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Passano mesi. Passa un anno.
Noi stiamo insieme ma qualcosa ci divide. Ci divide il mio segreto che mi ghiaccia ogni volta che lo guardo e ci penso. Alfredo lo vedo ogni mattina al bar. L'unico bar ormai aperto. Si beve una birra, qualche volta due. Quando mi guarda passare sembra che vuole dirmi qualcosa, solo che io passo svelta e non mi guardo indietro.
Che poi devo passarci per forza lì perché poco più su c'è il supermercato nella quale lavoro. Purtroppo non ci sono altre strade.
Anche Andrea "lavora", diciamo che fa qualche aggiusto alla chiesa e da una mano al prete che ogni tanto gli da qualche mancia.
Non erano tempi belli quelli del 2009, il lavoro era sempre poco.
E a casa eravamo noi due a mandare avanti tutto. Mamma e papà non lavoravano più.
E forse era la tristezza, l'oppressione di una famiglia sulle spalle, il nervoso, l'essere stressati da tanto. Litighiamo. Ci rinfacciamo tutto, ci facciamo male. Ci picchiamo anche. Mi tira uno schiaffo da farmi uscire il sangue dal naso ed io, per vendicarmi gli do un pugno e un calcio.
"Ti odio Arianna! Ti odio, Cristo santo"
"Allora vattene, non tornare mai più!"
Non so perché lo faccio, ma glielo dico. Gli dico quella verità tanto amara che mi sono portata dentro ogni giorno per un anno. Non sono io che parlo, lo so bene. Però gli rinfaccio di quei mesi che era in clinica e quando smetto di parlare, rimasi a sentire i nostri respiri. La sua faccia si spegne, si spegne tutto. Con lui anch'io.
Non parla. Mi guarda solo.
"Andrea di' qualcosa"
Provo ad avvicinarmi ma si scansa.
"Mi ha fatto ubriacare..tu non puoi  capire quanto ho sofferto in questo anno per non aver detto nulla"
"Tu hai sofferto? Poverina"
"Andrea.."
"Stai zitta"
Mi passa accanto e non so dove va. Lo seguo e quando lo raggiungo reagisce male.
"Non toccarmi!"
Dovevo stare zitta. Ho rovinato tutto, come al mio solito.
Quando esce da quella porta io non controllo il mio corpo. Non respiro, mi agito, butto tutto a terra. Mia madre cerca di farmi stare ferma ma non ci riesce. Non può lasciarmi, anche se lo merito però io lo amo, lui mi ama. Conta solo questo.
Cado a terra e da lì, non ricordo più nulla.

"Si sta svegliando.. Eccola"
Apro gli occhi, confusa. Sento il sangue circolare velocemente e mi chiedo se sia normale.
"Tesoro come stai? Ti senti bene? Ci hai fatto preoccupare non ti svegliavi più" mamma è preoccupata, lo sento dalla voce tremante.
"Devo parlare con Andrea, dove sta?"
Silenzio.
"Qui. Sono qui"
Mamma si sposta in modo tale da poterlo vedere. È lontano da me.
Il cuore mi batte forte, batte strano, fa quasi male.
Quando si avvicina io non posso non piangere, non ce la faccio proprio.
Mi poggia due dita al lato del collo e no, non mi aspetto quello da lui.
"Devo parlarti" dico.
"Calmati, hai la tachicardia"
Sento apatia nel suo timbro di voce, non parla normalmente, sembra che non abbia voglia di stare qui.
"Non dirmi di calmarmi, faccio peggio"
Sospira.
"È incredibile come con un solo gesto possa distruggere tutte le sicurezze, tutto quello che hai costruito" dice quasi a bassa voce e guardando un punto fisso del pavimento.
"Ti prego.."
"Sento quel dolore che tanto odio e che ho cercato tanto di camuffare"
"Andrea io posso fartelo passare, lo sai"
Scuote la testa e poi mi guarda dritto negli occhi.
"Non so più niente"
Mi alzo e ingnoro il forte mal di testa che non mi fa capire niente. Io devo convincerlo, deve sapere la vera verità, la mia. Deve credermi e fidarsi.
Gli poggio le mani sul viso e lo costringo a guardarmi.
"Alfredo mi ha fatta bere, ed io non sapevo cosa facevo, infatti non ricordo nulla..mi sono svegliata e accanto a me c'era lui"
"È passato un anno, Arianna ti rendi conto?"
"E ne sarebbero passati molti altri! Pur di non perderti mi sarei portata questo segreto nella tomba"
È vero. Se non mi fossero saltati i nervi non gli avrei detto nulla, so come è fatto..
Mi leva le mani e si allontana.
"Ormai non ha più senso"
Lo guardo e non capisco le sue parole.
"Che vuoi dire?"
Mi guarda e mi è bastato quello per capire. Lui voleva lasciarmi, andarsene e dimenticarsi di me.
"Noi non abbiamo più un senso, è da molto che non andiamo più d'accordo, litighiamo e tu sei andata a letto con un altro"
"Che c'è, vuoi lasciarmi e rovinare tutto?"
Lo dico con affare giudicatorio.
"Tu hai rovinato tutto"
Io non posso accettare una cosa del genere, mai, mai e poi mai.
"Non lasciarmi"
"Tu non dovevi tradirmi"
Sta per uscire dalla stanza e lo fermo.
"Io ti amo" dico.
"Forse non tanto quanto io amo te"

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