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"Ma quante volte te lo devo dire ancora? Io non spaccio!"
Dopo un'ora stavamo ancora lì a discuterne.
Chiusi in camera mentre cercava di convincermi del contrario.
Io non gli credevo più, mi nascondeva sempre le cose e sinceramente mi ero stancata.
"Non sei mai sincero con me, mi menti anche ora Andrea"
"Credimi.."
Lui non era sincero e lo vedevo.
Era meglio chiuderla, non potevo andare avanti in quel modo.
"Andrea sono stanca! Lo capisci?!"
"Non urlare"
Mi alzai dal letto e provai a contenere la rabbia.
"Te ne approfitti troppo di questa cosa che ti credo sempre, adesso è arrivata l'ora di mettere un punto"
"Che dici"
Venne dietro di me e mi girò verso di lui.
"È finita"
Le lacrime erano pronte a fuori uscire ma sapevo trattenerle.
Potevo farcela.
"Stai scherzando"
Mi guardò attentamente.
"No non puoi dire sul serio" disse chiudendo gli occhi.
Io asciugai i miei e mi allontanati senza smettere di guardarlo.
Potevo farcela. Potevo portare a termine quella cosa che mi stava uccidendo.
"Vattene"
Mi abbracciò e mi tenne stretta. E davvero, avrei voluto morire perché lo sapevo, non resistevo a lungo senza di lui. Ma dovevo proteggermi, anche dalla persona che mi aveva sempre salvata.
"Ti prego, credimi, non lasciarmi..tu lo sai che non resistiamo a lungo.."
"Tu non capisci quanto faccia male starti accanto con la paura che tu mi menta sempre"
Lo allontai nuovamente.
Doveva andarsene, avevo bisogno di stare sola e piangere.
"Io voglio solo proteggerti"
Allora qualcosa la nascondeva.
Non importava se voleva proteggermi. Lui mentiva. Mentiva sempre.
"Vattene"
"Arianna.."
"Vattene!"
Lo fece. Lo fece facendo tanto baccano.
Scoppiai in lacrime e mi buttai nel letto.
Arianna e Andrea non esistevano più.
Ma che avevo combinato.

Stavo male, avevo un dolore morale che non sapevo spiegarlo a parole quanto facesse male.
Avevo passato la notte a piangere e per quanto lo feci pensai che avevo finito le lacrime.
Mamma aveva capito che qualcosa non andava e aveva capito anche che c'entrava Lui. Lo chiamavo Lui perché proprio non ce la facevo a chiamarlo per nome.
Però non fece domande e le ero grata per questo.
Non feci colazione, avevo un buco allo stomaco che mi impediva di mangiare. Sapevo a che andavo  incontro ma non mi importava.
"Ari ti vedo pallida"
Alice prese i suoi libri dall'armadietto e mi guardò.
"Ci siamo lasciati" dissi cercando di fare il più possibile per non piangere.
"Oh tesoro.. Ma come è successo?"
"Te ne parlerò più tardi, ora proprio non ho le forze"
Mi appoggiai al muro sentendo la pressione abbassarsi.
"Arianna"
No.
Dai, era già difficile non pensarci, figuriamoci doverci parlare.
"Ti prego Arianna guardami"
Mi girai e lo guardai, le lacrime mi ero stancata di trattenerle.
Boom. Un lago.
"Non posso vederti così"
"Allora non girarmi attorno, stammi lontana"
Lo sorpassai e camminai veloce però mi accorsi di averlo fatto fin troppo.
Mi girò la testa e andai a sbattere contro alcuni compagni.
Avrei dovuto mangiare, ma quando la fame non ce l'hai come fai?
Caddi sbattendo la testa contro il pavimento.
Forse fu la botta, forse il calo di zuccheri, so solo che vidi il buio non sentendo più niente.
Però il mio ultimo pensiero lo ricordo.
Era lui.
Era Andrea.

Aprii gli occhi provando una sensazione di dolore, la testa mi stava per scoppiare.
Non sapevo dove mi trovavo, vedevo ancora tutto sfocato e non mi rendevo conto cosa stesse accadendo.
"Oh, si sta svegliando"
Una voce familiare, per niente delicata, la riconobbi immediatamente.
Piano piano incominciai a ricordare, e mi promisi di mangiare sempre senza saltare un pasto.
La sua mano strinse la mia dandomi calore e il mio cuore prese a battere forte quasi volesse uscire fuori dal petto.
"Andrea" sussurai.
"Sono qui vicino a te"
"Dove mi trovo?"
Piano piano incominciai a vedere bene anche se il mal di testa proprio non voleva andarsene.
"In ospedale, adesso ti porto a casa"
"Non serve, ci vado da sola"
Non serviva l'ospedale. Non mi era mai servito. Mi misi a sedere, nessun giramento di testa, ero pronta a dimenticare quell'episodio.
"Ma perché ti comporti così?"
"Così come?" lo guardai storto.
Volevo andarmene da lì, che per l'ennesima volta mi aveva aiutata ed io non volevo niente da lui. Potevo farcela da sola.
"Non ti lasci mai aiutare"
"Ero così anche da piccola quindi cosa ti sorprende?
Sospirò guardandomi, io invece non ce la facevo a sostenere il suo sguardo. Faceva ancora troppo male.
"Sei indescrivibile"
Scesi dal letto piano e presi la mia borsa.
E se mi stavo sbagliando. E se lui davvero non c'entrava nulla con quella roba.
"Lo so che mi credi"
Alzai gli occhi al cielo e mi fermai davanti a lui.
"So che nonostante tutto, tu mi crederai sempre"
Si sbagliava. La corda a forza di allungarsi alla fine si stava spezzando.
"Questo succedeva quando ancora tu non mi mentivi, sei solo un bugiardo"
"Dammi modo di dimostrarti che ti sbagli"
Io insistevo. Volevo sapere il suo lavoro.
Doveva solo dirmelo ed io potevo smuovermi. I miei muri potevano cadere.
"Ari io non posso.."
Lo guardai un istante.
Lo guardai un tempo indefinito e me ne andai.
Era finita.
Andrea non meritava nulla da me.

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