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Il giorno dopo lo passai davvero male.
Apparte il dolore morale.
Ma avevo un dolore fisico che mi uccideva ogni minuto.
Lara, una mia compagna di classe, non smetteva di ripetermi cosa avessi. Ed io non sapevo cosa rispondere.
Non lo raccontai ad Alice. Avevo questo senso di disagio e di sporco che se ci pensavo volevo morire.
"Professore, posso uscire cinque minuti?"
"Belfiore, è sicura di stare bene? La vedo un po' pallida.."
Il professore si abbassò gli occhiali.
"Sto bene"
"Esca"
Sorrisi timidamente ed uscii.
Chiusi gli occhi.
Stavo per andare in bagno ma eccola, mi coglievano sempre impreparata queste fitte.
Misi una mano sul ventre e mi abbassai un po'. Faceva meno male se facevo così.
"Arianna"
Il mio cuore.
Dio.
Gli imposi di calmarsi e di non agitarsi per la voce alle mie spalle.
Mi drizzai con la schiena e mi girai.
"Stai bene? Sei pallida"
"Andrea che vuoi? Adesso ti interessa la mia salute?"
Aveva le mani in tasca.
Vidi quanto era bello con quel filetto di barba. Con i capelli in disordine e con il suo amato look.
Si avvicinò a me.
"Avrò sempre interesse per la tua salute anche se.."
"Anche se niente. Hai detto che dovevo scomparire dalla tua vita, bene. Che ci fai qui?"
Chiuse gli occhi e fece un profondo sospiro.
Eravamo poco distanti e sentii il suo buon profumo.
Si avvicinò sempre di più e quando vidi che mi sorpassò boom. Lacrime.
No. Stavolta non gliela davo vinta.
"Sono andata a letto con Tommaso"
Le lacrime stettero buone dentro i miei occhi. Non fuori uscendo.
Lui appena sentì la mia frase fu come se si fosse congelato.
"Dargli la mia verginità non era nei miei programmi ma è successo"
Si girò e vidi lo schifo che provava per me.
Risi.
"Non abbiamo usato nemmeno il precauzioni, pensa un po'"
Venne da me piano, lo vedevo che stava controllando la sua rabbia, che se fossimo stati a casa, mi avrebbe sicuramente picchiato.
Era di fronte a me.
"Dimmi che scherzi. Dimmelo sennò.."
"Tommaso mi piace. Lui ha le palle, cosa che tu non hai"
Erano roba di secondi.
Mi sentii la guancia andare a fuoco e la sentivo pulsare.
Andrea mi aveva dato un pugno.
"Brava! Oh, se ti va passa da me. Anzi non farlo, lo sai a me quelle che si cedono con facilità come te non mi piacciono"
Gli restituii il pugno. Avevo saldato il conto in tutti i sensi.
"Non pensavo fossi così, davvero. Quanto sono stupido.. Ed io che volevo tornare a casa da voi"
"La porta per te è chiusa"
Voleva toccarmi, infatti alzò di poco il braccio ma lo abbassò subito.
"Peccato, è davvero un peccato"
Tornò indietro, con la stessa faccia: delusa, amareggiata, triste.
"L'hai voluto tu Andrea!"
Non si fermò.
Io volevo farlo stare male, sfinirlo. per poi sentirmi soddisfatta.
C'ero riuscita a vendicarmi. Ma su una cosa non c'ero riuscita. Io non ero soddisfatta.

"Non devi dirmi nulla?" Alice si sedette nelle scalette del grande anfiteatro e continuava a guardarmi in un modo che conoscevo bene.
"Cioè?" dissi.
"Andrea mi ha detto tutto, di Tommaso intendo"
Sospirai esausta di lui e del suo nome.
"Se lo sai che me lo chiedi a fare?"
Mi accesi una sigaretta e aspirai fortemente e velocemente avendo un leggero giramento di testa.
Lei mi guardava.
"È una cazzata, vero?"
"No"
Non riuscivo a guardarla negli occhi perché lo sapevo, sarei crollata.
A distanza di un paio di giorni non mi ero ancora ripresa. Mi stava cadendo tutto addosso.
"Tu non sei una che va a letto col primo che capita, tantomeno con Tommaso. Lo sai cosa ha detto Andrea?"
"No e non mi interessa"
Come se io non le avessi detto nulla lei continuò a parlare.
"Ha detto che è deluso. Che non si aspettava un tale comportamento da te, e sinceramente neanche io"
Nessuno capiva.
Nessuno sapeva.
Sarei scoppiata come un pallone.
"Con un tossico poi. Dio Arianna ma che combini"
Tutti giudicavano.
Tutti puntavano il dito, ed io incominciavo a stare stretta in quel mondo. Avevo la nausea.
"Ma io dico, con tanti bei ragazzi.."
"Alice merda smettila! Tu non sai come sono andate le cose! No, non lo sai!"
Sì ero scoppiata.
Era meglio se non lo facevo.
Quella cosa nessuno avrebbe dovuto conoscerla.
"Come sono andate le cose allora?"
Stetti zitta.
Forse si sarebbe arrabbiata di questo mio comportamento ma almeno non parlavamo di questo argomento.
"Arianna guardami"
Lo feci ed io lo sapevo.
Sentii gli occhi farsi gonfi e riempirsi di tantissime lacrime.
"No" disse.
La gola iniziava a farmi male e il cuore lo sentivo premermi.
"Dimmi che non l'ha fatto"
Odiavo questo mondo e le persone che lo conteneva. Forse Alice non la odiavo. Anzi, no.
Odiavo però Andrea. Dio, quanto lo odiavo.
Alice mi fece appoggiare la testa sulla sua spalla ed io iniziai a fare uno di quei bei pianti liberatori.
Solo che io non mi sentivo libera, mi sentivo soffocare e prima o poi sarei morta di asfissiamento.
"Ci sono io qui. Ti prometto che non ti succederà nulla, si aggiusterà  tutto"
Ed io sapevo cosa intendeva.
"Non dirlo ad Andrea"
"Arianna.."
"No, Ali. Lui questa cosa non la dovrà mai sapere"
Mi accarezzò e mi disse che non avrebbe detto nulla.
Ma io lo sapevo.
Lei non sarebbe stata zitta.

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