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Il letto da qualche giorno profuma di lui, del nostro amore.
Mi dimostra il suo affetto, i suoi buoni propositi ogni giorno.
Mi sono innamorata di lui nuovamente, eccitata all'idea di riprendere la mia vita in mano.
Ora siamo a casa dei miei genitori, seduti a tavola.
Alice mentre mangia culla Ginevra e dice di quanto sia faticoso prendersi cura di un bambino ma l'affetto ricompensa tutto.
Gianluca non le stacca mai gli occhi di dosso, è innamorato così tanto della figlia e della moglie che glielo si legge negli occhi.
Mi sento sfiorare la gamba, guardo Andrea che è accanto a me.
Riesco solo a pensare alla sua bellezza, al suo sorriso.
Il mio cuore batte.
Stringo la sua mano che è sulla mia coscia e sento brividi ovunque.
Sale più su, ormai la sua mano è sotto al vestito e senza pensare chiudo gli occhi. Sto bene sotto al suo tocco dolce, vellutato.
"Arianna?"
Apro di scatto gli occhi sentendo la voce di mamma.
Andrea leva la mano ed io torno alla realtà.
"Dimmi"
"Stai bene?"
Alla grande, potete scommetterci tutti!
Annuisco imbarazzata.
Andrea sorride sotto i baffi ed io lo guardo male.
"Allora Andrea, com'è Milano?" dice papà.
"Non lo so, non ho potuto godermela"
"Perché?"
Mi guarda, i suoi occhi vogliono dirmi qualcosa.
Ma io non capisco.
Alza le spalle.
E non so come fa, ma riesce a cambiare discorso com un'abilità sovrumana.
Conoscevo il suo comportamento.
Andrea nascondeva qualcosa.

Quando siamo soli a casa gli parlo. Non ho intenzione di dirglielo di botto, magari indago girandoci intorno.
"Ti sei fatto dei nuovi amici lì?"
Mi guarda e per qualche secondo non risponde.
"Sì"
"Come si chiamano?"
"Arianna"
"Sì?"
"Che vuoi sapere?"
Rimango senza parole all'inizio, non so che dire.
"Niente"
"Ti conosco e quando fai queste domande è perché vuoi sapere qualcosa"
Okay. Io volevo evitare questo argomento ma glielo dico apertamente.
"Cosa mi nascondi, André"
Spalanca gli occhi e si alza dal divano.
"Scusa?"
"I tuoi occhi mi dicono questo"
Li chiude e poi li riapre.
"Okay basta, sono solo delle fisse" dice.
Si agita, inizia a toccarsi i capelli e parla velocemente.
"All'inizio lo credevo anch'io, ma i tuoi comportamenti confermano tutto"
"Ne parliamo domani, ora sono stanco"
Lo vedo prendere il corridoio e poi non lo vedo più.
Non so perché, ma mi convinco che sono solo delle fisse. Non ci penso piu. Lo raggiungo direttamente a letto.

"Hai capito tutto?" mi dice il titolare del bar. È l'ennesima volta che mi spiega come funziona questa dannata macchinetta del caffè.
Andrea è davanti al bancone che guarda ogni mia goffaggine e ci ride sopra.
"Sì, grazie, adesso è tutto più chiaro"
"Lo spero"
Mi guarda e poi se ne va.
Avrò fatto bene ad accettare questo lavoro? Lo dirà il tempo.
"Signorina, un caffè per favore"
"Dai Andrea smettila di scherzare"
"Volevo un caffè cretina"
"Lo vai a prendere altrove"
Mi fa l'occhiolino e gli faccio questo caffè.
Non so nemmeno come abbia fatto.
"Arianna, questo caffè fa schifo"
Fa una smorfia.
"Fallo tu" dico
"No, il lavoro è tuo. Impegnati"
"Stronzo"
"Ti ho sentito" dice alzandosi e andare in bagno.
Nessuno viene al bancone per mia fortuna e vedo che comunque al locale scarseggiano persone.
"Scarseggiano persone come le gioie di Leopardi" dico a bassa voce.
Sospiro.
Voglio andarmene di già, la barista non fa per me.
Esco dal bancone e vado sulla sedia dove era seduto Andrea.
Ha il mio elastico per capelli, ne ho un disperato bisogno.
Metto la mano in una delle tasche, nulla. Metto la mano sull'altra.
Appena la metto tocco una bustina, percepisco che è trasparente, la premo e il dito sprofonda. Come fosse farina.
Oddio.
Come farina. No. Non è possibile.
Non caccio la bustina, ma la guardo da dentro la tasca.
Droga.
Tremo. Ho la tachicardia.
Ho mille domande da fare ma non me ne esce manco una.
Sono bloccata.
La prendo e la metto in tasca. Appena raggiungo il bagno degli uomini mi introduco e lo vedo che si sta asciugando le mani.
"Sbaglio o c'è scritto Uomini?"
"Sbaglio o in fronte ho scritto Stupida?"
Mi guarda in modo strano.
"Che dici?"
Caccio la bustina e gliela metto davanti.
"Andrea, niente cazzate"
È come se gli stesse cadendo il mondo addosso.
Diventa pallido in viso.
Perché non riesco ad essere arrabbiata con lui? Merda, perché?
"Non mi drogo.."
Mi avvicino a lui e gli premo l'incavo dell'avambracci.
Geme.
Perfetto. Cazzate su cazzate. Non riesce nemmeno a confessare tutto.
"Dio" riesco solo a dire.
Sono delusa, amareggiata, illusa. Ma non arrabbiata. È debole e arrabbiandomi faccio solo peggio.
"Arianna"
"Che vuoi"
Sorride. È preoccupante questo ragazzo.
"Sono felice che hai trovato questa bustina"
"Perché?"
"Perché non ce la faccio più. Aiutami. Ti prego Arianna, aiutami"

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