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Di lì a poco ci fu una vera e propria invasione di paramedici e forze dell'ordine, che presero possesso dell'abitazione e il loro vociare invase ogni stanza o anfratto, creando un brusio che fece vibrare i timpani stanchi di Monica, seduta su una poltrona nel soggiorno. Finalmente la luce era stata accesa e i suoi occhi avevano impiegato parecchio tempo ad abituarsi, dopo diversi minuti passati al buio.

Alcuni paramedici iniziarono a prestare le prime cure a Monica, la quale si presentava piuttosto malconcia. Ecchimosi su gran parte del corpo, alcuni denti scheggiati, naso rotto, contusione al capo, polsi quasi rotti, mascella rovinata e frattura di un paio di costole. I due detective le restarono accanto per tutta la durata della medicazione, sollevati per averla salvata in tempo ma preoccupati per le sue condizioni.

"Dobbiamo portarla in ospedale." asserì uno dei volontari.

"Siete proprio sicuri?" domandò Monica, la quale non aveva molta voglia di passare la notte in una stanza maleodorante e stantia.

"Assolutamente. Le ferite sono troppo gravi e probabilmente ci sarà la necessità di un intervento chirurgico."

"Mi date solo qualche minuto?".

"Certo. Nessun problema" disse l'uomo, che posi si allontanò.

"Sei stata davvero brava a resistere." affermò Chiara. "Hai combattuto come una vera guerriera e hai resistito a quel mostro."

"Sono stata una stupida, invece." replicò Monica."

"Già. Avresti dovuto chiamarci prima di fare di testa tua." si lamentò Piero e la collega lo fulminò con lo sguardo.

"Non ora, ha passato le pene dell'inferno, diamine!".

"No, ha ragione. Sono stata superficiale e impulsiva. Come sempre."

Calò il silenzio e Monica non aveva bisogno di conferme per sapere che nessuno le avrebbe detto il contrario. "Come mi avete trovato?".

"Abbiamo ricevuto una telefonata dal taxista che ti ha accompagnato qui. Ci ha detto che era preoccupato che fossi nei guai e così siamo accorsi immediatamente."

"Che persona carina." pensò la giovane. C'è mancato davvero poco.

"Stanno arrivando i tuoi genitori." disse Piero. "Dovrebbero essere qui a momento."

"Perfetto. Ho regalato loro un'altra gioia."

"Loro sono contenti che sei salva." assicurò Chiara.

"Con me non è facile essere contenti." replicò Monica, che faceva fatica a parlare per il dolore alla mascella.

"Possiamo sapere una cosa?".

"A questo punto non ho più segreti." 

"Come hai trovato il suo nascondiglio?".

"Semplice. Mi ha teso una trappola e io ci sono caduta come un'allocca?".

"L'importante è che ora è fuori gioco." assicurò Piero, il quale era arrabbiato con lei, ma capiva la situazione e sapeva che non era il caso di infierire.

Poco dopo Monica girò lo sguardo e vide che i Paramedici si stavano avvicinando al corpo senza vita di Scoiattolo, probabilmente per portarlo via. Si alzò di scatto, rischiando di cadere. "Fermi, aspettate!".

"Stai attenta." le ingiunse Chiara, sostenendola.

"Non portatelo via ora. Aspettate..."

"Che ti succede?".

"Voglio vederlo in faccia." affermò  Monica.

"E' così importante per te?".

"Si. Se voglio lasciarmi tutto alle spalle, ho bisogno di questo ultimo passo."

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