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"Non può essere." sibilò Monica, quasi avesse paura di udire la propria voce. Eppure, gli indizi erano a favore di quella tesi. Se quella mappa virtuale indicava il luogo dove si nascondeva il pazzo che da mesi le dava la caccia, si sarebbe trattato della scoperta più importante. Ma pareva inverosimile che un serial killer pratico e metodico come Scoiattolo avesse potuto commettere un errore simile, da dilettante.

Forse non si trattava nemmeno di lui, ma che il proprietario del cellulare l'avesse chiamata era sospetto. Magari poteva essere del poliziotto che l'aveva contattato dopo il sopralluogo, ma non aveva senso gettarlo nell'immondizia e nemmeno l'ipotesi della svista era sensata. Senza contare che, se davvero si trattava di Scoiattolo, magari la destinazione era un luogo qualsiasi in cui si trovava prima di recarsi al Capannone. 

Smise di farsi domande, altrimenti avrebbe rischiato di farsi venire il mal di testa. Quella scoperta le aveva aperto un mondo di possibilità. Guardò a lungo l'apparecchio che teneva in mano, quasi fosse un tesoro dal valore inestimabile e per questo non doveva minimamente scalfirlo. Sapeva cosa doveva fare. Seguire il suo istinto e la strada segnata dalla mappa e fare una sorpresa al bastardo.

La promessa fatta a sé stessa di non farsi più domande svanì nel momento in cui si chiese se tutto ciò non fosse una trappola. Magari Scoiattolo era tornato sul luogo del delitto e aveva volontariamente lasciato il cellulare nel cestino, in qualche modo sapendo che lei l'avrebbe trovato. Neanche quella tesi reggeva, ma poco importava. Era l'unica occasione che aveva e intendeva sfruttarla.

Abbandonò rapidamente l'edificio, seguita dalla propria ombra che rimpiccioliva a ogni passo. Entrò nel retro del taxi, dove l'autista attendeva con pazienza attaccato al suo smartphone. "Ce l'ha fatta finalmente."

"Deve portarmi in questo luogo." affermò Monica, mostrando al conducente il display del cellulare. "Il più velocemente possibile."

Seppur dalla parte opposta rispetto a casa e anche se quel viaggio le sarebbe costato una discreta somma di denaro, non le importava. Avrebbe dato tutto l'oro del mondo per liberarsi dal suo incubo. Di giorno raggiungere quella zona, con il traffico, sarebbe stato arduo, ma a quell'ora di notte le strade erano sgombre e le liberarono il passaggio, guidandola in poco meno di mezz'ora nel quartiere di destinazione.

Forse non sarei dovuta venire da sola, pensò, tirando nuovamente in ballo la propria impulsività. Se si fosse fermata qualche secondo a ragionare, avrebbe capito fosse meglio non presentarsi sa sola, ma con l'aiuto della polizia oppure di quei due detective che l'avevano pregata di non fare di testa sua come al solita. No, non mi serve l'aiuto di nessuno. Posso farcela con le mie forze.

Andrò da lui e....

In quel momento tutte le proprie convinzioni vacillarono. Sarebbe andata da lui,  e l'avrebbe affrontato, magari cogliendolo di sorpresa. C'erano diverse variabili di cui tenere conto, tra cui il modo in cui l'avrebbe sconfitto, cosa avrebbe fatto in seguito e il resto degli interrogativi sarebbe giunto lungo andare. Toccò il finestrino con la testa, simulando un gesto di stizza, ma non cambiò idea. Non sarebbe tornata indietro.

Diede nuovamente un'occhiata alla mappa. Non era lontana dal punto d'arrivo e quando mancavano un centinaio di metri, ingiunse all'autista di fermarsi. Non poteva arrivare di fronte alla casa di Scoiattolo in auto, altrimenti sarebbe stato come consegnarsi spontaneamente. Pagò l'autista e scese. Non sapeva quanto tempo ci avrebbe messo, ma decise che avrebbe chiamato un altro taxi più tardi. In quel momento doveva essere un'ombra silenziosa.

Quando scese si accorse di essere all'imbocco di un piccolo quartiere residenziale, facente parte di quella che veniva chiamata Milano Bene, dove non c'erano solo palazzine, ma anche villette a schiera appartenenti a imprenditori, politici e altri facoltosi milanesi. Hai capito Scoiattolo, si disse Monica. Se davvero abitava lungo quella via, significava che si trattava davvero di un personaggio abbiente, per cui tempo e denaro non erano problemi.

Salì sul marciapiede, gestendo la gittata dei propri passi, camminando piano, nonostante le suole delle scarpe producessero un rumore fastidioso sugli ultimi rimasugli di neve. Ma forse lui sapeva che lei si trovava lì, vicino alla sua tana. In fondo aveva sempre scoperto ogni sua mossa, in ogni momento. E magari in quel momento si trovava davanti alla finestra, con le braccia incrociate dietro la schiena, ad attenderla.

Guardò ancora una volta la cartina virtuale e appurò di trovarsi sulla strada giusta. L'applicazione affermava che tra lei e il punto di arrivo mancavano solo ottanta metri e Monica ne approfittò per guardarsi attorno, lanciando occhiate alle splendide villette e temendo di essere spiata, ma le luce erano spente ovunque e tutti dormivano. Forse persino lui. Anche un serial killer dovrà dormire.

Qualunque persona ragionevole l'avrebbe accusata di essere una sciocca, ma lei lo sapeva bene e non serviva che qualcuno glielo ricordasse. In quell'ultimo anno aveva superato il limite della propria stupidità, pensò, e solo Andrea era riuscita a darle una dimensione. Ma ora lui non c'era più e lei si trovava nuovamente allo sbando, mentre costeggiava un gruppo di casette dal colore giallo, che stonavano con le altre tonalità.

C'erano ancora gli addobbi natalizi sulle mura e sui balconi e fu proprio questo particolare a farle capire di essere giunta nel posto giusto. Alla sua sinistra si ergeva una casa, non proprio una villa, ma che sicuramente valeva diverse migliaia di euro. Era dipinta di marrone scuro e poteva avere un piano e una piccola soffitta. A differenza degli altri, non aveva decorazioni natalizie. Controllò il cellulare. Il punto era quello. Era arrivata.

A quel punto, sorgeva un altra domanda. Come entro? Il particolare più importante e non ci avevo pensato. Avrebbe voluto telefonare ai due detective e aspettarli lì, ma si trattenne, pensando che se li avesse fatti venire inutilmente, magari svegliando il padrone di casa che non c'entrava nulla con quella storia, sarebbe finita davvero dei guai. Doveva verificare per conto proprio.

Diede un'occhiata alle finestre, chiuse dalle persiane. Le luci non filtravano, quindi significava che chiunque abitasse là dentro non dormiva, o al peggio era uscito oppure stava leggendo un libro utilizzando una piccola lampada. Osservò la staccionata di ferro e a occhio e croce non sembrava troppo alta da scavalcare. Non era mai stata una sportiva e non sapeva se ce l'avrebbe fatta, ma mai occasione era più ghiotta per scoprirlo.

Mise i piedi sul primo ripiano e le mani sull'ultimo, poi fece leva con le braccia e provò ad issarsi. Fece una smorfia per la fatica, rendendosi conto dell'ennesima infrazione che stava per commettere. Ma invadere una proprietà privata non sembrava nulla in confronto allo sforzo che stava compiendo e, dopo aver rischiato di cadere, si appoggiò nel corto spazio creato da quelli che sembravano archi di frecce che puntavano verso l'alto. Sospirò e si issò dall'altra parte, ritrovandosi nel giardino.

Senza aver minimamente pensato alla presenza di un antifurto, iniziò ad aggirarsi attorno all'abitazione. Tutto sembrava chiuso; usci, finestre. Prese dalla borsa la torcia e fece luce verso il basso dove, tra l'erba, vide alcuni oggetti, tra cui un forcone, una pala, un paio di cesoie e una carriola. Scoiattolo appassionato di giardinaggio si disse, poi si chinò e afferrò la pala. Non era granché come arma, ma meglio di niente.

Giunse sul retro, dove - forse- l'assassino aveva applicato un'amaca tra i due alberi, ma si era scordato di toglierla per l'inverno. Non poteva, era preso a rovinarmi la vita. Illuminò le mura dall'alto verso il basso, dove scorse due piccola ante di legno chiuse solo da una sbarra di ferro. Si avvicinò e ricordò di averne già vista una nell'appartamento di Sharon. Portava agli scantinati o comunque nei sotterranei dell'abitazione.

Tolse la sbarra e l'appoggiò delicatamente a terra, poi aprì le due ante, provocando un fastidioso cigolio. Strinse i denti, sperando che nessuno l'avesse sentita o che qualche allarme suonasse. A differenza del suo stalker, lei non avrebbe mai potuto disattivarlo. Poi puntò la luce sulle scale che scendevano nell'oblio di oscurità dalla quale non sapeva se sarebbe mai uscita. Magari avrebbe incontrato gli inquilini, che l'avrebbero denunciata per violazione di omicidio o, come sperava, avrebbe finalmente incontrato lui. E in un modo o nell'altro sarebbe finita, quella stessa notte.

Prese un forte respiro ed entrò.






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