Capitolo 31

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-Paulo, dai! Facciamo tardi- Si sta ancora aggiustando il ciuffo. Come è vanitoso... -Paulo!- Cerco di richiamare la sua attenzione, ma per l'ennesima volta non riesco a raggiungere il mio obiettivo. -O scendi o parto da sola!- Apro la porta e prendo le nostre due valigie, trascinandole fino alla macchina. -Eccomi- Continuo ad aggiustarsi i capelli. Mette e toglie gli occhiali da sole in continuo, cercando di capire se il suo outfit è migliore con o senza essi. -Sei bello sempre. Un paio di occhiali o un ciuffo pettinato in un modo particolare non faranno la differenza- Accarezzo il suo volto, con le nostre labbra a pochi centimetri di distanza.
-Davvero pensi questo di me?- Deglutisco e annuisco leggermente. -Grazie- Mi abbraccia ed io non posso far altro che stringerlo più forte, ricambiando questo gesto d'affetto. -Il volo non ci aspetta... Meglio andare in aeroporto- Controllo l'orologio, notando che si sta facendo tardi. -Andiamo- Saliamo in macchina, diretti all'aeroporto. Torino si è già svegliata, o meglio, non si è mai addormentata. Sono solo le otto e tutta la città è già in piedi. Ci sono ragazzi che vanno a scuola, persone che vanno a lavorare o che portano a spasso il cane. Insomma ce n'è per tutti!

Per interrompere la monotonia del viaggio, decidiamo di mettere un pò di musica ed io gli consiglio Shout Out To My Ex delle Little Mix.
-Certo che scegli musiche molto allegre-

-Guarda che questa canzone è super vivace. Parla di una ragazza che è stata lasciata dal fidanzato e di come riesce a riprendersi-

-Un pò come te- Già. Non ci avevo mai pensato. Non avevo mai visto la canzone da questo punto di vista. In fondo ha ragione...

-Là c'è un posto!- Indico un posto libero per parcheggiare la macchina. Scendiamo e recuperiamo le valigie, dirigendoci verso il check-in dei bagagli.
-Vado io a fare il check-in, tu puoi andare a prendermi un cappuccino e un cornetto? Ti raggiungo subito- Scrolla le spalle non capendo il motivo di questa mia improvvisa voglia di sentirmi indipendente. La verità è che ho paura che non voglia prendere l'aereo, dopo aver scoperto dove lo sto portando.

Poco dopo lo raggiungo nella zona adibita alle partenze. Lo vedo seduto con un sacchettino bianco e un bicchiere di carta in mano. -Grazie, piccolino-

-Come mi hai chiamato?- Alza gli occhi dal cellulare, dopo aver riflettuto sul nomignolo che gli ho affibbiato.

-Piccolino- Ripeto, addentando il cornetto alla cioccolata. Come non amare un ragazzo che ti compra cornetti al cioccolato? Impossibile.

-Dopo ti faccio vedere cosa sa fare questo piccolino- Pensa solo a quello. Quanto può essere stupido?
-Dobbiamo imbarcarci-

-Di già?- Mi alzo in piedi e lui mi segue a ruota. Mostriamo i biglietti e i passaporti, per poi passare i controlli di sicurezza. -Una curiosità...- Mi sto sentendo morire, ma devo cercare di non far trasparire le mie emozioni al momento. -Perchè stiamo andando al gate 26 se lì imbarcano il volo per Madrid?- Ecco appunto. Penso che sia arrivato il momento di dirglielo. -Paulo...-

-Ho paura di quello che stai per dirmi- Anche io. La cosa che temo di più è la sua reazione. -Paulo, ho fatto una cosa. Non saprei come definirla: per me è bella, ma per te non lo so. Pensavo che tu avessi bisogno di aiuto; pensavo che tu ed Alvaro aveste bisogno di aiuto-

-Mi stai portando a Madrid?- Socchiudo gli occhi in difficoltà. -Come ti è venuto in mente?- Sentendo le sue parole, decido di tirare fuori il carattere. Devo fargli capire perchè l'ho fatto.

-Paulo, scendi dal piedistallo! Non sei indistruttibile. Tutti noi abbiamo bisogno di aiuto, e lo stesso tu. Nessuno di voi due sarebbe mai stato capace di fare il primo passo. Nessuno di voi due avrebbe chiamato l'altro per primo. Da quanto non vi sentite? Da quando è partito. Hai bisogno di lui, Paulo. E lui ha bisogno di te. Saliamo su quell'aereo e andiamo a riprendere il tuo amico-

-Io devo scendere dal piedistallo, ma tu devi imparare a non intrometterti nelle cose che non ti riguardano-

-Cosa hai detto, scusa? Le cose che non mi riguardano? Sono giorni che sei strano, sono giorni che mi contraddici su ogni cosa...- Una hostess di terra ci interrompe. -Scusate, ma il gate sta chiudendo. Se volete imbarcarvi, dovete farlo subito- Annuisco e le mostro nuovamente il passaporto. -Fai quello che vuoi- Sento i suoi passi dietro di me e intuisco che mi stia seguendo. Saliamo sull'aereo e andiamo a sederci ai nostri posti.

Dopo una breve lezione sulla sicurezza a bordo, l'aereo decolla. Io indosso gli auricolari ed inizio ad ascoltare la musica. Paulo si volta verso il finestrino e guarda fuori. Andiamo avanti così per tutto il viaggio. Non vola una mosca. Per me la musica al momento è la cosa più interessante e lo stesso è il paesaggio per lui, nonostante si vedano solo nuvole...

~•~•~•~•~

-Non credere che il nostro discorso sia finito- Esclamo, recuperando la mia valigia dal nastro trasportatore. -Non voglio essere trattata in quel modo. Soprattutto dopo tutto quello che ho fatto per te. Qualche mese fa mi sarei presa la colpa, dicendoti tantissime cazzate. Adesso ho capito perchè il mio vero padre non mi ha voluta: faccio solo casini. O qualcosa del genere! Ma adesso non lo faccio e non lo farò mai più. Me ne sarei potuta fregare e partire per Parigi, facendo finta che tutto andasse bene- Mi interrompe, alzando lo sguardo da terra.
-Parto, Azzurra! Parto-

Nota Autrice
Colgo l'occasione per ringraziarvi per le 10k di letture! Non posso davvero crederci. Se avete voglia di votare questa storia nel concorso di cui ho parlato nello scorso capitolo, avete tempo fino al 18 febbraio! Dedico il capitolo a lauraottaviani_ e Allygj

Tu Presencia Mi Mundo Completa ~Paulo Dybala~ #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora