«..non devi starci tanto. Non ha importanza quanto tempo ci passi, l'importante é che tu lo sfrutti bene. Devi essere diretta ed esauriente, nient' altro. Per il resto,non hai vincoli. Domande?»
«No,mi é tutto chiaro.» dissi.
«Perfetto. Per quanto riguarda gli orari dimmi tu.»
«Il turno di pomeriggio mi va benissimo.»
«Ah..beh,in questo caso allora puoi tornare a lavoro. Abbiamo finito.»
Mi alzai dalla sedia e mi avviai verso la porta. «Ehm,Brooklyn?» mi richiamò, Jessica. Mi voltai nuovamente in sua direzione, con la mano appena appoggiata alla maniglia.
«Dimmi.»
«Ecco..non vorrei essere invadente..tutto bene? C'é qualcosa che non va? Ti vedo un pò assente. Se é successo qualcosa puoi dirmelo tranquillamente,non farti problemi. Sai che puoi fidarti di me.» disse, amorevolmente. Non risposi subito. Mi limitai a sorriderle.
«Si,lo so.» dissi,secca,tentando il tono più dolce che potessi,e uscii dallo studio.

Sospirai e entrai nella stanza in fondo al corridoio. Lavai distrattamente le mani e mi preparai ad affrontare una nuova, faticosa ed intensa giornata di lavoro.

Facevo dei controlli ai ragazzini della struttura, attenta e concentrata. Ero arrivata a dodici e, mio malgrado, non notavo molti miglioramenti. Trovavo sempre tracce di stupefacenti,anche se in piccole dosi. Marijuana, crack, Crocodile, persino pasticche di Starlight.
Mi lasciai ricadere mollemente sulla sedia, amareggiata, rassegnata. Mi portai le mani in viso, ormai priva di qualunque minima speranza.
«Posso entrare?» mi chiese la voce di un ragazzino, probabilmente il prossimo da controllare.
«Entra.» risposi,distrattamente,senza guardarlo. Sentii il rumore del lettino smosso dal corpo del giovane.
«Giornata intensa,Brooklyn?» chiese.
«Già.» risposi, d'istinto, e solo dopo mi sovvenne un dubbio. «Aspetta..hai detto Brooklyn?! Come fai sapere il mio..» sbottai diffidente, alzandomi di scatto. Non terminai la frase, notando che il ragazzino davanti a me era Halliot.
«Halliot!» esclamai abbracciandolo. «Tutto bene?»
«Benissimo direi.» disse,entusiasta.
«Anche tu sei qui per il controllo?» chiesi.
«Eh già.» rispose. «É..molto precisa e fiscale quella Jessica,c'é da ammetterlo proprio.»
Ridacchiai. «Oh si,lo é.»
Si sistemò,seduto,sul lettino, e mi posizionai di fronte a lui.

Esitavo,avevo paura,lo ammetto. Avevo seriamente paura che lo avesse rifatto,temevo che si fosse drogato di nuovo,che nonostante il tempo non l'avesse ancora superato del tutto.. E in tutta quella merda di giornata non volevo altre aggiunte,non ci tenevo ad averne altri di dispiaceri.
Sentii prendermi la mano. Lo guardai, e vidi un tenero sorriso contornargli il viso ambrato e colorito.
«Tranquilla,non troverai un bel niente in questi begli occhietti,Brooklyn.» disse, dolcemente.
"Lo spero." pensai. Titubante, con due dita gli allargai l'occhio, e presi ad osservargli le pupille,strette,e le orbite bianchissime. A stento riuscii a reprimere la gioia che mi investì in quel momento.

Lo abbracciai con foga.
«Oh Halliot! Grazie! Grazie davvero! Avevo troppo bisogno di qualcosa di bello oggi,ti giuro,ne avevo troppo bisogno!» esclamai.
«Anche io..» disse ricambiando con enfasi l'abbraccio. «Anche io avevo troppo bisogno di te. Mi sei mancata,Brooklyn.»
«Anche tu mi sei mancato tesoro.» Sospirai, sollevata. «Grazie..grazie mille per non  averlo rifatto.»
«Grazie a te per non avermelo lasciato fare.»
Sorrisi,ancora con la testa nascosta tra i suoi morbidi capelli ramati.

Troy's Pov

«Per l'ultima volta,non m'importa un bel niente di voi e dei vostri discorsi imbecilli e idioti. Voglio che questa cosa vi sia chiara:Brooklyn oggi é giu di morale e voi dovete comportarvi bene...bene. Chiaro?!»
Aspiravo con gusto dalla sigaretta che stringevo tra le labbra. La bocca piena di fumo, il sapore di nicotina ancora ben distinto, l'aria gelida che picchiava, come tanti coltelli appuntiti, sembrava tagliarmi il viso a fettucce. Me ne stavo fuori dal quell'edificio fatiscente, guardando davanti a me l'asfalto tappezzato di pioggia, le macchine che sfrecciavano, il cielo cupo che non dava segni di tregua. Mi giungeva alle orecchie la voce starnazzante di quella ragazza, Astrid, una grandissima insolente e, a parer mio, terribilmente sfacciata, che con fare prepotente parlava ai due ragazzi, Travor e Dominic, riguardo una certa Brooklyn. Brooklyn..quel nome non mi era nuovo. Lo avevo già sentito, di recente tra l'altro.
«Sono stata chiara?!» continuò lei,con tono rigido e secco,che non accetta contraddizioni.
«Chiarissima.» risposero all'unisono i due.
"Zht,che femminucce.." pensai. "..si lasciano comandare a bacchetta da una ragazzetta scorbutica e prepotente." sorrisi, tra me e me, diverto da quella piuttosto insolita situazione.
«Spero vivamente per voi che abbiate carpito le mie parole,o giuro che me la pagate. E sapete che non scherzo affatto.»
Cosa avrebbe mai potuto fare una ragazza contro quei due, possenti e all'apparenza forzuti? Soprattutto una ragazza gracilina come lei,d'altronde. Non avrebbe potuto proprio niente contro dei giganti come loro.

Soffiai via il fumo dalle labbra,osservandolo mentre mi si materializzava davanti gli occhi, leggero come una nuvola di vapore. E intanto mi lasciavo ipnotizzare dalla banale visione della condensa che usciva dalla mia bocca. Socchiusi gli occhi, trascinato via dal rumore della pioggia.
«Sentite,Brooklyn é una nostra amica. Non vi chiedo di fare chissà cosa..vi chiedo solo di comportarvi bene e di non stressarla. Vi chiedo solo questo.» il tono della ragazza era diventato improvvisamente pacato e comprensivo. Doveva tenerci proprio tanto a quella Brooklyn. Già,Brooklyn. Alzai un lato della bocca in un sorriso soddisfatto. Lasciai che la cicca rimasta della sigaretta ricadesse ai miei piedi. La calpestai, con fare disinvolto, infilai mollemente le mani nelle tasche dei jeans e rientrai.
"Brooklyn,Brooklyn,Brooklyn.." pensai. "..la ragazza ex eroinomane..già,come ho fatto a non ricordarmelo prima?"

ASSENZIO - AXENHTIUM Where stories live. Discover now