12

840 81 17
                                    

Andrea era partito appena Monica aveva chiuso la chiamata, quasi in preda all'isteria. La faccenda era diventata troppo pericolosa e aveva capito che affrontarla da sola era impossibile. "Dobbiamo andare dalla polizia."

"Sono felice che tu abbia preso questa decisione." aveva risposto lui, giungendo a casa sua in tempo record.

Partirono alla volta della Centrale delle forze dell'ordine lungo la via in cui era situato l'appartamento. Monica aveva dipinta sul volto un espressione di terrore. "Era nella mia stanza. E' rimasto a osservarmi per chissà quanto tempo."

"Sei sempre convinta di non volerne parlare con i tuoi?".

"Sì, scoppierebbe un caos che non riuscirei a gestire."

Entrarono nella Stazione e, tra scrivanie e uffici invasi da uomini e donne in divisa, si avvicinarono a un poliziotto seduto dietro una scrivania intento a compilare delle scartoffie. Quando si accorse di loro, alzò il capo. "Posso esservi utile? ".

Monica guardò Andrea, quasi cercasse la sua approvazione. "Vorrei denunciare un caso di stalking."

L'uomo ci studiò qualche istante, poi si alzò. "Seguitemi. Vi porterò da una mia collega che si occupa di questo genere di crimini."

Giunsero all'interno di un ufficio presieduto da una donna in uniforme che poteva avere circa quarant'anni, la quale li fece accomodare alla sua scrivania. "Raccontatemi tutto."

Monica chinò il capo, quasi si vergognasse della propria confessione. "Tutto è iniziato qualche settimana fa."

La poliziotta ascoltò e di tanto in tanto la bloccò per chiederle alcune informazioni, tra cui dati anagrafici e alcuni dettagli burocratici. Monica, come un fiume in piena, raccontò la sua esperienza, ovviamente omettendo la propria attività illegale su Yellow Chat, asserendo solo di essere stata abbordata online da uno sconosciuto che in seguito si era rivelato un maniaco. "Inizialmente", spiegò la giovane, "non ho dato peso alle minacce."

"Mi dia l'indirizzo del sito web in questione. Appena possibile chiamerò il nostro esperto informatico che farà gli opportuni controlli." le ordinò la donna, la quale passò al setaccio per diversi minuti il profilo di Monica, la quale si era premurata di inserire dati non fasulli, cosa che altrimenti avrebbe destato sospetti. 

Eppure, la ragazza dubitava fortemente che il loro esperto avrebbe trovato qualcosa di utile e quando l'Agente la informò che il profilo di Scoiattolo non era più presente - anzi, pareva non essere mai esistito - , iniziò a credere di avere ragione. L'unica cosa positiva era l'impossibilità di accedere alle loro conversazioni, la cui lettura sarebbe stata la base per un'incriminazione per truffa. 

Probabilmente avrebbero contattato anche Fernando, in qualità di Direttore, ma questi sicuramente avrebbe fatto orecchie da mercante e quindi il suo segreto sarebbe stato al sicuro. Monica passò in rassegna l'intera vicenda, partendo dalle minacce, giungendo alla sera in cui era stata inseguita fino a casa, parlando dell'e-mail con l'immagine dello scoiattolo insanguinato e poi mostrò alla poliziotta le fotografie scattate la notte precedente.

La poliziotta, nel visionarle, ebbe un sussulto. Sicuramente era abituata a indagare su casi anche gravi di stalking e in quelle immagini aveva notato qualcosa di malato e pericoloso. Iniziò a trafficare sul computer per una decina di minuti, uscendo dall'ufficio per una telefonata, e in quest'arco di tempo Monica cercò conforto nella mano di Andrea, in preda a una incontrollabile agitazione.

"Dunque," disse la poliziotta, al termine della sua ricerca, "come potete immaginare, il numero di cellulare dal quale sono state inviate le fotografie non esiste più e non riusciamo nemmeno a risalire a chi ha sottoscritto il contratto di abbonamento. Inoltre il sospettato è stato abilissimo a non lasciare traccia del suo profilo su questa fantomatica Chat. Abbiamo quindi di fronte un esperto di informatica, forse un hacker. Sicura che non è a conoscenza di nessun dettaglio che ci aiuti a identificare il responsabile?".

Monica si concesse il lusso di riflettere, ma conosceva già la risposta. "No, mi dispiace."

"Quindi si tratta di una denuncia contro ignoti."

"Temo di si."

"La terremo informata nel caso le indagini sugli scarsi elementi che ci avete fornito portino a qualcosa. I nostri esperti si metteranno al lavoro e nel frattempo le chiediamo di chiamarci appena noti qualcosa di strano. E mi raccomando, stia attenta."

"Sono fottuta!" commentò Monica, qualche secondo dopo aver abbandonato la Stazione di Polizia. "E ora che farò? Non riuscirò più dormire sapendo che quel pazzo potrebbe entrare nuovamente in casa mia."

"Non necessariamente." protestò Andrea. "Una volante della Polizia passerà sotto casa tua ogni ora."

"Possono succederne di cose in un'ora."

"Forse c'è un'altra soluzione. Possiamo installare un antifurto in camera tua."

"Si, e con quali soldi? Dovrei andare a prostituirmi?!" esclamò, poi sbuffo, resosi conto di aver alzato la voce. "Scusami, non me la devo prendere con te. Io e il mio dannato caratteraccio!".

"Non preoccuparti." la rassicurò. "E comunque per i soldi non c'è problema. C'è un mio amico che si occupa dell'installazione di sistemi antifurto e mi deve un favore. Possiamo chiamarlo e chiedergli di aiutarci."

"Potrebbe essere utile, ma... non vorrei creare problemi."

"Non scherzare. C'è di mezzo la tua sicurezza. Sono sicuro che se lo chiamo ora, per domani mattina avrà tutto l'occorrente."

"Domani?!" esclamò lei, delusa. "E se torna stanotte?".

"Beh, possiamo risolvere anche questo problema." disse lui, distogliendo lo sguardo. "Questa notte potresti venire a dormire a casa mia."

Monica lo guardò, un po' sorpresa da quella proposta. "Da te? Dormire con te...?".

"Non guardarmi come se ti avessi chiesto qualcosa di sconveniente!" replicò Andrea, soffocando una risatina, provocata dall'espressione confusa della giovane. "Se hai paura che ti salti addosso, possiamo dormire in letti separati, così sarai più tranquilla."

"Non è per quello. Mi piacerebbe andare a letto con te, cioè... dormire con te! Ti prego, salvami, non so più cosa dire..."

"Senti", la interruppe lui mettendo le mani avanti, "non sei obbligata a fare nulla. Ma se hai intenzione di tenere i tuoi genitori all'oscuro di tutto, allora devi fare ciò che è necessario per evitare pericoli. E venire da me mi sembra l'unica soluzione."

"E va bene." concluse alla fine lei. "Verrò da te. Mi sentirò sicuramente protetta."

"Perfetto!" esclamò Andrea, entusiasta. "Così finalmente ti farò vedere casa mia."

"Però prima vorrei che facessi una cosa per me. E si tratta di qualcosa a cui tengo molto."

"E cosa di preciso?".

Monica gli sorrise. "Voglio che tu conosca i miei genitori."

Yellow ChatDove le storie prendono vita. Scoprilo ora