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Dal Saint Patrick si trasferirono al Distretto di Polizia, dove avrebbero conferito con le forze locali, che avrebbero nuovamente collaborato a un caso dichiarato anzitempo come risolto. Oltre ai due giovani poliziotti che le avevano fatto visita l'anno precedente (e di cui ancora non ricordava i nomi), insieme a Monica e ai due Detective presenziarono il Comandante e altri due ufficiali, gli stessi che avevano svolto le indagini su Luca Quaranta.

"Ora capisco come ha fatto a fotterci per tutto questo tempo." dichiarò Piero senza tanti fronzoli. "Aveva un complice. Ora molte cose si spiegano."

"E ha aspettato un anno per uscire allo scoperto", intervenne il Comandante, "perché doveva andare nel suo letargo?".

"Sembra stupido, ma è la sua giustificazione." rispose Monica.

"Ma perché confessare di avere un complice?"

"Forse", disse Chiara, "non ha più nulla da perdere. Dare la caccia alle ragazze era un gioco perverso che facevano insieme e ora che ha perso il suo compagno di scorribande, non ha più senso. Infatti Monica ci ha riferito che questo pazzo vuole solo vendetta."

"Grandioso. Davvero grandioso."

"Se questo maniaco vuole vendetta, staremo addosso a Monica giorno e notte. Ha già fatto un passo falso confessandoci di essere complice ed esponendosi in tale maniera e non è escluso che possa commettere altri errori."

"Non mi sembra granché come piano." commentò il Poliziotto più giovane.

"Non lo è." confermò Piero. "Ma per il momento è l'unica soluzione."

"La cosa che dobbiamo capire è se questo amico speciale ha aiutato Luca Quaranta sin dall'inizio della sua carriera criminale." affermò il Comandante. "Se riuscissimo a risolvere questa questione, avremmo un importante colpo in canna."

"Giusto." asserì Chiara. "Potremmo indagare sulle conoscenze di Luca Quaranta sia a Roma, sia a Milano."

"Per quanto riguarda la permanenza di Quaranta a Milano, potete indagare voi sulle sue conoscenze." aggiunse Piero. "Per il periodo in cui ha vissuto  Roma, parleremo con i nostri colleghi."

"Mi sembra ottimo." osservò il Comandante. "Cosa avete scoperto su di lui, poco dopo la sua morte?".

"Che era un tipo molto solitario con tendenza a isolarsi, come risulta dal suo profilo criminologico. A parte il lavoro, i vicini non hanno mai avuto contatti diretti con lui, se non poche parole."

Ma dato che pensavamo agisse da solo", soggiunse Chiara, "non abbiamo indagato a fondo e quindi ci sono ancora molti nodi da sciogliere."

"E per quanto riguarda la sua famiglia?" domandò l'anziano Poliziotto.

"Abbiamo indagato solo sulla ristretta cerchia familiare, composta da un fratello e dai genitori, tragicamente deceduti quando Luca Quaranta era solo un ragazzino. A parte una vecchia zia e alcuni cugini alla lontana, non abbiamo trovato nessun parente."

"Interrogheremo ognuno di loro. Magari salterà fuori qualcosa."

"Forse si tratta di un amico." ipotizzò Piero. "E in tal caso sarebbe un problema, dato che i loro rapporti potrebbero essersi svolti in segreto, senza molti incontri."

Chiara batté la penna sul tavolo. "La sua infanzia risale a un periodo in cui iniziava a prendere piede la moda del pen friend. Non è escluso che si siano conosciuti per via telematica, scoprendo di avere un hobby in comune.

Monica ascoltava in silenzio, seduta di fianco a Chiara. Nonostante le parole e le ipotesi fossero diverse, le sembrava di rivivere le stesse scene dell'anno precedente. Le sensazioni erano le medesime, ma amplificate dalla paura di dover rivivere tutto da capo. Ogni tanto la guardavano, quasi aspettassero un suo commento, una sua parola, ma non aveva nulla da aggiungere a quell'accozzaglia di idee che a suo parere non avrebbero portato a nulla.

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