No..gli avevo risposto no. Non avevo intenzione di passare troppo tempo con quel ragazzo. Quei precedenti minuti mi erano bastati, e per il momento mi andavano bene.

«A che pensi?» mi chiese Astrid.
A quel ragazzo.
«A niente.» risposi.
«Mh..sicura? Guarda che ti conosco,sai? A me puoi dirmi tutto.»
«Lo so.»
«Bene..e pertanto?» mi incitò a continuare.
«Pertanto niente,Astrid. Davvero, sono solo un pò stanca. Non ho dormito molto e..ho troppi pensieri per la testa. Mia madre é strana, i miei ragazzi continuano imperterriti a drogarsi,mia sorella ha baciato un tipo piú grande di lei..»
«Uo uo uo..uo.» esclamò. «Cosa hanno appena sentito le mie orecchie? Grace ha dato il suo primo bacio?!»
«Beh..si.» risposi, stranita dalla sua eccessiva reazione.
«O mio Dio,non ci posso credere!» cacciò un sorriso a trentadue denti. «Mi sembra ieri quando l'ho vista piccolina per la prima volta. Era adorabile..e guardala adesso,é diventata una piccola donna.» continuò, asciugandosi con un dito una finta lacrima sotto l'occhio.
«Che esagerata. Sai, é in questi momenti che dubito fermamente della tua sanità mentale.»
«Ma sentila..e poi sarei io l'esagerata.»
Ridacchiammo, nel silenzio di quella macchina.
Sospirai, ancora con il sorriso sulle labbra. Poggiai la testa contro il finestrino e chiusi gli occhi. Percepivo, distante e lontano, il rumore della pioggia che sbatteva contro il vetro. Il ticchettio constante ed instancabile, l'instabile movimento dell'auto..era tutto cosi rilassante, una sensazione di indescrivibile piacere.

La mente volò, immediata ed inevitabilmente, a Troy. Ripensai all'effimero attimo in cui, per pochi secondi, le sue mani avevano sfiorato il mio viso, nel gesto di togliermi gli occhiali. Era durato cosi poco, quasi che ebbi la sensazione di essermelo immaginato, ma al solo pensiero di quel momento scoprii venirmi la pelle d'oca..no,non poteva essere stato solo frutto della mia fantasia. Ripensai a tutte le sue frasi,ad ogni sua parola, analizzando ognuna di esse minuziosamente.
«Tutti noi abbiamo qualcosa da cui necessitiamo di essere curati. Qualcosa, o magari..qualcuno. Qualcuno come noi stessi..qualcosa come il passato di cui facciamo parte.»
Perche l'aveva detto? Cosa l'aveva spinto a dire quelle cose? E soprattutto..perché le aveva dette proprio a me? A stento mi conosceva..eppure era riuscito a beccare le esatti due debolezze della mia vita..me stessa, ed il mio passato.
Avrei dato di tutto, in quel momento, per riuscire ad avere anche solo una risposta al numero infinitesimale di domande che mi balzavano per la testa, come un canguro impazzito.

Un forte scossone mi costrinse ad aprire gli occhi. Guardai fuori dal finestrino e vidi la porta di casa mia. Mi stiracchiai il collo indolenzito e portai la mia attenzione sulla ragazza di fianco a me.
«Allora davvero sei stanca..» notò, con un sorriso.
«La solita diffidente..certo che sono stanca.» risposi,ironica.
«Bene,e che aspetti a scendere dalla macchina? Su su,porta il culo nel tuo letto..ah,e per favore,se devi dirmi qualcosa, aspetta fino a domani mattina, non chiamarmi alle 3 e mezza di notte.» disse, con il suo dolce sarcasmo.
Ridacchiai.
«Come vuoi.» alzai le mani,in segno di resa,e uscii dall'auto. Prima che potessi chiudere la portiera, si sporse dal suo sedile e mi fermò. «Brooke.»
«Dimmi.»
Sorrise. «Sembra un ragazzo a posto.»
Sghignazzai,non sapendo che altro fare in una situazione del genere.
«Ma che..che dici? Ragazzo? Di che parli..insomma,io non..» balbettai, con un sorriso imbarazzato e poco convinto.
«Oh avanti Brooklyn,non sono scema. Davvero pensavi che non me ne fossi accorta? Quando avete parlato fuori della sala, quando siete usciti dall'edificio per andare chissà dove, quando si é..»
«Si si okay..ho afferrato il concetto.» la bloccai, non lasciandole la possibilità di aggiungere altro. Sospirai e mi grattai la nuca. «Ehm..allora,non é come pensi. Non. É. Come. Pensi.»
«Mh,si,di certo..e a cosa starei pensando?» chiese maliziosa.
«Stai pensando che io..e lui..che..» gesticolai nervosamente con le mani. «Ahh,sai bene a cosa stai pensando, e ti dico che le cose non stanno cosí.»
«Ceerto.» disse, retorica.
«Davvero.»
«Ti credo sulla parola.» continuò.
«Uff,certe volte sei proprio insostenibile, lo sai?!»
«Felice di esserlo,tesoro.»
Roteai gli occhi e feci per andare.
«Brooklyn.»
«Che c'é ancora?!»
«Hai la mia benedizione.» sorrise.
Non dissi niente. Mi limitai a sorriderle di rimando, in imbarazzo, e entrai in casa.
A passi cauti salii le scale e mi diressi nella camera di mia sorella.

Aprii la porta, tentando il meno rumore possibile, e mi avvicinai al suo letto. Le smossi le spalle, delicatamente. «Grace..» sussurrai.
«Ehi,Grace..»
La vidi muoversi,controvoglia,e ancora con gli occhi chiusi mugugnò. «Brooke..»
«Grace,allora?» chiesi, in un misto di tensione e impazienza.
Sbadigliò sonoramente.
«Nella spazzatura non ho trovato niente..però sul comodino di camera sua mi pare di aver visto delle foto di papà. Strano visto che da quando é morto non le ha piú toccate.»
«In effetti. E basta?»
«Si..» disse, con voce roca e ancora impastata di sonno. Poggiò la guancia sul cuscino.
«Sicura? Non c'é proprio nient'altro?»
Scosse il capo, debolmente. Le accarezzai i capelli e le baciai la tempia.
«Grazie Grace.» uscii e mi ritirai in camera mia.
Mi infilai nel letto, a pancia in su, e portai le mani dietro la nuca.
Le foto di papà..era da anni che non le cacciava fuori,da quando era morto.
E perche l'avesse fatto in quel momento era per me una grande incognita. Sbuffai, chiudendo gli occhi. Ero stanca, ero stanca di dover pensare sempre a tutto, sempre a troppo. Ero stanca, volevo solo avere la testa sgombra, un pò piu libera, un po piu leggera. 
Mi venne in mente Opal, i ragazzi della struttura, il sorriso dolce di Halliot, i singhiozzi soffocati di Sandy, e due occhi piu neri della pece..due occhi su cui, pur conoscendo, non mi ero mai soffermata. Li per li neanche credevo di averli mai visti,ma sapevo che invece non era cosi. Due tali occhi  difficilmente puoi dimenticarli.
Cupi, scuri, di un nero intenso, neanche fossero fatti di pece..no, non avrei potuto scordare uno sguardo cosi.
Sollevai le palpebre, pensai a Troy.
"I suoi occhi.." pensai. "..come ho fatto ad ignorare i suoi occhi..?"

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