliati... Ma la verità è che siamo giusti, è giusto, per noi. -Paulo..- Prende le mie gambe e mi aiuta a cingere il suo bacino con le gambe. Unisce le nostre labbra in un bacio molto passionale e profondo. Diciamo che io sono ancora un pò arrabbiata con lui e, a quanto pare, anche lui lo è con me. -Deve capire che sei mia- Sussurra a pochi centimetri dal mio volto, dopo avermi fatta stendere sul letto matrimoniale. -E come vorresti spiegarglielo?- Prende il cellulare, mi bacia e scatta una foto. Ecco come vuole farglielo capire... Pubblica la foto su Instagram, per poi attivare la modalità vibrazione nel cellulare e appoggiarlo sul comodino. -Adesso pensiamo a noi due, che dici?- Annuisco e prendo il bordo della sua t-shirt facendolo cadere su di me. -Ricordi quante cose abbiamo combinato quella notte nella famosa camera 201?- Affermo, tracciando con le dita la forma dei suoi addominali. -E quante ne combineremo anche in questa..- Apre la cerniera della mia felpa e la getta in terra. -Paulo, è quasi ora di pranzo- Cerco di alzarmi, ma lui me lo impedisce. -Dai, Alvaro ci aspetta- Lascia dei baci umidi sulla mia spalla, scoperta dallo scollo della maglia. -Appunto. Proprio perchè ci aspetta, io non mi muovo da qui- Mi mordo il labbro inferiore, mentre si toglie la maglietta. -Anzi, credo che tra un pò mi muoverò molto. E non solo io- Mi fa l'occhiolino, mentre io gli do una piccola spinta sul petto. -Paulo!- Iniziamo a ridere, fin quando non unisce nuovamente le nostre labbra. -Non devi e non puoi sbavare vedendomi senza maglietta.. Altrimenti cosa mi combini dopo, quando mi sarò tolto anche il resto?- Arrossisco violentemente, tanto che sento di star per scoppiare. Credo di esser diventata di un rosso bordeaux. -Ma a quel punto non sarai l'unico a non avere vestiti. Lì vedremo chi cede- Mi alzo in piedi e tolgo la maglietta, andando verso il bagno. -Sei mia- Mi cinge i fianchi da dietro e sento le sue mani fredde a contatto con la mia pelle. Inizia a giocare con il gancetto del reggiseno, ma soprattutto sento una grande voglia di sentire le sue labbra sulla mia pelle. Mi volto verso di lui e lo abbraccio. -Tutto bene?- Annuisco, senza proferir parola. -Ti ho abbracciato perchè io so che non faremo solo sesso- Porto le mani dietro al suo collo, avvicinandolo ancora di più a me. Mi prende in braccio e da questo momento in poi, tutto il resto scompare. Siamo solo noi due. Via i problemi, via le gelosie e le arrabbiature. Solo noi due, in questa stanza. Solo io e lui.

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-Ragazzi, dove eravate finiti? Pensavo di dover mangiare da solo- Esclama, dopo aver aperto la porta. -Avevamo da fare- Gli tiro una gomitata. Ci manca solo che si metta a raccontargli i dettagli. Non mi sembra proprio il caso. -Vi porto a fare un giro, okay?- Annuiamo e saliamo tutti in macchina. Sarebbe stato meglio spostarsi con i mezzi pubblici, ma non credo che potrebbe essere un'ideona, avendo due calciatori di fama mondiale con me. -Andiamo a fare una passeggiata sulla Gran Via?- Propongo, ripensando ad un articolo su Madrid che ho letto qualche giorno fa. -Certo- Risponde Alvaro, chiudendo la macchina. -Lì c'è anche lo store del Real- Iniziamo a camminare e soprattutto a fare foto. -Perchè non inquadri i palazzi o qualcosa di più interessante?- Mi chiede Paulo, riferendosi alle mie foto. Sto fotografando lampioni, panchine e semafori. -Immagina quante foto vengono fatte ai negozi e ai palazzi... Beh, io voglio fotografare cose che non posso trovare su Internet, capisci?- Hanno smesso di camminare e mi stanno fissando un pò confusi. -Ragazzi, ho fame. Andiamo da McDonald's!- Entro dentro al fast food senza aspettare una loro risposta, nè negativa nè positiva. Ci sono i soliti schermi interattivi per poter ordinare in autonomia il proprio pranzo. -Che volete mangiare?- Scrollano le spalle, iniziando a cercare qualcosa nel menù. -Una domanda: da quanto non entrate in un McDonald's?- Si guardano e sorridono. Credo sia passato tanto tempo. -Tanto. Non possiamo frequentare molto questi "ristoranti". Teniamo alla linea- Scuoto la testa, facendomi scappare un sorriso. Li abbraccio e finisco di completare l'ordine per tutti e tre.

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-Azzurra! Ci spieghi dove stiamo andando?- Chiede il mio ragazzo, prima di sorseggiare un pò d'acqua dalla bottiglietta. -E voi sareste degli atleti? Siamo messi bene. Cosa facevate se foste stati avvocati? Morivate? Comunque, eccoci qua! Questo è il famosissimo Adidas Store di Madrid!- Si siedono su una panchina e allargano le braccia. Sono veramente stanchi. -Ragazzi, dovevo portarvici! Come potevo tornare a Torino senza essere stata all'Adidas Store di Madrid?- Alvaro si gratta la testa, cercando una risposta. -E cosa pensi ci sia di diverso qui? Adidas è Adidas ovunque, non credi?- Non capiscono proprio l'idea femminile di shopping. -Vieni con me, Paulo?- Lo prego, ma senza risultati, dato che pare essere piuttosto deciso a non alzarsi. -Vengo io- Alvaro si alza in piedi e sembra essere riposato come non mai. Ma se fino a due secondi fa sembrava avesse corso la maratona? Questi sono i dogmi della vita.. -No, vengo io- Paulo fa lo stesso. Okay, sono strani. -Venite tutti e due?- Propongo, cercando di non farli litigare, ma soprattutto perchè io non vedo l'ora di entrare in quel negozio.

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-Cosa ci siamo venuti a fare se non hai comprato niente?- Chiede Alvaro sconsolato. -Non capisci! Non volevo comprare, volevo solo guardare- Scrolla le spalle, guardandomi un pò confuso. -Guardate!- Esclama d'un tratto, indicando una costruzione a qualche centinaia di metri da noi. -Ma questo è il Bernabéu!- Affermo, guardandomi intorno in estasi. -Abituati alla maestosità di questo stadio! Da dentro è ancora più imponente, e tu, in qualità di fidanzata di Paulo, godrai sicuramente di una vista stupenda. Chissà che emozione vederlo giocare qui- Il giornale che tengo in mano cade a terra e lo stesso la bottiglietta d'acqua. Inizio a vedere sfuocato e la colpa è solo e soltanto delle lacrime che stanno minacciando di scendere. -Cosa cazzo ti salta in mente?- Grida Paulo, cercando di non dare troppo nell'occhio tra quelle poche persone che stanno camminando vicino a noi. Mi mordo il labbro inferiore e corro via. Perchè scappo sempre? Forse perchè non riesco mai a tenere con me ciò che amo.

Nota Autrice
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se è un po' "di passaggio". Nonostante tutto, dedico il capitolo a smilethankstothem e pedonesiria2110

Tu Presencia Mi Mundo Completa ~Paulo Dybala~ #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora