Capitolo 45 - Gianluca's pov

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Era ormai passato più di un mese da quando eravamo stati scioccamente colti in flagrante da Marco e Lorenzo e la nostra "doppia vita" era finita.

Ci trovavamo a inizio agosto, in piena estate, ma le nostre vacanze - sempre se così avremmo potuto definirle - non erano delle più divertenti: la nostra punizione era sempre valida, e tutti i giorni, a turno o insieme, io e i miei coinquilini continuavamo a occuparci della pulizia e dell'ordine nella banca di Venditti. Ad aggravare la situazione c'era, il fatto che Francesca e Caterina non ci avessero ancora perdonato nonostante fossero passate settimane... Le due ragazze, oramai, non ci rivolgevano neanche la parola da dopo l'accaduto.

Piero aveva compiuto svariati tentativi per cercare di avere almeno una conversazione con la sua ex ragazza, ma ogni sforzo era stato inutile; lo stesso valeva per Ignazio, il quale pochi giorni dopo lo spiacevole episodio ci aveva finalmente raccontato per filo e per segno dei suoi sentimenti per Francesca e della discussione che avevano avuto il lunedì successivo. Da quando avevo saputo che uno dei miei migliori amici era interessato alla stessa ragazza alla quale avevo puntato io, e a quanto pare era anche ricambiato, avevo trovato un motivo in più per cercare di dimenticare tutto, e per fortuna ci stavo riuscendo.

Per quanto riguardava il nostro "crimine", nel frattempo si era tenuta l'udienza e ci eravamo recati tutti in tribunale per rendere ufficiale il compromesso a cui il nostro ex capo era fortunatamente giusto. Ci saremmo anche impegnati per restituire mano a mano, almeno in parte, i soldi che avevamo sottratto dalla banca. Sarebbe stato un grande sforzo per noi, ma in fondo era giusto così.

Quella mattina di lunedì sette agosto era toccato a me aiutare Venditti a risistemare vari documenti nel suo ufficio, ed ero appena uscito dalla banca dopo aver finito il mio turno quando Marco, rientrato dalla pausa pranzo, mi salutò educatamente dopo tanto tempo. Quell'inaspettato gesto mi fece davvero piacere.

Ricambiai il suo saluto e, un po' più sorridente di poco prima, mi diressi a piedi verso casa. Tirai fuori l'iPod, mi misi le cuffie e feci partire la mia adorata Can't stop the feeling per cercare di risollevarmi ulteriormente il morale, e devo dire che ci riuscii egregiamente.

Dopo un po' decisi però di cambiare rotta: mi era passata la voglia di tornare a casa, avrei voluto stare un po' per conto mio a riflettere e meditare, senza problemi, pertanto svoltai in direzione di Piazza San Marco. Nel frattempo le mie cuffiette venivano attraversate dalla voce di Miguel Bosé, con una canzone che mi rispecchiava molto in quel periodo.

"Y de repente, no sé como
Nada siento, y caigo en cuenta
Que estoy libre de temores
Libre ya de amores
Respiro, tomo aire
Y el mundo se ilumina otra vez."

Era così che mi sentivo in quel momento, libero da tutto, probabilmente anche dall'amore, e avevo il sentore che presto o tardi "il mondo", il nostro mondo, "si sarebbe illuminato di nuovo" con qualcosa di positivo.

***

Il giorno successivo, alle otto del mattino, eravamo tutti e tre in banca a fare un po' di pulizie prima dell'apertura, e Piero e Ignazio stavano sdrammatizzando il tutto con una demenziale canzoncina in dialetto siciliano, forse a volume un po' troppo alto.

«Tirichitolla, pani rattatu
Tirimi a ciolla ca sugnu malatu
Aju na fami, la siti, lu sonnu
Na dibulizza chi staiu murennu
Ma si mi duni a to soru p'un ghiornu
Mi passa la fami, la siti e lu sonnu
Tirichitolla, pani rattatu
Tirimi a ciolla ca sugnu malatuuu!»

«Oleeeè!» concluse rumorosamente Ignazio, tirandomi uno straccio in testa.

«Statt ferm, mbapì» lo rimproverai scherzosamente.

In questo mondo di ladriWhere stories live. Discover now