"Sparagli!" gridò Sharon. "Sparagli!".

Monica si destò dal torpore in cui era caduta e alzò la canna dell'arma, ma prima che potesse estrarre un colpo, Andrea premette il grilletto e la pallottola si infilò nella coscia sinistra di Sharon, la quale crollò gridando per il dolore. "Cazzo...."

"Sharon!" esclamò l'amica, la quale si disinteressò dello scontro a fuoco per precipitarsi a soccorrere l'amica, la quale strinse i denti, toccandosi la ferita.

"Non pensare a me, spara a quel bastardo."

"Porca puttana!" sbraitò Monica, ignorandola. Si accovacciò su di lei, cercando di capire la gravità delle sue condizioni.

Ma era troppo tardi.

Qualcosa di freddo e solito toccò la nuca di Monica, la quale si accorse di essere sotto tiro. Andrea, in piedi dietro di lei, sghignazzò tronfio. "Posa l'arma."

Monica non mosse un muscolo, imbracciando la pistola attendendo il momento giusto, ma lui aveva previsto ogni mossa. "Se solo provi a girarti, ti faccio un buco in testa. Non ti conviene sfidarmi.

La giovane guardò Sharon la quale, ormai pallida in volto, cercava di fermare il fiume di sangue dalla coscia. Monica, ormai senza soluzioni, non poté che obbedire. Posò la pistola a terra e la fece scivolare di lato. Andrea lestamente la afferrò e si allontanò, tenendole entrambe sotto tiro. Ignorando il proprio aguzzino qualche istante, Monica prese un fazzoletto di stoffa e lo applicò alla ferita di Sharon. Non sarebbe servito a molto, ma per qualche minuto avrebbe retto.

"Non riuscirai a farla franca, lo sai?".

"La storia dice il contrario." protestò Andrea. "Sono passati anni e nessun mi ha mai scoperto. Nemmeno tu, se non avessi deciso di farmi vedere."

"E che mi dici di tuo fratello?".

"Luca ha fatto una scelta. Non se la sentiva più di proseguire nel nostro percorso e non gliene faccio una colpa. Gli volevo bene davvero. Si è preso cura di me per molti anni e di ciò gliene sarà per sempre grato."

"Ha avuto buon senso." appurò Monica. "Almeno uno dei due."

Andrea socchiuse le palpebre, stizzito da quella battuta, ma dopo pochi istanti il suo ghigno beffardo tornò a dipingersi sul volto. "Pensi che l'ironia ti salverà?".

"Non dovrei parlare con i morti. Potrebbero prendermi per pazza."

"Sei sempre stata ripetitiva. Per questo la nostra storia è finita."

"No, invece. E' finita perché ho visto Luca mentre ti tagliava la gola e in seguito ho pianto sul tuo corpo senza testa, che ora so che si trattava di un'altra delle tue vittime."

"Si, ci siamo divertiti." ridacchiò Andrea. "Abbiamo ucciso un poveraccio che aveva all'incirca la mia corporatura e lo abbiamo decapitato, poi abbiamo inscenato la mia morte, con effetti speciali che avrebbero meritato il premio Oscar!".

"C'è qualcosa che non mi torna, però." disse Monica. "Com'è possibile che nessuno si sia reso conto che il cadavere appartenesse a un'altra persona?".

"Non sei stata attenta allora."

"Cosa intendi dire?".

"Come in ogni giallo ci sono stati degli indizi, uno in particolare che tu non hai colto, nonostante lo avessi sotto il naso. Un elemento che solo un lettore meticoloso poteva rintracciare."

"Ancora non capisco di cosa tu stia blaterando!" replicò lei innervosendosi.

"So che hai letto il dossier su Luca. In esso c'era scritta anche la sua professione."

A quel punto Monica capì tutto." Medico legale..."

"Proprio così."

"Quindi si è occupato lui dell'autopsia. Per questo nessuno si è accorto di nulla! Ha fatto in modo che tu potessi sparire per tutto questo tempo!".

"Ora basta conversare, è ora della terza prova."

"Come diavolo faccio a combatterti se sono disarmata?".

Andrea scosse le spalle. "Non ho detto che sarebbe stato facile."

"Sei un vigliacco!" sbraitò Monica. "Un codardo, un..."

"Sono tante cose, ma sono anche quello che ha due armi e quindi ti conviene fare quello che dico."

Dopo pochi minuti le due ragazze si ritrovarono legate a una sedia, distanti solo pochi centimetri, in modo che l'una potesse vedere cosa capitasse all'altra. In seguito Andrea aveva medicato la ferita di Sharon, la quale non si era mostrata per nulla grata. "Non soffrirò della sindrome di Stoccolma, sappilo."

"Mi sei sempre piaciuta." le disse Andrea. "Avrei preferito dare la caccia a te piuttosto che a questa... vigliacca."

"Cosa ti ho fatto di così grave per meritare questo?" piagnucolò Monica, le cui mani erano costrette dietro la schiena da una pesante corda. "Solo per una stupida Chat? Perché ho illuso tuo fratello?".

"Non si tratta solo di questo." precisò Andrea. "L'hai fatto soffrire, come tutte le altre donne che lo hanno preso e gettato nell'immondizia!".

"E' così che scegliete le vostre vittime? Solo per una vendetta da ragazzini in preda a tempeste ormonali?".

"Con te è stato diverso. Non ho mai visto Luca così preso per una ragazza. Ti amava alla follia e si sarebbe ucciso per te. Proprio come ha fatto, dandosi in pasto a una pioggia di pallottole."

"E tu sei rimasto un anno intero nascosto solo per arrivare a questo punto?".

"Mi stai dicendo che vorresti conoscere tutta la storia? Così mi lusinghi, adoro gli spiegoni. Oggi sono sottovalutati, purtroppo. Nella letteratura o al cinema c'è chi preferisce intuire piuttosto che sapere per filo e per segno come siano andati i fatti. Ma io la penso diversamente e ti racconterò la mia storia... la nostra storia! Però partirò dal principio, quando tutto è iniziato. Tanto non hai fretta, vero?".

Sharon, poco distante, era la terza incomoda di quella macabra conversazione e di ciò fu grata al Cielo. Da qualche tempo, sapendo di essere una vittima potenziale di quel pazzo, aveva preso a girare con un coltellino per la propria autodifesa, adagiandolo nella tasca posteriore dei pantaloni. Con le dita aveva scavato in essa estraendo la lama e, approfittando della vanità di Andrea (e sperando si dilungasse nel suo sproloquio), avrebbe provato a recidere le corde, che però parevano piuttosto spesse.

Troppo spesse...




Yellow ChatWhere stories live. Discover now