Chiara guardò il collega, che annuì. "E va bene."

Venne accompagnata di fronte alla salma, impossibilitata a muoversi con le proprie gambe. Il suo incubo era riverso con la faccia al suolo, riverso in una pozza di sangue. I paramedici si avvicinarono e fecero per girarlo, poi guardarono Monica quasi per chiederle il permesso. Aveva paura certo, ma doveva vedere. Fece un cenno con il capo e il corpo venne spostato e il volto del serial killer mostrò finalmente le sue fattezze.

Monica sgranò gli occhi, contemplando quel corpo trivellato dai colpi, ma il cui viso non era stato scalfito minimamente. "Dunque è lui."

"Lo conosci?" domandò Chiara.

"Mai visto prima."

"Faremo accertamenti", dichiarò Piero, "e scopriremo la sua identità."

Non era molto alto, come aveva avuto modo di appurare in diverse occasioni. Il viso era tondo e la pelle molto chiara. Le lenti tonde nascondevano gli occhi chiusi. Non sapeva quale fosse il loro colore, ma se li immaginava grigi, freddi come il ghiaccio. I capelli erano biondi, quasi tendenti al bianco, rasati sul fianco e tenuti in piedi da una buona dose di lacca. Non era magrissimo, ma la sua massa era per lo più muscolare. Quello era Scoiattolo.

"Ecco il famoso serial killer." commentò Piero, incrociando le braccia. "Finalmente hai terminato le tue scorribande."

"Già..." commentò Monica sottovoce.

"Che ti prende?"

"Niente... è che mi ricorda qualcuno..."

"Davvero?" domandò Chiara. "E chi?".

Monica scosse la testa. "Non lo so... è solo una sensazione."

"Quando ti sentirai meglio", cambiò discorso Piero, "dovrai fare una deposizione. Ma non c'è fretta."

"No, meglio la faccio prima posso entrare nella fase post-trauma."

"Ehi, non dire così!" la spronò Chiara, che stava facendo di tutto per rassicurarla. "Sei stata forte. Hai resistito in tutti questi mesi senza mai cedere. E stasera ha cercato di ucciderti, ma ti sei salvata come un'eroina."

Monica socchiuse gli occhi. "Cercato di uccidermi?".

"Certo. Guarda come sei ridotta."

La giovane annuì ma, riflettendo, non era poi così sicura di ciò. Vero, l'aveva conciata per le feste, ma Scoiattolo aveva avuto diverse occasioni per eliminarla, ma non l'aveva fatto. Come scordare il momento in cui aveva cercato di strangolarla ma poi si era fermato? Mancavano pochi secondi e lui sembrava essersi bloccato proprio il momento giusto. E le carezze, i baci. Qualcosa non tornava, ma non aveva più importanza.

In quell'istante, i paramedici entrarono con una barella. Gli investigatori avevano raccolto tutte le prove e indizi che cercavano e il corpo di Scoiattolo venne sollevato e infilato in un sacco che venne chiuso da una cerniera. Monica seguì con lo sguardo quel momento. Poi la salma venne portata fuori dall'abitazione e in seguito caricata sull'ambulanza, che sarebbe partita alla volta dell'obitorio, portando via per sempre l'incubo che l'aveva perseguitata.

Parallelamente all'uscita di scena di Scoiattolo, i genitori di Monica fecero irruzione nell'abitazione. Aiutarono la figlia ad accomodarsi e si trattennero dall'abbracciarla, stringerla, altrimenti avrebbero rischiato di farle male. Ringraziarono i Poliziotti e i detective per averla salvata, parlarono con i paramedici che spiegarono loro che la giovane doveva essere accompagnata in ospedale.

"E' finita, piccola mia." disse Desirée, con le lacrime agli occhi, sfiorandole la mano con delicatezza. "Finalmente potrai tornare alla tua vita. E starò con te in ospedale, giorno e notte, fino a quando ti riprenderai."

"Non serve, mamma. Non sto così male." mentì Monica. Stava malissimo e sentiva di avere dolori in ogni parte del corpo. Le avevano dato un antidolorifico, ma ancora non aveva fatto effetto.

Nei minuti successivi la casa iniziò a svuotarsi, tornando nell'oscurità in cui Monica l'aveva trovata. Avrebbero svolto delle indagini su di essa, ma la giovane non se ne interessò più di tanto e non seppe mai a chi appartenesse. Meglio così, si disse. Uscì e Piero chiuse la porta e al tempo stesso chiuse quella storia. Sarebbero stati apposti dei sigilli, ma lei non ci sarebbe tornata; su questo ne era certa.

Monica salì sull'ambulanza insieme alla madre, mentre Carlo le seguì con l'automobile, insieme ad altre auto della Polizia, in quello che sembrava un silenzioso Corteo di festeggiamento. Le strade di Milano quella notte erano libere e un assassino in meno le avrebbe calcate. Sul lettino, assistita dai paramedici, Monica provò a rilassarsi, nonostante il cuore le battesse all'impazzata. Sembrava davvero surreale, pensò. Era davvero finita.

Almeno, era quello che credeva.




Yellow ChatWhere stories live. Discover now