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Ventinove omicidi e forse altri non ancora scoperti. Cifre che avrebbero spaventato anche l'essere umano meno impressionabile al mondo e difatti l'effetto di quelle parole provocò sgomento nei volti di Andrea, dei due giovani Poliziotti e in quelli dei genitori di Monica, la quale invece rimase impassibile in volto, nonostante i battiti del cuore avessero iniziato ad aumentare all'impazzata e i muscoli del proprio corpo sembrassero incapaci di reagire. 

Quello che aveva sentito suonava come una condanna a morte inevitabile e il terrore che provava in quel momento non l'avrebbe salvata dalle sue pessimistiche speranze per il futuro. La mano era stretta ancora in quella di Andrea, ma anche se lui avesse combattuto con tutte le forze per proteggerla, poteva non bastare. Più di una volta Scoiattolo si era dimostrato più furbo e intelligente, quasi si trattasse di un essere dotato di poteri sovrannaturali e una mente superiore alla norma.

Ha compiuto i suoi macabri omicidi in inverno, rifletté Monica e lui me l'aveva detto fin dall'inizio. Ricordò la loro prima conversazione telematica, in cui Scoiattolo le aveva spiegato l'origine del suo bizzarro nickname. Certo, dalle sue parole non sarebbe mai potuto giungere a capire la verità, ma la Monica di allora era troppo stupida e infantile per capire in quale pasticcio si stesse cacciando.

A quel punto si rese conto che era sta lei a risvegliarlo da un letargo che durava da alcuni anni e se non fosse stata così stupida da provocarlo, forse non si sarebbe trovata in quella situazione. Lo stesso maniaco aveva tentato di tenerla alla larga, spinto forse dalla coscienza o da chissà cosa, ma lei aveva insistito, creando in lui quel morboso interesse, un concentrato di amore malato e sadismo separati da un confine non preciso.

Ma in un universo parallelo in cui Monica avesse acconsentito a quel macabro e folle amore, come sarebbero potute andare le cose? Si sentiva come la protagonista di un romanzo e il suo pessimismo le fece credere che la maggior parte dei lettori avrebbe tifato per l'assassino di turno, reclamando la testa della giovane ingenua che aveva commesso il più stupido dei gesti e seguitava a commettere una sciocchezza dopo l'altra.

"Dopo l'ultimo omicidio ci sono stati tre anni di pausa." affermò Chiara, la quale prese finalmente la parola, dopo aver battuto nervosamente le unghie sul tavolo una dopo l'altro, dando ritmo alle parole del collega con un lieve ticchettio.

"Pensavamo che il nostro assassino avesse chiuso la carriera in anticipo." aggiunse Piero. "Ma la storia è piena di serial killer che riprendono la propria attività dopo anni di stop, per motivi psicologicamente intuibili o meno."

"In seguito è ricominciata la serie?" domandò Andrea, mentre il giovane poliziotto milanese seguitava a prendere appunto.

"C'è stato solo un altro delitto, a dire il vero." spiegò Chiara. "Aveva le stesse modalità, lo stesso macabro rituale dello scoiattolo vicino alla testa della vittima e la scoperta di un misterioso stalker che da tempo la insidiava."

"Cosa avete scoperto?" domandò Carlo.

"Indagammo a lungo, ma dell'assassino non c'era traccia e il fatto che fossero passati alcuni anni rese impossibile che la nostra versione dei fatti risultasse credibile, per cui quella volta non tentammo nemmeno di proporre la pista relativa al serial killer tornato dalla propria inattività."

"Quindi è stato l'ultimo omicidio?" volle sapere Monica, trovando il coraggio di parlare.

"Proprio così. Sono passati quattro lunghi anni da allora e, nonostante io e Piero non avessimo mai dimenticato questa brutta storia, la nostra carriera si stava allontanando dall'incubo che per anni ha infestato le due città più importanti d'Italia. Fino a poco fa, quando abbiamo scoperto che Scoiattolo era nascosto nell'ombra, pronto a commettere altre nefandezze. Ma questa volta le cose andranno diversamente. Per questo siamo qui."

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