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La degenza in ospedale durò circa due settimane, durante le quali Monica ebbe tempo di riposare e riprendersi dai duri colpi ricevuto da Scoiattolo, che avevano richiesto un paio di interventi chirurgici e molta convalescenza. Per tutto quel periodo venne assistita dai genitori e da Sharon, che non la lasciarono sola un attimo e anche i due detective vennero spesso a farle compagnia, mentre sistemavano le ultime pratiche prima di tornare a Roma.

Nel frattempo le giunse voce dello svolgimento del funerale di Scoiattolo, che era avvenuto in gran segreto e in tempi rapidi, per evitare che i soliti eroi - quelli che, pur non avendo nulla a che fare con la questione, si dilettavano a parlare di linciaggio e giustizia - facessero irruzione nella camera mortuaria con le conseguenze nefaste del caso. Cosa fosse accaduto a Monica non interessava. L'unica cosa importante era che tutto fosse finito.

Una volta uscita dall'ospedale, Piero e Chiara le fecero visita per l'ultima volta, per salutarla e augurarle buona fortuna. "Anche se siamo sicuri", disse la donna, "che te caverai senza nessun problema."

"Non so come ringraziarvi per tutto quello che avete fatto per me." affermò Monica.

"Nessun problema." disse Piero. "Ma se in futuro ti capiterà di trovarti nuovamente nei guai, questa volta evita di fare di testa tua come al solito!".

"Promesso... ma voi? Cosa farete, ora che avete risolto il caso più importante della vostra vita?".

I due detective si guardarono. "Credo che finalmente potremo riprendere fiato." disse Chiara. "E quando ci sentiremo pronti, daremo la caccia a nuovi serial killer. Temo sia una razza che non si estinguerà mai."

"Già..." commentò tristemente Monica.

"Prima di andarcene, abbiamo qualcosa per te." dichiarò Piero, che le porse una cartelletta.

"Di che si tratta?".

"In questi ultimi giorni abbiamo svolto indagini molto accurate in relazione all'identità di Scoiattolo e abbiamo scoperto cose molto interessanti. Ma siccome sappiamo che vuoi lasciarti tutto alle spalle, lasceremo a te la scelta. Puoi leggere cosa abbiamo scoperto o bruciare i documenti. D'altronde, possiamo capire che non hai interesse a sapere chi ha tentato di ucciderti."

"Grazie per il pensiero. Vedrò cosa fare." disse Monica, la quale ancora una volta tornò a pensare che forse Scoiattolo non aveva davvero voluto ucciderla. Forse sarebbe arrivato fino in fondo, ma qualcosa in lei sembrava convincerla che non sarebbe successo. La dolcezza che aveva mostrato si era mischiata a una ferocia inaudita, ma ogni volta che aveva la possibilità di chiudere i conti, si fermava. 

"Speriamo di vederci presto, magari in altre circostanze." affermò Piero, dopo un lungo scambio di abbracci. Dopo alcuni diverbi, conflitti e sotterfugi, si erano lasciati in buoni rapporti, anche se non era così sicura di volerli davvero rivedere; avrebbero riportato a galla brutti ricordi. Poi, senza ulteriori cerimonie, i due detective uscirono dall'appartamento, uscendo dalla sua vita e chiudendo in un certo senso un lungo e sofferente capitolo.

Alcuni giorni dopo, decise di cercare un sostegno psicologico, nonostante l'iniziale contrarietà. Difatti per diverse notti venne assalita da orrendi incubi il cui protagonista era sempre lui, nonostante ora si trovasse a diversi metri sotto terra. Si svegliava ogni notte in preda a urla di terrore, intuendo che non sarebbe potuta andare avanti oltre. Le serviva un aiuto e al più presto possibile.

Fu proprio suo padre a consigliarle la persona giusta e l'accompagnò, nonostante Monica avesse paura (ma di cosa non le era dato sapere). L'accolse una donna di nome Maria, che poteva avere una quarantina d'anni, divorziata e senza figli che in poche settimane si dimostrò di notevole aiuto. Monica riuscì a lasciarsi andare e a raccontarle tutto, senza fronzoli e Maria a sua volta ascoltò ogni singola parola, senza mai giudicare.

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