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Come concordato, Monica si fece trovare all'esterno del Saint Patrick, in netto anticipo, in quanto voleva essere certa che lui la trovasse. Quella brutta storia doveva finire quella notte, si disse, non poteva attendere oltre. Strinse con la mano le ali del colletto della giacchetta, forse troppo leggera per una notte autunnale particolarmente gelida. Tremava vistosamente e non solo per il freddo.

Scrutò il via vai di persone che passeggiava lungo il viale, alcune delle quali le passavano davanti, svoltavano l'angolo e completavano il giro dell'isolato per poi tornare nuovamente di fronte al bar. Potevano essere una decina o forse di più, vestiti in borghese, mentre altri poliziotti se ne stavano seduti all'interno del bar e forse ce n'erano ancora, nascosti chissà dove. Nonostante ciò, non si sentiva serena.

Andrea non era certo rimasto in disparte e, testardo com'era, non le avrebbe dato retta. In qualche modo voleva dare il suo contributo e proteggerla, a modo suo. Prendendo una serie di strade secondarie, si era rifugiato in un piccolo bar, sedendosi a un tavolino protetto da una vetrata che permetteva la vista del Saint Patrick. E Monica non dubitava che, se le cose si fossero messe male, il suo fidanzato sarebbe corso in suo aiuto.

Trasse un forte respiro e l'immagine di una fumata d'aria apparve di fronte ai suoi occhi, ricordandole che erano diverse settimane che aveva smesso di fumare. Ma la questione importante era un'altra; di li a poco sarebbe giunto Scoiattolo e ad attenderlo ci sarebbero stati diversi poliziotti. Tutto sarebbe finito quella notte; ma, nonostante ciò, non riusciva a crederci davvero.

La notte prima dormire era stato un'impresa impossibile e difatti non ci aveva nemmeno provato, per cui aveva passato diverso tempo a messaggiare con Sharon la quale, con gli stessi problemi ad addormentarsi, l'aveva alla fine chiamata e al cellulare avevano passato poco più di due ore, come facevano ogni giorno prima che quella terribile vicenda avesse inizio.

"Continuo a pensare che sia tutta colpa mia." aveva ammesso Sharon, affranta.

"Ti ho già detto che non è colpa tua." assicurò Monica. "Ho fatto tutto di testa mia."

"Sai, Fernando è furente con te per aver spifferato tutto su Yellow Chat. Ma non ci pensa nemmeno a chiamarti, in quanto sa che il suo telefono è sotto controllo."

"Non mi interessa. Che si presenti pure. Affronterò pure lui.

"Vorrei essere con te domani sera." le disse l'amica. "Mi hai tenuto lontana in questo periodo e non mi è piaciuto affatto."

"L'ho fatto solo per proteggerti." affermò Monica. "Quel pazzo ha già minacciato Andrea e non voglio che faccia lo stesso con te."

"Ma mi manchi così tanto..."

"Non preoccuparti. Presto tutto tornerà alla normalità. Questa sera l'incubo avrà fine."

Dopo la notte in bianco era andata al lavoro e, nonostante fosse tentata dal chiedere un permesso, decise di andare in ufficio, in quanto c'erano pratiche importanti da sbrigare. Trovava quasi ironico il suo senso di responsabilità, segno di una maturazione imprevista, ma la stanchezza si era fatta sentire e aveva rischiato di addormentarsi sulla scrivania, tra file di fogli e una vecchia tastiera.

Durante la pausa pranzo aveva ricevuto un'e-mail - con oggetto fasullo - da parte del giovane poliziotto, il quale la informava che erano stati fatti i controlli sulla chiamata della sera prima, appurando che la voce di Scoiattolo non fosse cammuffata, ma originale. Andrea non poteva essere (e oramai non aveva più dubbi), in quanto era di fronte a lei al momento della telefonata, ma in tal modo avevano acquisto un elemento che poteva tornare utile se non fossero riusciti a catturare lo stalker quella sera. Ma dovevano catturarlo.

Assorta nei suoi pensieri, Monica ricordò il motivo per il quale si trovava di fronte al pub in cui era solita a trovarsi con gli amici. Guardò l'orologio e con orrore si rese conto che mancavano una manciata di minuti all'appuntamento. Una parte di sé desiderava che non si presentasse, mentre l'altra sperava di trovarselo di fronte di lì a poco ma, essendo quel pazzo preciso in modo maniacale, non avrebbe dovuto attendere oltre.

Rose nere, aveva detto lui.

Sembrava avesse scelto quel colore solo per spaventarla, quasi volesse simboleggiare l'oscurità delle sue intenzioni. La mente di quello squilibrato si muoveva in un'alternanza di amore malato e sangue, come quello che le aveva mostrato nei suoi macabri disegni. Che fosse disturbato era fuori d'ogni dubbio, ma quella teatralità, benché banale, era davvero inquietante.

Nel frattempo passarono i minuti e con essi aumentarono la paura e il timore che potesse accadere qualcosa di terribile. Ogni persona che le passava di fianco era un potenziale pericolo e la sua testa girava a destra e a sinistra, come una sentinella instancabile. Poi, in lontananza, intravide una figura che teneva in mano un mazzo di rose e trasalì. Prima di allarmarsi si rese conto che si trattava di un venditore ambulante di rose che quella notte sarebbe entrato in ogni locale, probabilmente senza vendere nemmeno un fiore.

Con grande sorpresa si rese conto che l'ora dell'appuntamento era trascorsa da qualche giro di orologio. Non può essere in ritardo, si disse Monica, in quanto quell'imprecisione non era tipica di Scoiattolo. Pensò che magari aveva mangiato la foglia e aveva deciso di non presentarsi all'appuntamento, fiutando la trappola. Ma quest'idea svanì nel momento in cui i suoi occhi incrociarono qualcuno dalla parte opposta della strada. 

Ne era certa. Era lui.

Un giovane uomo che poteva avere poco più di trent'anni, non troppo magro con indosso una pesante giacca. Camminava lentamente e, dopo essersi guardato attorno, attraversò la strada sulle strisce pedonali come un onesto cittadino. Monica non perse il contatto visivo nemmeno per un istante. In mano stringeva un mazzo di rose, forse una quindicina. E questa volta il colore era quello giusto. Nere.

A metà del passaggio pedonale, Scoiattolo la vide e improvvisò un sorriso. Monica, d'istinto, indietreggiò di qualche passo, rischiando di cozzare contro la vetrata del Saint Patrick. Cercò con gli occhi gli Agenti, ma sembrava che si fossero dileguati nel nulla. Non possono avermi lasciata sola, si disse, non ora.

L'uomo arrivò quasi vicino al marciapiede, senza staccare le mani dal mazzo di rose. Monica cercò di scorgere il suo viso, ma a parte la fioca luce di un lampione, l'oscurità impediva la perfetta visuale. Sembrava che quel pazzo trovasse sempre il modo di restare nell'ombra, protetto dalle tenebre. Appurato che nessuno in quel momento potesse aiutarla, pensò di scappare.

"Fermo dove sei!" sbraitò qualcuno e Monica si bloccò. In pochi istanti la strada venne invasa da uno stuolo di Agenti che si lanciarono su Scoiattolo, il quale sulle prime non parve rendersi conto di ciò che stava accadendo e, vedendo decine di pistole puntate verso di lui, alzò le mani e con esso il mazzo di rose. Monica, ancora ferma sul marciapiede, non riusciva a crederci. Lo stavano davvero catturando.

A quel punto Monica, passato lo spavento, fece i primi passi avanti, avvicinandosi all'orda di poliziotti, che avevano accerchiato Scoiattolo. Voleva vederlo. Voleva vedere in faccia chi aveva reso la sua vita un vero incubo. Una giovane poliziotta stava recitando la pappardella dei diritti spettanti a ogni individuo arrestato. "Hai il diritto di rimanere in silenzio. Tutto ciò che dirai potrà..."

Ma a lei non interessava nulla dei diritti che la legge gli avrebbe riservato. Poco dopo lo fecero alzare da terra, con le mani ammanettate dietro la schiena. "Lasciatemi andare, non ho fatto nulla di male!".

Monica a quel punto lo vide chiaramente. Capelli castani corti leggermente riccioli e un viso che non sembrava quello di uno psicopatico, così come la voce, per nulla somigliante a quella udita la sera prima, ma più grossa, mascolina. Eppure, in quel momento non le interessavano i dettagli. Si avvicinò ancora di più, fino a quando Scoiattolo, ancora intento a difendersi, la notò e si voltò verso di lei.

"Ciao, Scoiattolo." disse Monica, quasi sogghignando. "Finalmente ci conosciamo."

L'uomo sgranò gli occhi, poi cambiò espressione, tra il goffo e lo spaesato. "Scoiattolo? Chi sarebbe? Perché mi chiami così?".

A quel punto fu tutto chiaro. Monica si mise una mano sulla bocca e chinò il viso. "O, Santo cielo."

"Che succede signorina?" domandò un Agente.

"Avete preso l'uomo sbagliato. Questo non è Scoiattolo Invernale."

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