21°

64 4 3
                                    

Avevamo passato la notte intera a parlare. Sembrerà strano, ma abbiamo fatto solo quello ed era ancora meglio di fare l'amore. Che poi, quando arrivava il momento doveva essere speciale.
Avevamo parlato della nostra infanzia, dei momenti passati insieme e di quanto fossimo cresciuti di già. Aveva ragione. Il tempo era volato.
Avevamo parlato di Tommaso e lui voleva ancora picchiarlo e lasciarlo in condizioni pietose.
Ma gli avevo fatto giurare che non lo avrebbe toccato perché poi mi sarei arrabbiata molto.
Mi aveva detto che in sedici anni di vita, ora era finalmente felice ed io ero perfettamente d'accordo con lui.
Avevamo promesso di non fare come le altre coppie, che noi dovevamo andare fuori dai limiti e se il mondo era bianco noi dovevamo essere fieri di essere nero.
Ci eravamo addormentati incastrati: le mie gambe intrecciate alle sue mentre ci abbracciavamo stretti stretti.
E svegliarsi accanto a lui significava per me iniziare bene la giornata.
"Andrea?"
Disse qualcosa che non riuscii a comprendere ma quando sentii che mi stava stringendo a se più forte sorrisi a trentadue denti.
"Oh, buongiorno" disse.
Gli diedi un bacio sulla guancia e mi staccai per poi scendere.
Presi i miei jeans blu e una maglia nera.
"Non mi accontento di un semplice bacio sulla guancia" lo sentii dire sentendolo arrivare da dietro.
Mi fece girare e le sue mani si posarono sul mio sedere.
"Ogni mattina devi darmi un bacio qui" si indicò la bocca ed io sorrisi. Era tutto perfetto.
"È una cosa che si può fare" dissi per poi iniziare a baciarlo dolcemente per poi andare poco più veloce.
"Questo sì che è un buongiorno"
Sorrise e gli baciai quel fantastico sorriso. Dio, era perfetto.
Stavolta prese lui a baciarmi e da come lo faceva sentivo che anche lui aveva voglia di me.
"Arianna! Andrea! Ma che state facendo?!"
Ci staccammo velocemente e restammo a vedere la faccia di mia mia madre stupefatta.
"Mamma.."
"Oh santa Madonnina che mi tocca vedere"
Nonostante il momento imbarazzante che si era creato a noi veniva da ridere. Andrea infatti aveva abbassato la testa.
"Se lo viene a sapere tuo padre, sono cavoli amari"
"A noi non importa, se non accetta questa storia ce ne andremo"
Mamma alzò gli occhi al cielo.
"Io non posso crederci"
Uscì dalla stanza e noi scoppiammo a ridere.
"Andrà tutto bene" disse continuando a sorridere. Lo speravo davvero tanto, speravo che durasse per sempre e speravo che mai dovevamo separarci.
"Non andartene mai" dissi andandolo ad abbracciare.
"Mai" dissi ancora.
Non sentivo ancora le sue braccia stringermi ma non dovetti aspettare molto.
"Non lo farò"

"Alice prendi fiato e parla"
La mia pazienza aveva un limite. Era arrivata da cinque minuti e diceva di essere sconvolta perché aveva scoperto una cosa.
"Allora"
"No Alice, vai al dunque e non girarci attorno"
Mi guardò e spalancò gli occhi.
"Vuoi davvero questo?"
Annuii appoggiandomi con la schiena sul divano.
"Tommaso è morto"
Rimasi inerme, senza respirare.
Non sapevo cosa dire, cosa pensare.
Potevo pensare che era finita, che era arrivata l'ora di dimenticarlo per sempre. Poi però potevo pensare che forse mi dispiaceva, che se lui era così violento era perché ormai non ragionava più. Aveva i neuroni bruciati.
Ero tranquilla ma allo stesso tempo non riuscivo a gioire di una cosa del genere.
"È morto di overdose"
Questa droga che non ti lascia via di scampo. Con lei muori o muori. E a Tommaso era giunta la sua ora.
"Si sapeva che sarebbe morto" dissi.
"Potrò sembrare una brutta persona ma sono contenta" disse Alice.
Non risposi. Non c'era niente da dire.
Andrea venne in salotto e salutò Alice.
Lei gli disse della sorte toccata a Tommaso e sul volto di Andrea non c'era stupore.
"Bene" disse.
"Andrea è morta una persona, cattiva o buona che sia" la mia voce risultò debole. Non potevo farci nulla. Ma la morte non la meritava nessuno.
"Arianna ma ti sei fusa il cervello? Ti ricordi quello che ha fatto?"
Alzò la voce.
Io la alzai il doppio.
"Ma ce l'hai un cuore?! La morte non la merita nessuno, neanche lui"
"Hai voglia di litigare?"
Chiusi gli occhi e sospirai. Era sempre la stessa storia.
"Ragazzi non litigate"
Andrea venne vicino a me e mi prese la mano per poi farmi alzare.
"Scusami, ma io ho le mie idee e tu le tue. Ti amo per questo ma come rispetto la tua mente rispetta anche la mia"
Alice urlò e mi fece spaventare.
"Ho sentito bene? No dico, ho sentito bene?"
"Io e Andrea stiamo insieme"
Urlò di nuovo e rimase a bocca aperta.
"Ce l'avete fatta finalmente! Meglio tardi che mai"
Ci abbracciò entrambi e vidi che era felice per noi.
Lo guardai. Guardai il mio amico, fratello, uomo, fidanzato.
Ero follemente innamorata di lui.

Il suono della tua voceTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon