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Una volta terminato il servizio, Monica spese la televisione e riprese a parlare con Sharon, ancora sconvolta. Diceva di essere dispiaciuta ogni volta che moriva un conoscente, anche perché per lei Fernando in fondo non era nessuno. Ma di questo Monica non era pienamente convinta, ipotizzando che forse un tempo tra i due potesse esserci stata una relazione, ma di ciò l'amica non ne aveva mai parlato.

"Grazie ancora per il tuo aiuto." disse Monica a Ernesto. "Ora scusami, ma è meglio che vada."

"Non preoccuparti." la tranquillizzò lui. "Mi dispiace per la tremenda notizia."

"Va bene così."

"Terrò ancora d'occhio la situazione e se accadrà qualcosa ti avvertirò, ok?".

"Mi sembra una buona idea. Ti lascio il mio numero di cellulare."

Dopo lo scambio di contatti, Monica si affrettò a tornare a casa, ma non richiamò subito Andrea, come aveva promesso. Non aveva voglia di parlare, in quanto la sua mente era impegnata a metabolizzare le due pessime notizie apprese, l'una collegata all'altra. Scoiattolo invernale era tornato, anche se in realtà non era mai sparito, come mostravano quelle immagini e la cosa peggiore era scoprire che aveva ucciso Fernando. Aveva ucciso.

Proprio quando aveva pensato ingenuamente che potesse trattarsi solo di un maniaco da quattro soldi, era giunto ai fatti, lanciandole un segnale forte. Ciò che ho fatto a lui lo posso fare anche a te, se non fai quello che ti dico. Non era come un animale che con il freddo cade in letargo; no, per lui era il contrario. Con quel macabro omicidio aveva inaugurato l'inverno e Monica sapeva che presto sarebbe accaduto qualcosa di orribile.

Ma era proprio sicura che fosse lui l'assassino? Ne era certa, dato che la messinscena non lasciava dubbi e la vittima era stata colui che in un certo senso li aveva fatti conoscere. E la polizia sarebbe stata dello stesso avviso, così come la stampa, che avrebbe collegato l'articoletto scritto qualche settimana prima, ampliando l'argomento magari con un titolo a caratteri cubitali in prima pagina.

Giunta nei pressi della palazzina, trovò parcheggiata vicino al marciapiede l'automobile di Andrea, che attendeva in piedi. "Non ho resistito e sono corso subito. Spero però non ti dispiaccia."

Come risposta, Monica lo abbracciò. Non piangeva e nella sua voce spenta non c'era né rabbia né paura. "Sono contenta che sei qui."

Salirono in casa, dove Monica era attesa da entrambi i genitori, seduti attorno al tavolo della cucina con un espressione di preoccupazione in volto. "Abbiamo sentito il notiziario." disse la madre. "E' terribile."

"Già." disse Monica, che sembrava sprofondata nell'apatia. "Proprio terribile..."

"Ha chiamato la Polizia." affermò Carlo. "Chiedevano di te. Gli abbiamo detto di richiamare più tardi, così potrai parlare con loro. Hanno detto che intensificheranno i controlli e che non devi avere paura di nulla."

"Non servirà a nulla."

"Perché dici così, tesoro?" domandò la madre. "Noi ti proteggeremo."

"Si, è vero." confermò Andrea, carezzandole la spalla. "Tutti noi ti proteggeremo. Non ti accadrà nulla, è una promessa."

Monica li scrutò, poi improvvisò un sorriso che di vero non aveva nulla. "Grazie a tutti, davvero. Non so come farei senza di voi."

Mi troverà lo stesso, si disse. Mi troverà e farò la fine di Fernando.

Alla fine anche Andrea si fermò per cenare ma, ripetendo un copione trito e ritrito, nessuno parlò più di tanto e la stessa Monica finse di mangiare, carpendo un boccone qua e là. Era da diverso tempo che aveva perso l'appetito e fino a quando non fosse finita quella storia, era certa che non le sarebbe tornato. Andrea tornò a casa poco dopo, sapendo che la fidanzata necessitasse di un po' di tempo da sola. Aveva imparato a conoscerla.

E per diverso tempo Monica, nella sua stanza, passeggiò avanti e indietro nervosamente, incapace di trovare una soluzione accettabile al suo problema. Poi, di scatto, si sedette alla scrivania e aprì il PC, si collegò al motore di ricerca preferito e iniziò a digitare le due parole che erano state il principio di ogni cosa e che ora gli avevano rovinato la vita. Poi cliccò e lesse i risultati della ricerca.

Internet iniziò a caricare la pagina della piattaforma di Yellow Chat, ma dopo qualche istante tutto si bloccò e al centro della schermata comparve un messaggio che informava come la chat fosse momentaneamente bloccata, senza dare ulteriori spiegazioni. Ovviamente lei sapeva la verità, come sapeva che presto dal blocco si sarebbe passati all'eliminazione del sito, ma ce ne sarebbero stati altri come quello e chissà quante ragazze si sarebbero trovate nella sua situazione.

Incapace di restare ferma, chiuse il portatile e andò alla finestra. L'aprì e scostò le antine quel tanto che bastava per vedere in fondo alla strada. Certo, quei pezzi di legno che coprivano il vetro in linea teorica la proteggevano da sguardi indiscreti, ma avrebbe voluto un muro di mattoni infrangibile, una sorta di prigione invalicabile in cui si sarebbe chiusa. Ma la Monica combattente non accettava quella situazione e avrebbe voluto che il suo stalker fosse lì, sotto il lampione e affrontarlo a viso aperto.

In quel momento il cellulare, appoggiato vicino al letto, squillò. Monica si avvicinò con cautela, quasi si trattasse di una bomba a orologeria piuttosto che un semplice telefono. Sarà sicuramente lui, si disse. Ovviamente non aveva mai visto il numero sul display e, nonostante la paura, decidette di rispondere. "Pronto?".

"Buonasera, mi scusi per l'ora." esordì una voce maschile, ma che non assomigliava per nulla a quella di Scoiattolo. "Mi chiamo Piero Simoni e sono un detective del reparto Omicidi di Roma. Parlo con la signorina Monica?".

"Si, sono io." confermò lei, rassicurata sull'identità dell'interlocutore. "Cosa posso fare per lei, detective?".

"Ho saputo dei recenti avvenimenti di cui è stata suo malgrado protagonista nel capoluogo Milanese e mi dispiace."

"Passa tutto." mentì Monica.

"Vengo al punto. Vorrei parlare di quello che è successo e del maniaco che la sta perseguitando da così tanto tempo."

"Scoiattolo? Lo conosce?".

"Diciamo di sì." affermò il detective. "Ma non voglio parlarne per telefono. Se per lei va bene, preferirei avere un colloquio personalmente. Lei già lo sa, ma è in grave pericolo e il tempo stringe."

Monica provò un forte brivido. "Va bene, possiamo vederci."

"Ottimo. Allora domani prenderò il treno e raggiungerò Milano. Mi dica lei l'orario che preferisce."

"Può venire per il tardo pomeriggio?".

"Certo. Me lo segno, così prenoto anche un piccolo albergo per passare la notte." disse Piero, appuntandosi ogni cosa. "Allora a domani. Buonanotte."

"Buonanotte." disse Monica, chiudendo la chiamata e rimanendo con lo sguardo fisso nel vuoto. Sono in pericolo, aveva detto il detective. Che novità. Ma se davvero quell'uomo sapeva qualcosa in più su Scoiattolo, forse c'era davvero un modo per fermarlo. Un piccola fiamma di speranza si stava accendendo. Non vedeva l'ora che fosse l'indomani.


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