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Seduti uno di fianco all'altro sul letto, passarono del tempo a fissare il vuoto, in silenzio. Poi Andrea cominciò a parlare, ma di ciò che diceva, Monica non ascoltava nemmeno una parola, assorta com'era nei suoi pensieri. L'incontro con i due detective aveva peggiorato i suoi timori invece di lenirli, ma prima di proseguire nel suo viaggio mentale, Andrea le appoggiò una mano sulla spalla. "Sto parlando da solo, vero?".

Monica sbuffò. "Scusami, questa storia mi sta mandando fuori di testa."

"Hanno sganciato una bella bomba, eh?".

"Già. E la cosa peggiore è che mi hanno fatto capire che non c'è modo di fermarlo. Nessuna ragazza si è salvata, così mi hanno detto."

"Però questa volta c'è qualcosa di diverso."

"E che cosa?" domandò la giovane.

"Si sono sempre trovati a indagare su un omicidio già avvenuto." spiegò Andrea. "Questa volta invece sono qui prima che possa accadere qualcosa di brutto."

"Perché la cosa non mi consola affatto?".

"E' normale. Hai paura. Anche io ne avrei al tuo posto."

"No, invece. Tu sapresti affrontare la situazione nel modo giusto"

"Quale modo giusto?" volle sapere il fidanzato. "Come si fa ad affrontare una cosa simile senza avere paura? La paura ci protegge, è il limite delle nostre azioni e infatti sei l'unica ragazza scampata alla furia di quel pazzo."

Monica sorrise. "Riesci sempre a trovare le parole giuste."

"Ormai hai le spalle coperte, non devi temere nulla. Dobbiamo solo aspettare che quel maniaco venga preso. Nel frattempo a proteggerti c'è la polizia, quei due detective. E poi ci sono io."

"Lo so, sei la mia roccia." affermò la giovane, che poi gli strinse forte la mano nella penombra in cui era avvolta la stanza. Eppure non sarebbe rimasta ferma ad attendere. C'era una cosa che doveva fare e attese che Andrea se ne fosse andato per mettersi all'opera.

Si sedette alla scrivania e afferrò la cartelletta che Chiara le aveva dato. L'aprì e appoggiò sulla scrivania l'imponente qualità di materiali raccolti sui casi che i due detective avevano dovuto archiviare per mancanza di prove. Fece passare rapidamente i fogli e si accorse che non c'era nessun articolo o documento che parlava delle vittime e questo le fece presagire che forse aveva avuto ragione a dubitare della risposta di Piero.

Tutto che era stato scritto su quei fogli non aggiungeva quasi nulla a ciò che sapeva, se non la descrizione dei casi con nomi fittizi per non poter risalire all'identità delle sventurate, con date e appunti sulla scena del crimine. Erano molto dettagliati e tutti facevano riferimento a quel dannato peluche di Scoiattolo accanto a una vittima, oltre che a precedenti denunce di stalking, più delle quali cadute nel vuoto.

Poi prese un fascicoletto di carta gialla chiara contenente alcuni fogli uniti da una graffetta che rappresentavano l'esame della Criminologa di cui le era stato parlato sul profilo di Scoiattolo. L'esperta metteva subito le mani avanti, spiegando che la sua perizia non era attendibile in quanto si basava su scarsi elementi indiziari fornitegli. In sostanza, tutto ciò che avrebbe letto poteva essere falso.

Lesse rapidamente e nel rapporto, molto chiaro e scorrevole, rivide elementi che già le erano stati riferiti, quali la possibilità che l'assassino avesse un'impronta infantile e che fosse un tipo solitario, con una mente brillante quanto pericolosa. "... non si riscontra un modus operandi continuativo e rituale, per cui ritengo che il sospettato compia le proprie azioni in base all'istinto e alla foga del momento."

Alzò gli occhi al cielo e ripose il documento della cartelletta, poi afferrò qualcosa che attirò la sua attenzione e che le fece provare un forte brivido. Era un disegno fatto a matita su un foglio a quadretti, rappresentante il presunto identikit di Scoiattolo. Anche qui, una piccola nota in fondo alla pagina avvertiva che l'immagine era uno schizzo fatto sulla base di elementi quasi inesistenti e quindi non era da prendere come perentoria.

Monica la guardò a lungo e vide il un volto tondo, con due occhi scuri e penetranti e due labbra che sembravano sorridere impercettibilmente. I capelli erano corti e scuri, mentre sotto il naso qualche pelo lasciava pensare che il maniaco potesse portare i baffi. Non sapeva su quali basi il disegnatore avesse creato quell'identikit, ma poco le importava. La sua testa voleva volare altrove, al suo vero scopo.

Prese il PC e durante il collegamento al motore di ricerca fece mente locale delle date degli omicidi fornite dai due detective. Roma e Milano erano state le due città in cui si erano consumati i delitti e, anche se la grandezza delle due metropoli rendesse un omicidio un fatto abbastanza ordinario, impostò la propria ricerca con tre semplici elementi, partendo dal principio. Omicidio Roma 1996.

Come previsto, iniziarono a spuntare innumerevoli siti e, per risparmiare tempo, doveva trovare una soluzione per cercare quello che le interessava. Che stupida, si disse. Tutti gli omicidi avvenivano d'inverno, quindi doveva limitare la ricerca ai mesi più freddi dell'anno, per cui corresse la propria ricerca aggiungendo dicembre e, in tal modo, i risultati furono molto più limitati.

Spulciò così ogni pagina web, che mostrava l'articolo di giornale che aveva trattato direttamente la vicenda, ma la maggior parte di essi erano omicidi risolti, i cui colpevoli erano i familiari o delinquenti che avevano regolato qualche conto in sospeso. Procedette in tal modo per tutta la prima pagina, rendendosi conto che non sarebbe stato così semplice arrivare a ciò che cercava, ma non si arrese. Se i suoi sospetti erano fondati, voleva andare a fondo.

Passò in rassegna le brevi descrizioni dei link, cercando una parola o una frase che servisse a farle capire che era sulla buona strada. Verso la fine della seconda pagina del motore di ricerca trovò una parola scritta in inglese ed evidenziata. Stalking. Cliccò e andò all'articolo che parlava della morte terribile di una giovane ragazza che aveva più volte denunciato di essere stata soggetta a persecuzione, ma lo stalker non era mai stato trovato. Per motivi di privacy era stato omesso il nome della vittima, sostituito da iniziali sicuramente fasulle, come A.P.

Come immaginava, c'era poco o nulla sui dettagli dell'omicidio e nessuna foto era stata allegata, men che meno quelle relative alla scena del crimine, che più le interessavano. Aggiunse così la parola stalking alla propria ricerca e i risultati divennero più precisi, con riferimento a ogni singola data che i detective avevano riportato. Nessun riferimento a pupazzi di scoiattolo, ma era certa che gli omicidi che cercava erano proprio quelli.

Ormai soddisfatta della propria ricerca, saettò sull'ennesimo articolo di cronaca nera, non immaginando la scoperta che stava per fare. Il titolo parlava da sé e anche la foto, raffigurante una donna di schiena con due paramedici che probabilmente la stavano accompagnando in ospedale. Ragazza ventiduenne salva per il miracolo. Incuriosita, Monica prese a leggere l'ennesimo articolo.

"E' scampata alla furia dell'uomo che da tempo la perseguitava e che nella notte del 27 dicembre 2008 è stata aggredita nel parcheggio dove posteggiava la propria auto ogni sera, prima di entrare nella fabbrica in un era impiegata la notte. La donna è entrata all'improvviso nella stazione di Polizia in zona Termini coperta di sangue e in evidente stato di shock e ha raccontato la sua macabra storia, dalla quale è uscita miracolosamente illesa."

Monica strinse le labbra. Non aveva la certezza che si trattasse proprio di ciò che stava cercando, ma sentiva che era così. Se quella ragazza era davvero scampata alla furia di Scoiattolo, allora significava che i due detective avevano mentito, ma non in mala fede. Ora quella sventurata forse era nascosta chissà dove, per evitare che la sua identità, ovviamente omessa dall'articolo, venisse divulgata al pubblico.

Devo saperne di più, si disse. Prese il cellulare e andò alla finestra. Poi effettuò la chiamata e appoggiò il telefono sopra il calorifero, azionando il vivavoce. Guardò verso l'alto e vide che il cielo si stava aprendo e la neve, almeno per un po', avrebbe smesso di cadere. Tra tre giorni sarebbe stato natale e lei sapeva quale regalo voleva. Voglio uscire da questo incubo. Non chiedo altro.

"Pronto?" squillò la voce di Ernesto.

"Ciao, sono Monica. Volevo chiederti un favore, ma non sei obbligato. Potrebbe essere pericoloso.

"Spara."

Monica annuì. "Mi serve che tu mi trovi delle informazioni su una persona. "

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