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Ho male ovunque, mi stanno  scuotendo e non capiscono che è peggio. Quanto manca? Voglio vedere il paradiso.
Mi scuotono ancora e inizio a sentire di più, come se il mio corpo tornasse alla realtà.
"Arianna ti prego, non puoi farmi questo"
Non sono brava a niente, non sono brava ad amare, ad odiare e ad uccidermi. Perché devo passare per quella debole?
"Resisti, fallo per me"
Non so chi sia questa persona che mi parla. Forse è Alice.
Apro gli occhi.
Forse non è ancora il mio momento, ma la vita è mia, potrò decidere io?
"Santo cielo Arianna, ma che ti è saltato in mente?"
"Andrea.."
"Tranquilla, sono qui, non ti lascio più"
Mi lascio stringere tra le sue braccia, ora sì, sono in paradiso.

Andrea fortunatamente non ha chiamato nessuno, ora si sta occupando di me, curando il profondo taglio sull'interno coscia.
"Perché l'hai fatto?"
Gliela dico in faccia la verità. Non mi interessa ormai di nulla.
"Non volevo vivere senza di te"
Mi guarda.
"Adesso sì?"
Faccio di no con la testa.
"Andrea basta. Questa guerra quando la facciamo smettere? Ho tentato di uccidermi per te, cosa ti fa capire?"
"Io..io non lo so.."
Quando mi fascia la coscia e mi aiuta a vestirmi, cerco di parlargli ancora. Io non demordo.
"Io ti amo e se non mi dai l'opportunità io come faccio a darti certezze?"
"E se va tutto male? Io non ho la forza di rialzarmi"
Lo so bene.
"Non andrà male, sento che andrà tutto bene"
Lo seguo in salotto.
"Va bene" dice.
Spalanco gli occhi e lo fisso.
"Siamo stati troppo tempo divisi Arianna, dobbiamo recuperare il tempo perso"
"Ed io ho già una mezza idea"
Lo guardo e lui mi sorride.
"Illuminami"

I miei genitori sono emozionati nel rivedere il loro "bambino"
"Che hai fatto tutto questo tempo?" dice papà.
"Niente, niente di ché"
Mi guarda, sembra che vuole dirmi qualcosa ma non ci do tanto peso.
Anche perché e stata una giornata particolarmente strana e sono stanca.
"Noi andiamo a letto. Mamma ti dispiace se non ti aiutiamo a sparecchiare?"
Ci guarda strano ma poi ci sorride e ci dice di andare
Mi siedo sul letto, il sonno mi porta via.
"Mi è mancata questa casa" dice.
E a me mi è mancata la sua. Dopo l'incendio l'ha messa a posto ma quei pochi mobili che abbiamo scelto sono ancora lì, un po' bruciati ma ci sono.
"Questo letto" lo sfiora e mi guarda.
"Tu" dice ancora.
Due metà destinate ad unirsi si mancano sempre.
"Anche tu mi sei mancato"
Ci mettiamo lunghi su letto. Lui dietro che mi tiene stretta come ha fatto per tutta la vita.
"Scusa"
"Di cosa" chiedo.
"Per quello che ti ho detto in ospedale, non lo pensavo davvero.. L'ho detto per il semplice gusto di ferirti"
Non sono stata ferita già abbastanza?
"Non parliamone, viviamo questa vita e non pensiamo al passato"
Tra carezze e baci, mi addormento  subito. È questa la vita che voglio.

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